15 Settembre, 2002
Un contributo al dibattito
Documento sulle elezioni politiche del 9 e 10 aprile a firma di alcuni socialisti cremonesi
Come socialisti cremonesi che dal 1995 hanno contribuito a costituire “Cremona Futura”, non per disperdere ma rafforzando il patrimonio culturale e politico della tradizione socialista, ed auspicato la nascita, a livello nazionale, di un grande soggetto politico riformista, riteniamo doveroso esprimere la nostra opinione a pochi giorni dalle elezioni politiche.
La nostra speranza, e il nostro impegno, è innanzitutto quella di vedere la sconfitta di un centro-destra che ci è lontano per valori, politiche e linguaggi, e che oscilla tra le sembianze intolleranti della Lega e dei neofascisti e quelle populistiche di Berlusconi.
Noi vorremmo un centrosinistra con una grande e decisiva componente riformista, nella quale convergano i riformismi cattolici, laici e socialisti, più interessato a costruire un soggetto politico realmente nuovo, piuttosto che a difendere identità e rendite di posizione.
Noi vorremmo un centrosinistra capace di comprendere e dialogare con tutte le sensibilità presenti nel grande popolo “progressista”, ma anche capace di non deflettere da una cultura di governo, resistendo alle spinte velleitarie ed estremistiche.
Noi vorremmo un centrosinistra aperto alla società, disponibile ad offrire spazi ed occasioni a quella grande voglia di partecipazione dei tanti che pensano che i partiti, così come sono oggi, non possano esaurire da soli la funzione della rappresentanza politica.
Con queste premesse, per chi votare?
Al Senato (nessun dubbio!): Paolo Bodini, candidato come indipendente della lista “DS”. Nessuno meglio di lui, infatti, rappresenta tutte le posizioni che abbiamo richiamato e per le quali, non a caso insieme, nel lontano 1994, sottoscrivemmo il primo appello di “Cremona Futura”…
Alla Camera, invece, il problema è più complesso: vi sono infatti due liste che, ciascuna per motivi diversi, attraggono il nostro interesse, ma non una nostra condivisione completa: l’Ulivo e la Rosa nel Pugno.
La seconda ci piace per la sua intransigente difesa della laicità dello Stato, ma ci lascia dubbi perché troppo liberista e troppo poco socialista, nelle politiche sociali ed economiche.
La prima non ci convince molto perché troppo “bicicletta” D. S. - Margherita e non suffi-cientemente aperta, ma dovrebbe comunque rappresentare un passo verso un “partito democratico”, riprendendo quello spirito veramente “ulivista” che si era evidenziato nelle primarie e che, purtroppo, sembra essere andato in parte disperso.
Ci piacerebbe, in altre parole, un mix tra le due.
Oggi, probabilmente anche a causa della nuova, sciagurata legge elettorale, non è stato possibile realizzarlo, ed occorre fare una scelta. Per questo ci rimettiamo al giudizio del singolo elettore perché effettui la scelta che sente più vicina (o comunque meno lontana): in ogni caso entrambe le opzioni possono essere a nostro avviso utili e coerenti, non solo perché contribuirebbero comunque alla vittoria complessiva dell’Unione, ma anche perché noi auspichiamo che ci si possa ritrovare insieme in un futuro non lontano.
Cremona, 6 aprile 2006.
Gabriele Alovisi
Mauro Bettoni
Italo Feraboli
Caterina Ruggeri
Lorenzo Saradini
e altre adesioni
 
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