15 Settembre, 2002
Pizzetti: tutti al lavoro per il Partito Democratico (Rodolfo Sala su La Repubblica)
Appello del segretario regionale DS, ma le divisioni restano. *Partito Democratico per superare la questione settentrionale*. Intanto la Margherita vota per il gruppo unico a Palazzo Marino
Partito democratico, avanti tutta. È la ricetta proposta dal segretario Luciano Pizzetti alla direzione regionale dei Ds, riunita ieri (a porte aperte, all´hotel Michelangelo) per l´analisi del voto politico e amministrativo in Lombardia.
Analisi a tratti impietosa, quella di Pizzetti, che non esita a definire debole e anche inadeguata la proposta politica del centrosinistra nazionale nella regione-locomotiva del Paese.
«Il voto dei lombardi - recita un passaggio chiave della relazione - è ancora trattenuto da una fortissima diffidenza nei confronti del centrosinistra, anche perché noi a nostra volta siamo culturalmente diffidenti verso questo mondo». È un mondo fatto di imprenditoria diffusa, di partite Iva, di microimprese minacciate dalla concorrenza in tempi di globalizzazione. «Con certe uscite improvvide sulle tasse - insiste Pizzetti - a questa gente noi abbiamo detto in modo chiaro che non avrebbero dovuto prendere in considerazione la nostra ipotesi di governo del Paese».
È ora di cambiare, dunque. A Roma, ma anche qui, in questa fetta d´Italia che il voto politico, e in parte anche quello amministrativo, ha riconfermato come tana del lupo del berlusconismo.
E per cambiare c´è una sola strada: accelerare il passo verso il partito democratico, ma in un´ottica «federale». Significa costruire una nuova formazione a forte impronta territoriale, qualcosa di simile a quello che Filippo Penati chiama senza giri di parole «partito del Nord». E costruirla in fretta, senza badare troppo a chi nel partito è decisamente contrario (la sinistra interna: e lo dicono in modo chiaro Agostino Agostinelli e la segretaria lombarda della Cgil Susanna Camusso) o anche solamente più cauto sui tempi.
Il dibattito è aperto, e non è indolore, dentro i Ds. Anche perché incrocia con la quarta sconfitta consecutiva della sinistra a Milano da quando c´è l´elezione diretta del sindaco. Sconfitta che Pizzetti imputa alla «mancanza di un progetto di governo per la città», perché «quello che abbiamo proposto è apparso troppo conservatore».
Ma il segretario regionale aggiunge che non è il caso di aprire adesso la caccia al colpevole, pur precisando che «i gruppi dirigenti sono il prodotto della politica, ed è la politica che deve rinnovarsi».
Ma della sconfitta a Milano si parlerà soprattutto giovedì, quando è convocata la direzione provinciale (come ieri, in veste di osservatore per conto del Botteghino ci sarà Maurizio Migliavacca, il braccio destro di Fassino). È in quella sede che le differenze di analisi del voto, già emerse in segreteria, potrebbero sfociare in un rimescolamento di carte degli equilibri che reggono la federazione.
Intanto, mentre i diessini al Michelangelo si interrogano sulla sconfitta, i cugini della Margherita mettono una pezza al buco aperto la settimana scorsa dalla direzione cittadina, che non ha votato il sì al gruppo unico dell´Ulivo in Comune. Il sì arriva alle otto di sera: tutti favorevoli, solo due astenuti.  
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