15 Settembre, 2002
Proposta di legge sui "militari" dell'esercito di Salò
“Bocciatura” dal Consiglio Provinciale” (astenuti Fi e Lega)
 Il Consiglio Provinciale ha votato a maggioranza, con
l'astensione dei consiglieri di Lega e Forza Italia, la mozione presentata dal
gruppo dei Democratici di Sinistra - Cesare Mainardi, Cristina Manfredini e Pier
Attilio Superti - in merito al disegno di legge, proposto da alcuni esponenti di
Alleanza Nazionale, per l'equiparazione al rango di cobelligeranti "i
militari" del cosiddetto esercito di Salò. Il documento si indirizza al
Parlamento, al Presidente della Repubblica, al Ministro degli Esteri, Gianfranco
Fini, affinché si adoperino per bocciare la proposta.
"E' un atto che divide la Nazione - ha detto Mainardi -, offende i
sentimenti degli Italiani, che si riconoscono nella Resistenza, quale atto
fondante della Repubblica, basato sulla scelta tra Dittatura e Democrazia, sulla
Carta Costituzionale e sui valori di libertà e dignità per tutti".
"Questa legge - ha continuato - tende ad equiparare le bande di armati che
a diverso segno operarono nella RSI quale supporto logistico e militare al
disegno stragista dell'esercito tedesco e delle SS in Italia con chi si
opponeva, nel nome degli ideali di giustizia e libertà, alla barbarie
nazifascista". E ha concluso: "Se il disegno diventa legge, non
esiteremo ad indire un Referendum abrogativo".
Al dibattito è Carlo Rusca, che ha rilevato l'inopportunità di discutere una
mozione di questo tipo in assenza del Consigliere di An Giovanni Sgroi. Il
Presidente del Consiglio Roberto Mariani ha risposto che la mozione si rivolgeva
al Consiglio e non al singolo consigliere. Walter Longhino (Lega) ha chiesto uno
sforzo umano di verità, ricordando di avere vittime sia da una parte che
dall'altra. "Come dice Violante - ha detto - c'erano giovani spesso
inconsapevoli, da una parte e dall'altra. Le colpe possono essere anche
individuali, non solo collettive".
Giovanni Scotti (L. Torchio) ha parlato di "legge estemporanea, fuori
luogo" e ha sottolineato il "coraggio di chi ha saputo prendere
posizione", anche perché "il dissenso costava molto" e ha
espresso l'invito a"svelenire il clima".
Attilio Galmozzi (RC) ha replicato a Longhino: "I morti sono purtroppo una
tragica verità e per fortuna allora tanti giovani hanno scelto, mettendo in
gioco la vita, la Democrazia e la giustizia sociale". Ha proposto una
riflessione Pier Attilio Superti (Ds): "perché mai il Novecento, secolo
delle più grandi utopie è stato il secolo dei genocidi e dei totalitarismi? Da
un lato l'affermazione della libertà e della dignità e dall'altra parte la
loro negazione. Non ne siamo né fuori, né vaccinati. Non è una parentesi
chiusa. Abbiamo dunque un solo impegno: quello della memoria. Intorno alla
Resistenza non può esserci relativismo. Non è stato così per la Rivoluzione
francese, americana, l'Illuminismo, non può esserlo per la Resistenza. Ogni
paese ha una un momento di memoria condivisa. Innegabile il fascino di molte
teorie utopistiche: e mi riferisco ai totalitarismi di ogni parte del mondo.
Occorre scegliere, però, da che parte stare. La memoria, quella della nostra
storia, deve saper distinguere il bene dal male". Ha poi parlato il
Presidente della Provincia, Giuseppe Torchio, ricordando l'impegno programmatico
finalizzato alla difesa dei valori fondanti della costituzione repubblicana (che
non mi affretterei tanto a cambiare"), ha citato l'impegno del Comitato per
la Difesa e Lo Sviluppo della Democrazia, lodando l'attività di coordinamento
di Ilde Bottoli. Ha concluso Andrea Ladina (Verdi) invocando per il 25 aprile,
con le parole del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: "Una
festa per tutti gli italiani".
 
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