15 Settembre, 2002
Parigi a ferro e fuoco, cerchiamo il perchè . di Gian Carlo Storti
I giovani magrebini sulle barricate di Parigi non sono “feccia”.
I giovani magrebini sulle barricate di Parigi non sono “feccia”.
Il ministro dell’Interno, leader del partito
conservatore al potere (Ump) e che aspira
all’Eliseo nel 2007, è al centro delle critiche
(e non solo dell’opposizione di sinistra)
per aver definito «feccia» i giovani sulle
barricate. Tra le contestazioni più feroci,
quella del ministro per le Pari Opportunità,
Azouz Begag, tra l’altro è d’origine algerina,
che ha puntato l’indice contro quella che
ha definito «semantica guerriera». «Io parlo
con parole veraci», ha replicato Sarkozy,
reagendo alle critiche con un’intervista
a Le Parisien. Sarkozy non ha fatto un passo
indietro e ha difeso anche la sua polemica
promessa, fatta alcuni mesi fa, di «fare
piazza pulita con gli idranti».
«Quando qualcuno spara ai poliziotti -ha
detto- non è più solo un giovane, è un tanghero».
Ecco è quanto accade in Francia in questi
giorni dove teatro degli scontri, i sobborghi
parigini abitati dagli immigrati islamici dove da
giorni la tensione è alle stelle per la morte,
alcuni giorni fa, di due giovani di origine
nord-africana rimasti folgorati da un trasformatore,
mentre erano apparentemente in fuga dalla
polizia.
Dobbiamo interrogarci tutti su questi gravi
avvenimenti.
Facile liquidare il problema dicendo che
appunto questi giovani sono “ feccia”, o
delinquenti. Certo la legalità va rispettata.
E’ sulla legalità che si costruisce la democrazia.
Questo ci insegna la nostra storia . Storia
moderna che parte da quel 14 luglio , data della presa della
Pastiglia, che ha visto liquidare l’ancienne regime in modo netto con il taglio
della testa a Maria Antonietta e la piantumazione
, nella piazza di ogni comune francese ,
dell’albero della libertà. L’esercito di
Napoleone ha poi esportato con la Grand Armè quel messaggio “ legalite,fraternità,liberte” che ha dato
futuro a milioni di uomini.
Oggi, i figli di quarta generazione, dei
magrebini francesi, che parlano arabo, ma
non lo sanno piu’ scrivere, sanno vagamente
di islam, degustano vino , apprezzano carne
di maiale incendiano le macchine , seminano terrore
e paure in quella popolazione francese, che per storia e cultura ha dato
molto all’umanità.
Perché ? Sono in molti a chiederselo. Delinquenti
dicono i piu’, “feccia”, islamici che attaccano
la nostra civiltà e che vanno respinti, rimandati
nei loro paesi su navi puzzolenti e legati
nelle catene.
Sembra uno scontro di civiltà. La mano forte della destra lo descrive così. Ancora
una volta l’islam contro le radici cristiane
della nostra europa.. Evvai..si sprecano
quintali di parole e si prepara la “ normalizzazione”.
Insomma la loro cacciata, la limitazione
delle libertà individuali, magari la pena
di morte …
Nel mentre richiediamo il rispetto della
legge e della legalità dobbiamo sempre però
chiederci perché?.
Se alziamo il velo allora scopriamo che questi
giovani, di quarta generazione, sono quelli
che hanno il grado di istruzione piu’ bassa,
non hanno lavori fissi, sono emarginati,
sfruttati e pagati poco quando lavorano .
Insomma sono il sottoproletariato moderno
delle nostre città globalizzate. Vivono negli
ex quartieri operai della periferia, senza
servizi, abbandonati a se stessi.
Insomma sono gli sfruttati di oggi, la miseria
delle nostre ricche società.
Dal taglio della testa di Maria Antonietta ad
oggi sono passati oltre due secoli. Quelle
folle sterminate che incendiavano le chiese,
i palazzi dei nobili e le case dei vescovi
si sono evolute, hanno conosciuto diritti
eppoi la ricchezza. Oggi anche loro sono
in difficoltà. Siamo in una fase storica
dove le conquiste materiali , i diritti stanno
regredendo. Il profitto , per resistere,
ha bisogno di costi sempre piu’ bassi. Allora
tagli i salari ed i diritti e chiama i magrebini
a lavorare, solo quando serve, pagandoli
pocho.
Non invoco una terza, quarta rivoluzione.
Invoco il rispetto dei diritti, la dignità
dell’uomo, la cancellazione delle ingiustizie sociali, la valorizzazione delle
persone, anche se di colore scuro e che parlano
arabo.
Certo non bisogna giustificare quei gesti ma capire da quali situazioni nascono, da
dove cresce la rabbia.
Se il mondo fosse piu’ giusto sicuramente quei giovani userebbero
il telefonino non per mandare messaggini
di guerra, ma solo di amore, di pace.
Utopia. Forse ma una grande voglia di prendere a schiaffe colore che chiamano
questi giovani “ feccia” e istigano così
all’odio razziale alla violenza. Certo il
disordine ha sempre favorito la desta. Magari
anche li, in Francia, qualche grande vecchio
manda messaggini di guerra e guida questi
giovani alla guerriglia urbana.
In ogni caso “ legalitè,fraternité, libertè”.
storti@welfareitalia.it
 
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