15 Settembre, 2002
Assemblea dei Piccoli Comuni e delle Unioni
Richiesti alla Regione un assessorato ad hoc e una proposta di legge a livello nazionale
Piccoli Comuni, ma grandi protagonisti delle politiche di sviluppo locale dalle quali dipende anche la stessa possibilità dell’Italia di riguadagnare fiducia in se stessa, competitività e capacità di crescita. Perché ciò accada serve una legge nazionale che ANCI si appresta a proporre all’assemblea di giugno a Maiori e la forte richiesta alle Regioni di istituire uno specifico assessorato per i piccoli Comuni, con una delega ad hoc che eviti di disperdere in mille rivoli le problematiche vere delle nostre comunità locali.
Su questi temi si è svolta al centro congressi palazzo delle Stelline di Milano l’Assemblea dei piccoli comuni e delle Unioni comunali in Lombardia. I lavori sono stati aperti e coordinati da Mauro Guerra, sindaco di Tremezzo e presidente del dipartimento piccoli Comuni, Unioni e gestioni associate di ANCI Lombardia e hanno visto la partecipazione di Secondo Amalfitano, sindaco di Ravello (Salerno) e presidente della Consulta nazionale ANCI dei piccoli Comuni e del presidente di ANCI Lombardia Aurelio Ferrari.
“In questi giorni – ha spiegato Secondo Amalfitano – sto girando nelle varie regioni d’Italia per raccogliere le istanze degli amministratori dei piccoli Comuni in vista dell’appuntamento nazionale di Maiori, per capire dove possiamo e vogliamo arrivare e per delineare la nuova proposta di legge per i piccoli Comuni che a breve ANCI presenterà al Governo, al parlamento e alle forze politiche. I piccoli Comuni sono realmente un punto di forza dell’Italia, per tutto quanto di bello rappresentano, ma al tempo stesso dobbiamo anche evidenziare che lo scenario che si sta delineando non è dei più confortanti, perché si stanno concretizzando una serie di situazioni sfavorevoli. Il nuovo mezzogiorno d’Italia non è più quello geografico, ma si estende a macchia di leopardo sull’intera penisola e spesso coincide con i piccoli Comuni. Ad aggravare la situazione, velocizzandola, l’indifferenza e l’ostracismo istituzionale che non ha uguali in mille anni di storia dei Comuni”.
E’ toccato a Mauro Guerra il compito di entrare nello specifico della proposta di legge che ANCI intende portare all’esame di Camera e Senato. “Si tratta di delineare problemi veri cui affiancare risorse reali – ha detto Guerra – poiché tutti sappiamo che anche le migliori enunciazioni di principio sensa risorse sono destinate a fare poca strada. Noi dobbiamo anzitutto ottenere risposte positive affinchè si mettano i sindaci nelle condizioni di poter garantire i servizi. Questo è essenziale ed è la chiave di volta per evitare che si verifichino situazioni di progressivo spopolamento”. “Bisogna poi risolvere – ha aggiunto ancora Guerra – questioni relative al rapporto Stato-Regioni che inevitabilmente si ripercuotono nelle piccole realtà. Almeno devono essere fissati i principi generali, affinchè nell’identificazione dei soggetti vi sia uniformità di Regione in regione. E bisogna essere pronti a cogliere le occasioni di finanziamento, non da ultimo quelle relative ai fondi strutturali dell’Unione Europea – obiettivo 2 – che sino al 2006 prevedono erogazioni per 400-500 milioni di euro e che dal 2007 scenderanno a poco più di 200 milioni, che restano pur sempre una cifra molto significativa. Nello stesso modo per le Unioni incentivare i sostegni tesi a procedere in questa direzione che è l’unica in grado di dare un concreto futuro alle nostre comunità”, “Si apre insomma una stagione nuove e diversa – ha concluso Guerra – in cui non cè più spazio per la disillusione e il disinteresse. Bisogna mettersi in gioco e dalla nostra capacità di mobilitazione dipenderà il futuro stesso di una Regione importante come la Lombardia non solo a livello nazionale”.
Quindi il dibattito e le conclusioni di Aurelio Ferrari, presidente di ANCI Lombardia. “Il problema è reale – ha detto Ferrari – ed è in gioco un giusto e auspicabile riequilibrio del nostro territorio. Si tratta insomma di qualificare il nostro sviluppo ed è proprio per questo che le critiche mai sopite alle leggi Finanziarie di questi anni hanno il significato di una denuncia, perché così facendo si frena lo sviluppo, penalizzando maggiormente proprio i piccoli Comuni. Tutto questo senza nessuna concorrenzialità tra i piccoli e i grandi Comuni. Infatti proprio l’ANCI è la casa comune dove trovano spazio sia le esigenze della metropoli che quelle della realtà più piccola, magari con solo poche decine di abitanti. Questa dunque è una sfida che come ANCI ci appartiene. E’ giusto formulare la richiesta di una legge nazionale come pure di rivolgerci alla regioni per chiedere un assessorato specifico per i piccoli Comuni, soprattutto in Lombardia dove ben 1154 dei 1546 Comuni sono sotto i 5000 abitanti. Un assessorato però che deve avere una delega forte e riscontrabile nei fatti”.
 
|