15 Settembre, 2002
Lotta con l' AIDS: sensibilizzazione e solidarietà.
di Andrea Virgilio Segr. Cittadino DS Cremona.
Lotta con lAIDS: sensibilizzazione e solidarietà.
di Andrea Virgilio Segr. Cittadino DS Cremona.
E' appena trascorsa la Giornata mondiale contro l’Aids e anche nella nostra città abbiamo assistito a una significativa campagna di sensibilizzazione promossa da quelle associazioni che quotidianamente hanno a che fare con le persone soggette a questa malattia
Problemi di fronte ai quali la politica non può chiudere gli occhi semplicemente perché fatica a decifrare e a leggere una realtà fastidiosa e complessa.
Questa realtà esiste, lontano e vicino, in ogni caso, si insinua nelle nostre coscienze, va affrontata per essere capita, corretta, migliorata, va vissuta nel confronto con le persone, con coloro che la subiscono e con coloro che ogni giorno la combattono.
La realtà non è romantica, perché ci obbliga al compromesso, ci “sporca” e ci contamina, perché per cambiarla occorre immergersi nei suoi meccanismi e nelle sue degenerazioni.
Questo deve essere il compito di una politica che non vuole ripararsi sotto il tetto sicuro e ipocrita dei “valori” rinunciando in partenza a declinarli nei problemi concreti.
Purtroppo anche sul tema dell’HIV il governo abbraccia la tesi della futilità, interventi con effetti solo apparenti che poco o nulla vanno ad incidere su un contesto refrattario e sconosciuto (in questo caso i giovani).
I sei opuscoli della nuova campagna promossa dai ministri Sirchia e Moratti, destinati ai ragazzi delle scuole e dedicati a temi come sesso, amore, alimentazione, droghe, fumo, sono la rappresentazione di una filosofia di fondo moralista e pericolosa perché concede la priorità a giudizi valoriali rispetto ai contenuti informativi.
Tale campagna già aspramente criticata dall'immunologo Ferdinando Aiuti, che pure si definisce uomo di centrodestra e anche dalle associazioni coinvolte, risponde all’esigenza di una politica che rifiuta la realtà, che si ferma a una lettura preconcetta dei fenomeni su cui intende intervenire, condizionata com’è da una impostazione tutta ideologica.
Una seria politica preventiva si riconosce per un approccio multidisciplinare al fenomeno, perché solo la capacità di una strategia diversificata ma integrata in un sistema realmente dialogante al suo interno, può avere qualche possibilità di successo.
Come nella recentissima campagna di prevenzione ministeriale sulle droghe sintetiche, anche in questo caso vedo invece soltanto muri al dialogo e al confronto, con i ragazzi, con gli operatori e soprattutto con il territorio.
Uno degli obiettivi del lavoro sociale a valenza preventiva deve essere infatti quello di restituire alla comunità locale la volontà e la competenza per ridare significato alle relazioni del quotidiano, perché tutta la vita sociale si articola e si alimenta attraverso relazioni e anche i problemi specifici sono metabolizzati attraverso accordi, conflitti, negoziazioni all’interno di una rete di reciprocità.
La prevenzione dell’AIDS non può prescindere da politiche di riduzione del danno, appare inoltre necessario favorire tra i giovani l’uso dei profilattici riducendo il loro costo per facilitare in tal modo la diffusione di uno strumento che, nonostante i continui e pressanti inviti in senso opposto che provengono da indicazioni ministeriali, resta l’unico efficace mezzo di prevenzione.
 
|