15 Settembre, 2002
9 e 10 Aprile, salviamo la democrazia
Appello agli Indecisi ( di sinistra ) - di Umberto Eco
Siamo di fronte a un appuntamento drammatico. Dal 2001 a oggi l’Italia è precipitata spaventosamente in basso quanto a rispetto delle leggi e della Costituzione, quanto a situazione economica e quanto a prestigio internazionale.
Se dovessimo avere altri cinque anni di governo del Polo, rappresentati di fronte al mondo dai Calderoli e dalle ultime leve (appena arruolate in Forza Italia) dei più impenitenti tra i reduci di Salò, il declino del nostro Paese sarebbe inarrestabile e non potremmo forse più risollevarci.
Quindi l’appuntamento del 9 aprile è diverso da tutti gli altri appuntamenti elettorali del passato: in quelli si trattava di decidere chi avrebbe governato senza sospettare che un cambio di governo avrebbe messo a repentaglio le istituzioni democratiche.
Ora si tratta invece di salvare queste istituzioni.
In questo frangente i partiti di opposizione cercano, come è ovvio, di catturare il voto degli indecisi che nelle scorse elezioni avevano votato Polo e che si sono sentiti traditi. I partiti fanno il loro dovere. Ma ritengo che uno dei rischi maggiori di queste elezioni non sono solo gli indecisi che hanno votato a destra la volta scorsa (i quali si sposteranno secondo dinamiche difficilmente controllabili, per fede o per pigrizia continueranno a votare come prima, o rinunceranno a votare). D’altra parte il loro numero, come mostrano i sondaggi, è oscillante.
Io ritengo che noi dobbiamo dedicare il massimo impegno per parlare ai delusi della sinistra.
Li conosciamo, sono molti e non è in questa sede che si possono discutere le ragioni del loro scontento. Ma è a costoro che occorre ricordare che, se si lasceranno trascinare da questo scontento, collaboreranno a lasciare l’Italia in mano di chi l’ha condotta alla rovina. Non c’è scontento, per quanto giustificabile, che possa stare a pari con il timore di una fatale involuzione della nostra democrazia, con l’indignazione che coglie ogni sincero democratico di fronte allo scempio che si è fatto delle leggi, della divisione dei poteri, del senso stesso dello Stato. E’ questo che ciascuno di noi deve ripetere agli amici incerti e delusi. E’ proprio da loro e dal loro impegno che dipenderà se l’Italia eviterà di essere ancora per cinque anni territorio di rapina da parte di difensori dei loro privati interessi..
Se pure questi amici ritengono di nutrire senso critico ed equanimità (perché è segno di senso critico ed equanimità – direi di onestà intellettuale - saper criticare la propria parte), in questo momento essi debbono sacrificare i loro sentimenti e unirsi a tutti noi nell’impegno comune. E’ in questa azione di convincimento che consiste il dovere e la funzione di quanti hanno partecipato in questi anni alla discussione che ‘Libertà e Giustizia’ (Associazione di cui Umberto Eco è Garante - ndr) ha svolto e fatto svolgere.
ORA LA NAVE POTREBBE AFFONDARE. CIASCUNO PRENDA IL PROPRIO POSTO.
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Hanno aderito all’Appello anche gli altri Garanti di ‘Libertà e Giustizia’:
Gae Aulenti, Giovanni Bachelet, Enzo Biagi, Claudio Magris, Guido Rossi
Stampato e diffuso a cura del Comitato ‘Cremona per l’Ulivo’ - ulivo.cremona@libero.it
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