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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Cremona. eppur si muove..di Massimo Terzi architetto
Egregio Direttore, spero possa concedermi lo spazio per comunicare, una volta tanto, l’incontenibile entusiasmo ed ottimismo......

…….EPPUR QUALCOSA SI MUOVE …
Egregio Direttore,
spero possa concedermi lo spazio per comunicare, una volta tanto, l’incontenibile entusiasmo ed ottimismo ( sentimento raro da alimentare in questi tempi di sfiducia generale ) provato l’altro ieri all’inaugurazione della sede della triennale in Palazzo Pallavicino e ieri nella mostra che ha documentato il suo restauro.
Finalmente una sede degna di tale iniziativa!!!!!
E’ questa la Cremona che piace; la città che ritrova una sua dimensione nella riqualificazione dei monumenti abbandonati , degli spazi urbani dismessi e degradati, con una prospettiva raffinata ed elegante degna di una manifestazione con respiro europeo . Il restauro è stato oggetto di qualche giudizio contrastante, ma non mi sembra che possa invalidare l’obbiettivo politico-urbanistico ottenuto.
Insieme con P.zo Cattaneo, il recupero del confinante P.zzo Roncadelli, e l’intervento di riqualificazione ( speriamo lo sia) dell’isolato delle ex Canossiane dimostra che il disegno urbanistico ed il meccanismo avviato, quando mi ero proposto di recuperare tutti gli edifici storici abbandonati,( “i buchi neri” che allora costituivano un problema ancora irrisolto), ha avuto un seguito ed ha dato i suoi risultati confermando l’attenzione per il centro storico,sicuramente presente durante il mio mandato. Una volta in più emerge come la città antica sia la sede naturale per queste manifestazioni e come, in questa direzione, occorra continuare. Ma il senso del mio intervento, e mi scuso se ritornerò su argomenti già sostenuti, vuol essere di altro tipo.
Intervengo per fare il punto, per ricordare il filo rosso che legava insieme il progetto complessivo che ha dato origine a questo risultato e segnalare come questo episodio sia il frutto di una programmazione complessiva, avviata nell’ormai lontano ’97, di cui ho l’impressione si sia dimenticata l’organicità ed il senso.

Sono passati poco meno di dieci anni da quando, sia la C.N.A che il Rotarj , si sono fatti promotori di un convegno di sostegno per la promozione cittadina di questi indirizzi.

Eppure questo, nella “ruminante Cremona ,“ con l’aiuto della Regione e del Ministero, è il primo vero tassello concreto di quel programma ( giunto vicinissimo al successo), di sviluppo urbano sostenibile (PRUSST), poi identificato per la parte piu’consistente”dei Monasteri”, avviato per creare un “parco progetti” per andare alla caccia di fondi europei e che noi (prima Giunta Bodini ), avevamo avviato investendo sulla “città della musica”.

Credo sia importante comprendere la necessità che allora aveva ispirato quegli indirizzi perché assumeva quei caratteri di volontà di ricerca di un percorso innovativo che ritengo, ancora oggi, possa dare i suoi frutti. Credo proprio che, attraverso alcune scelte significative effettuate nel 96/97 e sostenute e continuate dalle attuali Giunte Comunali e Provinciali, si possa parlare di “svolta.”

L’ambizione di quel programma, per sua natura più vicino ad un maxi progetto per la città , era quello di individuare nuovi percorsi per lo sviluppo con l’intenzione di mettere insieme la riqualificazione edilizio–urbanistica con altri interventi per stimolare le attività produttive.

Con questi presupposti si potrebbe riprendere in mano un modello di sviluppo che allora era stato avanzato e che, forse per mia incapacità, non è stato sempre sostenuto e compreso pienamente (ricorderete quante volte sono stato accusato di essere un visionario).

Il mancato finanziamento di quel progetto non ci fece accantonare l’idea che proseguì con contributi esterni e dell’Amministrazione locale e con altre iniziative che facevano parte di quel maxi progetto.

Alludo, appunto, al progetto dell’Istituto per il restauro degli strumenti musicali la cui sede deve assolutamente avviarsi come centro di formazione, appunto, nella sede ieri inaugurata, nel piano di recupero di tutte le aree del “ Parco dei Monasteri”, nel progetto della mediateca nel Supercinema , (appaltato ed attualmente sospeso), nel progetto per il recupero della Cavallerizza ad uso auditorio, nel trasferimento e nell’attività fieristica svolta per Mondomusica, nel progetto del recupero di un primo lotto di lavori nel chiostro di S.Monica (gestito dalla Provincia e finanziato in parte dalla Università di Pavia ) per la realizzazione della sede di Musicologia.

Quest’ultimo , diventato esecutivo dopo un lunghissimo iter burocratico, approvato e validato dagli organismi competenti in questi giorni, sarà probabilmente finalmente appaltato entro l’anno. Ma insieme a queste iniziative sono avanzate altre operazioni come il riordino del museo stradivariano, l’avvio del Conservatorio insieme ad altre iniziative minori come la realizzazione del gazebo per la musica ( per la verità usato spesso impropriamente ) e, se volete , anche se marginale ma significativo, la realizzazione del monumento a Stradivari che è stato commissionato ad uno scultore di fama nazionale. Se aggiungiamo che il Magazzino Carri è pronto per ricevere una adeguata destinazione ed alla benemerita fondazione Stauffer manca, oggi , ancora una firma da parte degli organismi preposti e poi l’acquisizione del monastero di S.Benedetto sarà definitiva, comprenderete che il quadro complessivo su cui lavorare dipenderà solo dalla nostra capacità e volontà. Il consolidamento di questo progetto(certamente non il solo) è l’elemento più simbolico e caratterizzante della scommessa che Cremona può fare con il suo futuro; quello che in maggior misura può contribuire a veicolare una sua immagine internazionale.

Credo che nel futuro di questa città ci debba essere inevitabilmente una maggior apertura.

Cremona ,bisogna crederci, è piena di cose interessanti che attendono solo la “manina” sapiente che le sappia mettere insieme e non dimentichi mai di coniugarle tra loro.

Racchiude un patrimonio artistico dalle prerogative molto particolari che non saltano subito all’occhio.

Se cammini per le strade distrattamente ,manco te ne accorgi.

Ma a volte basta mettere il naso in un portone per scoprire “immagini” segrete.

Bisogna sapere aprire lo scrigno.

Se dunque come mi auguro questa città avrà, attraverso questa operazione, un particolare destino turistico, bisogna difendere e valorizzare quell’atmosfera che non potrà mai essere alla portata del turista frettoloso e superficiale alla ricerca di ipermercati o Mac Donalds.

Credo che lo sforzo, che si è fatto, si stà facendo e spero si continuerà a fare, vada appunto nella direzione di una piena valorizzazione del patrimonio artistico ed architettonico.( Questo neanche” i cinesi “ce lo possono copiare o portar via! ).

“Il parco dei Monasteri” rientra a pieno titolo in questo programma.

Abbiamo cominciato ad elaborarlo nel ’96, ma molto resta ancora da fare.

L’operazione supera l’aspetto culturale e presenta un’importante prospettiva economica nella misura in cui si riuscirà a concludersi prima di altre (attenzione a Parma! ). E di tempo, purtroppo,

non sempre per colpa nostra, ne abbiamo perso troppo e non possiamo rimanere in mezzo al guado.

Perché questo progetto abbia successo, dovremmo concretizzare la scommessa strategica che

avevamo formulato costruendo in tempi rapidi una struttura originale e particolare che abbia la forza di diventare realmente l’emblema della nostra città in cui la musica ,in tutta la sua estensione culturale ,produttiva e commerciale ,rappresenta un evento di richiamo internazionale.
Almeno in alta Italia se Bergamo trova la sua visibilità con le scienze e la tecnica, Mantova con la

letteratura, Parma con l’alimentare ,…………Cremona avrà pur pieno titolo per rivendicare la carta della musica sia nella formazione e negli strumenti per realizzarla.

Peraltro la situazione economica generale rende oggi più difficile una operazione che solo dieci anni fa sembrava prossima al decollo.

Ma allora, come oggi ,il programma non è affrontabile solo con risorse locali.

Comunità Europea, Ministero dei Beni Culturali, Regione ,Istituti di Credito locali,Fondazioni dovrebbero riuscire “a tirare la volata” a parte delle le risorse locali.

Lo scenario economico e finanziario attuale costringe ad un lavoro di animazione territoriale ampia sorretto da un un progetto da perseguire con determinazione, a piccoli passi, legando insieme tutte le iniziative( ho sentito parlare di museo dei pianoforti, di laboratori di arpe e di registrazioni legate al servizio informatico), ma anche individuando anche le strade per il sostentamento di questo programma.

Altre iniziative consimili ( penso al Mart di Rovereto ), ben condotte, hanno permesso un giro d’affari, tra incassi diretti ed indiretti, cioè tra posti di lavoro e bookshop, trattative commerciali ed aste, esposizioni e concerti, caffeterie e ristoranti o attività consimili, alberghi e pensioni, che hanno permesso di recuperare in quattro anni l’investimento pubblico destinato alla costruzione fisica dell’intervento ed in altri per l’investimento.

In questi dati non includo altri fattori come la promozione pubblicitaria a favore della città.

Se dovessimo considerare, infatti, il fattore positivo di articoli su quotidiani e riviste, di servizi televisivi, ecc. ecc in tutto il mondo e li quantificassimo come pubblicità a pagamento, gli investimenti destinati a questa operazione potrebbero essere interamente recuperati solo con questi.

Ci sono infine molte altre ricadute positive meno tangibili, ma non per questo meno significative che dovremmo tenere in seria considerazione.

Mi riferisco al recupero di identità, di cittadinanza, di orgoglio ed autostima della società cremonese, che sta vivendo un periodo di scarsa partecipazione ed oserei di ripiegamento su se stessa per la mancanza di prospettive certa..

Anche se c’è ancora moltissimo da fare su questa operazione ,da qui può iniziare quella ricerca di un modello di “sviluppo sostenibile” che, accompagnato da altri settori ,può condurre ad una attenta riconversione economica.

Sono convinto che in futuro non esisteranno città economicamente importanti se non saranno nello stesso tempo culturalmente attraenti.

Pertanto ritengo che, ancora oggi, malgrado l’area si sia affollata e su questa pista si siano avventurate altre città, quel maxi progetto riveduto ed aggiornato della “città della musica” o del “Parco dei Monasteri,” se lo si vuol identificare con le ex –caserme, è un investimento e non un costo e può dimostrare che un investimento culturale può aiutare a generare le stesse risorse e gli stessi posti di lavoro che in precedenza si ottenevano con l’industria tradizionale.
Massimo Terzi architetto

Cremona 1.10. 06

 


       



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