15 Settembre, 2002 Una bella serata con Sergio di G.C.Storti Cofferati: un democratico che sa dare valore al mandato ricevuto dai cittadini.
Una bella serata con Sergio di G.C.Storti
Cofferati: un democratico che sa dare valore
al mandato ricevuto dai cittadini.
Venerazione forse è la parola eccessiva,
ma ammirazione rende molto bene il concetto.
Ecco per Sergio Cofferati provo un forte
sentimento di ammirazione.
Lo conosco da piu’ di vent’anni, lo vedo
e gli parlo assieme due –tre volte l’anno
ma di lui mi ha sempre colpito la lucida
coerenza con la quale afferma le sue idee.
Un anno prima che lasciasse la Cgil mi aveva
confidato, con l’obbligo di non svelarlo,
che sarebbe tornato alla Pirelli…Così è stato.
In quel momento ha dato due segnali: uno
alle persone, al popolo che lo stimava e
lo stima che non è sempre detto e scritto
che uno debba fare carriera, diventare importante
e potente per mezzo della politica, l’altro
alla sua Cgil, dove il ricambio generazionale
è un problema. Se voleva avrebbe potuto rimanere
in Cgil, come Lana, per altri dieci anni.
Ma poiché le regole fissate prevedevano ,
anche per il segretario generale un limite
di otto anni, dopo tale limite ha abbandonato.
Nel marzo del 2004, con Schiaffo, lo abbiamo
incontrato a Piacenza durante una manifestazione.
Un caffè e poche battute. Il giorno prima
era uscita la notizia che forse lo avrebbero
candidato a Bologna. Schiaffo era perplesso
e lui , in dialetto cremonese, ha esplicitato
il percorso. In poche parole non un candidato
di una parte dell’Ulivo, ma di tutta la coalizione,
un programma condiviso e costruito assieme
non solo alle forze dell’alleanza , ma con
i cittadini, una sorta di “ primarie partecipate”
come lui le chiamò. Così fu. Lo incontrai
durante la campagna elettorale a Bologna.
Era fermato per strada dalla gente, dalle
persone che lo incitavano.. Ha vinto… Quella
sera ero in piazza Maggiore alla festa che
la città gli ha regalato. Un tripudio, una
marea di gente che piangeva dalla gioia..
Quella sera dichiarò che come primo atto
avrebbe fatto tre cose,.
Primo ripristinare la “ Sala Rossa” all’uso
dei matrimoni, secondo “ abbattere il muro
di vetro opaco che “ blindava “ gli amministratori
agli occhi della gente e terzo fissare un
giorno per ricevere i bolognesi. Queste tre
cose sono state puntualmente realizzate.
Io piu’ moderato non sono sempre stato d’accordo
con lui quando ero alla Cgil di Lodi. In
un convegno l’ ho anche rimarcato. Ma con
il suo stile pacato ed unico ha smontato
, di fronte alla platea, con signorilità
le mie tesi “ piu’ moderate”…ma non mi ha
umiliato , ha detto la sua senza enfasi invitandomi
a riflettere ed ottenendo il consenso forte
della platea.
Quando ieri sera ( venerdì 15 luglio) ha
detto quelle cose sul suo futuro e cioè che
non farà il parlamentare, che se potrà rimarrà
Sindaco al massimo per dieci anni, e che
dopo vorrebbe “ staccarsi” dalla politica
per fare altre cose ( ad esempio il sovrintendente
di un teatro…, presumo di musica lirica)
, statene certi che così sarà. Ha poi usato
una argomentazione vincente e convincente
e cioè quella di lasciare spazio ai giovani..
che debbono “ lanciarsi dal trampolino”,
sperimentare , lavorare … “ io, da vecchio,
sarò li a dare consigli se lo vorranno….però”.
Un uomo semplice, forte e fiero delle sue
origini ( i marubini con il vino rosso) che
in tutta la sua vita ha cercato di far coincidere
il suo pensiero con la sua azione.
La polemica che gli ha aperto rifondazione
comunista a Bologna è su questo. Infine l’altra
sera ci ha fatto capire che la questione
della legalità, per la sinistra, è un valore,
non un orpello, un peso che ci si porta dietro.
Un uomo quindi del “ popolo” che “ vuole
governare nel rispetto della legalità”. Alcuni
lo definiscono, per la sua capacità di saltare
le strutture e parlare direttamente con la
gente, un populista. E’ questa una sciocca
ed offensiva definizione. Lui ci sta insegnando
che fra gli uomini che ci rappresentano ed
i rappresentati vi deve sempre essere un
costante rapporto di andata e ritorno, una
forte capacità di ascolto ed una grande capacità
di mediazione fra gli interessi per definirne
le priorità. Quindi non un populista che
distribuisce mance, ma un democratico che
sa dare il valore al mandato ricevuto dai
cittadini.
Grazie Sergio della bella serata che hai
dato alla tua Cremona ed a tutti noi.
Alla prossima
Gian Carlo Storti
storti@welfareitalia.it
* nel filmato il direttore di Cronaca intervista
Sergio Cofferati