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15 Settembre, 2002
"La città delle donne"
Convegno di presentazione del progetto "Governance di parità"

La Provincia di Cremona - Assessorato alle Pari Opportunità è lieta di presentare

"La città delle donne"
Convegno di presentazione del progetto "Governance di parità"

Cremona, sabato 23 novembre 2002
ore 9,00 - 13,00
Museo Civico "Ala Ponzone"
Sala Puerari
Via Ugolani Dati, 4 - Cremona
"Senza progresso nella situazione delle donne non può esserci vero sviluppo sociale. I diritti umani non sono degni di tal nome se escludono la metà femminile dell umanità. La battaglia per la parità delle donne è parte della battaglia per un mondo migliore per tutti gli esseri umani, per tutte le società". La Provincia di Cremona sottoscrive questa riflessione di Boutros Ghali, già Segretario delle Nazioni Unite, e promuove un convegno dedicato all'impiego delle donne in politica che si terrà sabato, dalle 9 alle 13, presso la Sala Puerari del Museo Civico "Ala Ponzone" di Cremona.
"La città delle donne" presenta una indagine sulla situazione cremonese e invita a riflettere sulle azioni da sostenere per incrementare la partecipazione femminile alla attività di governo. Si intende in questo modo raggiungere una rappresentanza equilibrata di tutti i cittadini ai processi decisionali e alla vita politica, oltre che economica, sociale, culturale e civile. Il progetto "governance di parità", di cui è convegno rappresenta un primo momento, vuole ribadire questo principio, stimolare una nuova sensibilità e sostenere attivamente l impegno femminile nel ruolo di amministratrici.
Daniela Polenghi, Assessore provinciale alle pari opportunità illustra i temi di interesse dell'iniziativa
"La presenza femmnile nei luoghi decisionali in generale e, in particolare, nei ruoli di governo e di rappresentanza elettiva, in Italia, è molto bassa. Questa situazione fa rilevare il gap sempre più forte tra la presenza qualificata delle donne nel mondo del lavoro, delle professioni e della società e la capacità di attrazione delle istituzioni. Il progetto "Governance di parità" nasce dall'esigenza manifestata dalle amministratrici di due Province Lombarde - Cremona e Lodi - in raccordo con le amministratrici dei Comuni e con alcune associazioni femminili di sperimentare forme innovative di promozione della presenza femminile nelle istituzioni".
Può quantificare la presenza politica femminile?
Secondo l'osservatorio della Regione Lombardia la rappresentanza femminile nei Consigli Provinciali si attesta su una percentuale media del 12,8%. Cremona, con il 20,7% e Lodi (21,7%), insieme a Milano, hanno una più forte presenza femminile. La presenza delle donne in politica, tuttavia, è più consistente a livello locale che a livello centrale. Con il 10,8% la rappresentanza parlamentare femminile italiana si pone avanti solo alla Grecia e alla Francia. Negli altri Paesi Europei, le donne hanno conquistato spazi politici più ampi, anche se il vero primato, in questo senso, spetta ai Paesi scandinavi, in particolare ai Paesi Bassi (22,7%), alla Svezia (40,4%) ed alla Finlandia (34%). In altri Paesi, dove la presenza si attesta su valori simili a quelli italiani, tuttavia, si possono individuare dei segnali positivi. Un caso emblematico è costituito dalla Spagna: dal 9% del 1987, si è saliti al 23% attuale.
I singoli Governi sono chiamati a promuovere la partecipazione delle donne?
Occorre vengano promosse azioni che portino ad un aumento della presenza femminile. In questa direzione si è espressa anche la Unione Europea che, dopo una serie di dichiarazioni di principio e pareri generici non vincolanti ha invitato i Paesi membri ad elaborare dei progetti concreti, che rimuovano gli ostacoli, che le donne in politica possono incontrare.
"Governance di parità", di cui siamo capofila, è finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Per noi è motivo di soddisfazione: significa avere ben operato e presentato una iniziativa di ampio respiro capace di raccogliere le indicazioni comunitarie e produrre effetti concreti per una nuova stagione di "politici in rosa".
Il Convegno "La città delle donne", dunque, è il primo passo di questo cammino?
Direi, piuttosto, che presentiamo i risultati del tanto lavoro svolto fino ad ora: abbiamo dato vita a un azione che non ha pari in Italia. Pensiamo solo alla ricerca, curata dalla Libera Università dell Autobiografia di Anghiari, che verrà presentata sabato mattina: si tratta di una indagine non solo quantativa ma anche qualitativa. Abbiamo voluto fornire uno spaccato trasversale del complesso universo femminile diversificando il nostro campione per età, occupazione e impegno nel campo del volontariato o della politica. Non ci siamo inoltre limitati semplicemente a raccogliere dati statistici, pure indispensabili, ma abbiamo voluto approfondire il contatto con le donne cremonesi realizzando, con ognuna, approfondite interviste. Ne è emerso un panorama a trecentosessanta gradi, caratterizzato da colori nitidi, capace di tratteggiare in modo completo, relativamente all ambito dell indagine, la realtà femminile. Queste indicazioni, le criticità emerse, in particolare, devono tracciare il solco secondo il quale approfondire il nostro intervento.
Quali le difficoltà da superare?
Abbiamo voluto comprendere il percorso che porta le donne, più o meno tacitamente, all esclusione dalle aree decisionali di potere locale. Si sono individuati quattro elementi prioritari: le difficoltà di accesso ai sistemi di comunicazione, le insufficienti opportunità da formazione e di supporto nei momenti fondamentali della presenza politica nelle istituzione, le difficoltà a dialogare con le nuove generazioni e, infine, la relativa rarefazione delle occasioni di confronto e incontro tra le donne già impegnate.
Come è strutturato il piano d azione?
Il progetto si basa su quattro elementi fondamentali. Innanzitutto occorre innovare il sistema di comunicazione pubblica sui temi delle pari opportunità. Non è pensabile di prescindere dai mezzi mass-mediali per favorire cambiamenti culturali e la partecipazione attiva ai processi decisionali. Successivamente occorre migliorare l'empowerment, cioè le conoscenze, delle amministratrici e delle donne disposte a partecipare al sistema di governo. Un impegno chiamato a concretarsi in attività seminarili, consulenza di esperti presso i Centri locali di parità e creazione di servizi on line. Queste due azioni vogliono favorire un approccio flessibile mettendo a disposizione del territorio competenze, percorsi e supporti programmabili e certi rispetto alle risorse dedicate, ma fortemente personalizzate sulla base delle reali esigenze. Occorre, inoltre, creare una rete di conoscenza tra le donne impegnate in politica ma anche tra generazioni.
È necessaria, dunque, particolare attenzione per le giovani donne?
Le fasce giovanili si avvicinano con fatica al mondo politico: per ragioni pratiche, come la difficoltà di conciliare impegni pubblici con le urgenze e le necessità della vita famigliare, o i tempi troppo lunghi richiesti per l acquisizione delle competenze giuridiche, tecniche ed organizzative richieste, ma anche ed è ancora più preoccupante per ragioni di tipo ideologico. Dalla indagine condotta emergono sfiducia e difficoltà nell accettare in toto "questa politica" intesa come meccanismo astratto e spesso formale di esercizio del potere, alla limitata possibilità di incidere sugli attuali modelli di vita e di relazione. Così come non meno preoccupante appare la scarsa gratificazione derivante dai sempre più complessi e defatiganti processi che accompagnano la presa delle decisioni, alla limitata possibilità di caratterizzare in senso femminile la propria presenza politica. Abbiamo promosso incontri di presentazione del progetto, nelle scuole e nelle realtà produttive, affiancando alla nostra presenza quella di donne in grado di stimolare, con la loro testimonianza, una nuova progettualità. Si è voluto, in questo modo favorire il dialogo intergenerazionale e il travaso delle esperienze accumulate e delle competenze acquisite.
Il convegno, dunque, diviene occasione privilegiata per approfondire queste tematiche?
Sicuramente! Abbiamo voluto caratterizzare la mattinata predisponendo incontri con soggetti istituzioni - come la Vice Presidente del Consiglio Regionale della Regione Lombardia Fiorenza Bassoli o Delia Murer, Assessore della Provincia di Venezia - e con esponenti del modo scientifico culturale - come Carmine Lazzarini, autore della ricerca, Barbara Marpelli, Lucia Papavero e Anna Catasta. Il contributo di ognuno si rivela prezioso per comprendere a tutto tondo la realtà e elaborare strategie adeguate di intervento.
 


       



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