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15 Settembre, 2002
Seduta congiunta Consigli Comunale e Provinciale
Intervento del Sindaco Gian Carlo Corada contro il terrorismo

Il testo dell’intervento del Sindaco Gian Carlo Corada

Autorità, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, carissimi concittadini,

oggi Cremona - con la riunione aperta e congiunta dei due massimi consessi democratici del proprio territorio . vuole esprimere sdegno e ripugnanza per i sanguinosi attentati che ieri hanno sconvolto la città di Londra e che ci riempiono di costernazione e di dolore.

Con azione concertata e organizzata il terrorismo ha voluto attaccare una città importante come Londra nel momento in cui cittadini inermi ed indifesi iniziavano e conducevano una nuova, normale giornata di lavoro.

Ha voluto attaccare l’Inghilterra, proprio nei primi giorni nei quali il premier inglese Tony Blair assume la responsabilità semestrale della politica europea. E dunque, con quel vile attentato, si è voluto colpire anche l’Europa, la sua unità, la sua politica.

Ma il terrorismo ha mirato anche al cuore del vertice dei G8, proprio nella giornata nella quale dovevano iniziare i lavori, che continueranno, dai quali noi tutti speriamo possa riprendere slancio e vigoria una politica internazionale lungimirante, che guardi con spirito di pace e di uguaglianza ai drammatici problemi che travagliano il mondo.

Primo tra tutti, il tema della fame e dello sviluppo. Il tema del debito dei paesi africani più poveri ed indigenti, strangolati da un debito internazionale che hanno già grandemente pagato in termini di infiniti sacrifici, di devastanti privazioni che colpiscono essenzialmente i loro popoli, le loro donne, i loro bambini.

Comunque la si possa pensare attorno a queste iniziative internazionali, qualsiasi sia la convinzione che anima ciascuno di noi, in merito a questi vertici dei potenti che alle volte promettono molto, ma concretizzano davvero poco, è fuori di ogni dubbio la nostra ferma condanna nei confronti di queste azioni terroristiche che tutto fanno, fuor che aiutare le popolazioni più deboli, fuor che facilitare la soluzione dei mali della terra.

Nonostante l’angoscia indotta dalle immagini che ci vengono dalla capitale britannica, l’Europa e l’Italia, attraverso uno sforzo collettivo di rielaborazione e di rifiuto della violenza e della paura, stanno dando prova di una ferma reazione e di voler cercare la rivincita della ragione e del cuore contro la logica della morte e della distruzione.

Dobbiamo continuare su questa strada, uniti, e non sentirci mai sconfitti.

Gli attentati violenti e sanguinari di Londra sono episodi che si aggiungono ad un quadro di giorno in giorno sempre più drammatico e che a volte può apparire quasi senza via d'uscita. I terroristi vogliono costringerci ad avere paura, vogliono che la paura si impadronisca di noi, sia il segno della nostra esistenza.

L.obbiettivo del terrorismo internazionale é soprattutto di carattere politico: vogliono abbattere ogni possibilità ed ogni volontà di dialogo. Attraverso l’uso inaudito e sconvolgente della violenza vogliono sconfiggere la capacità di parlarsi, di comprendersi, di capirsi propria dell’umanità.

Noi, donne e uomini di questo secolo e di questa terra, non dobbiamo smettere di impegnarci per far prevalere la convivenza civile e pacifica e per combattere il terrore. Fuori dal dialogo, fuori dalla pace, fuori dallo forzo di accettazione e di comprensione reciproca non c’è alcun futuro degno per il nostro pianeta.

Una nuova responsabilità grava sulle spalle dei popoli del mondo e dei loro governanti. Sconfiggere la paura significa sapere costruire una sicurezza mondiale che si fondi sulla capacità di prevenire i conflitti, di disinnescarne le potenzialità negative per tempo, isolando sempre di più il terrorismo ed ogni tipo di fondamentalismo. Allargando sempre di più il numero dei cittadini, delle istituzioni, dei movimenti del mondo che fanno propria la convinzione e la necessità di lottare contro ogni fanatismo.

Ciò che occorre al mondo sono soluzioni politiche. Da quanti anni ce lo diciamo! Eppure continua ad essere giusto ripeterlo: la politica, innanzitutto, e poi la cultura. Il confronto culturale, la battaglia delle idee.

Condanna radicale, di fondo, senza alcun tentennamento nei confronti del terrore le cui centrali vanno colpite, sradicate. Prevenendo con intelligenza, quando possibile, e reprimendo con la forza, quando necessario.

E nello stesso tempo occorre capire il mondo. Occorre riflettere sulla viscerale carica di odio di massa che i ricchi del mondo hanno lasciato accumulare in tante parti del pianeta, con la tragedia di popoli interi che si trascina da decenni; con bimbi, ragazzi, giovani adulti, uomini e donne che, nella propria vita, non hanno avuto la possibilità che di conoscere guerra, violenza, soprusi. Oppure fame.

Situazioni alle quali la comunità internazionale non ha saputo offrire soluzioni. Contesti per i quali sarebbe miope non vedere il rischio che fanno correre a tutti.

È in quelle situazioni che può attecchire e far proseliti il fanatismo, l’estremismo disperato.

È un delirio micidiale: che si impadronisce delle menti e delle coscienze e le trasforma in armi distruttive. Che trasforma uomini e donne, che li convince ad uccidersi per uccidere. L’abbiamo visto e lo vediamo ogni giorno: è l’uomo l’arma più micidiale che ci sia!

Tutto ciò fa paura. E può indurre la ricerca di facili scorciatoie, individuando la possibile soluzione nell’arroccamento, nella chiusura del mondo occidentale in una fortezza assediata o in risposte esclusivamente militari o di polizia.

Guai a noi se scegliessimo questa strada. Sarebbe non solo drammatica, sarebbe soprattutto sbagliata e perdente. È infatti in momenti come questi che c’è più bisogno di coraggio e di partecipazione, di lucidità e di capacità di risposta.

Se vogliamo che terrorismo e violenza vengano sconfitti abbiamo bisogno di più politica, di più cultura, di più democrazia e di individuare vie praticabili per portare a soluzione i drammi che travagliano l’umanità. Ed una volta individuate, occorre avere la forza e la determinazione di percorrerle, costi quel che costi.

Per questo in tutto il Paese ed in tutta Europa, le istituzioni democratiche ed i cittadini europei, uniti e solidali, stanno dando una risposta ferma, coraggiosa, partecipata agli attacchi terroristici di questi giorni.

Ed in questa azione ci siamo anche noi. Non è la prima volta che Cremona si esprime in un momento carico di angoscia come questo: anche oggi, con la riunione congiunta dei Consigli provinciale e comunale, che rappresentano la nostra democrazia locale, la nostra città ha deciso di reagire, perché la lotta al terrorismo viene prima di ogni altra cosa. Solo se lo si espelle dalla vita del mondo sarà possibile per ciascuno affermare in modo più libero e giusto le proprie ragioni.

Uniti, coscienti, consapevoli, solidali, gli uomini e le donne di questo Paese, cittadini della nuova Europa e del mondo intero sapranno imporre la pace, la giustizia ed il diritto a tutti coloro che vorrebbero imporre al mondo il potere delle armi e della violenza.

Cremona, Palazzo Comunale - Cortile Federico II

Venerdì 8 luglio 2005

 


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