15 Settembre, 2002
Le Acli a Berlusconi
Tassare le rendite finanziarie per reagire al declino dell’economia
Il dato dalla ricerca Iref: Favorevole il 50% degli italiani, contrario il
36%
Roma, 19 maggio 2005 – Tassare le rendite finanziarie per rimettere in
circolo i capitali inutilizzati e ridurre il costo del lavoro. Non c’è altra
strada per reagire al declino e rilanciare l’economia. Le Acli replicano al
presidente del consiglio Silvio Berlusconi – che ha escluso ieri
categoricamente l’ipotesi di aumentare l’imposizione sui redditi di natura
finanziaria – rilanciando la proposta già contenuta nell’Agenda del Lavoro
presentata recentemente per le celebrazioni dei 60° anni dell’Associazione.
Una proposta che sembra trovare, tra l’altro, il consenso della maggioranza
dei cittadini italiani. Secondo infatti i dati dell’ultimo rapporto dell’Iref,
l’Istituto di ricerca delle Acli, sul “Fisco degli Italiani”, il 50% del
campione intervistato si dichiara favorevole ad “aumentare la tassazione sulle
azioni e sui titoli di Stato per diminuire le tasse su stipendi e pensioni”;
contrario, invece, il 36%, mentre il 14% ha risposto “non so”.
Parla il presidente delle Acli Luigi Bobba: «I livelli di tassazione del
lavoro rispetto a quelli della rendita sono troppo diversi e troppo favorevoli a
quest'ultima. Fino a che le rendite finanziarie saranno tassate al 12,5% e il
lavoro al 32%, chi potrebbe mai convincere un investitore a dirottare i suoi
soldi nell’impresa e nel lavoro?»
«Non c’è altro modo – continua Bobba – per rimettere in circolo i
capitali inutilizzati e insieme ridurre il costo del lavoro, passaggio obbligato
per favorire la competitività delle imprese e soprattutto rilanciare l’occupazione.
Aumentare l’imposizione sui redditi di natura finanziaria, e diminuire le
tasse sul lavoro e sugli utili d’impresa, significa imboccare la strada
giusta, forse anche l’unica, per reagire al declino dell’economia e
rilanciare il Paese».
 
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