15 Settembre, 2002
Mamma operaia chiede mezz'ora flessibile, ma l'azienda è contraria e la licenzia
La lavoratrice di Vaiano Cremasco chiedeva 30 minuti per riprendere la figlia a scuola - Era disposta a un taglio in busta paga o a recuperare. Il caso in tribunale
Aveva chiesto mezz'ora di lavoro flessibile per poter riprendere la figlia da scuola, ma l'azienda, la Ipc Faip di Vaiano Cremasco (Cremona), ha deciso di risolvere il problema più drasticamente, licenziandola. Raffaella, operaia di 40 anni, aveva fatto domanda per poter avere trenta minuti di flessibilità da utilizzare per accudire la sua bambina, ma dopo un lungo braccio di ferro è stata messa alla porta.
Fino a qualche settimana fa la donna, divorziata e senza altri redditi se non la sua paga di mille euro, per prelevare la figlia a scuola aveva sempre usato la pausa pranzo. Recentemente un accordo sindacale l'ha accorciata però di mezz'ora. La signora aveva chiesto quindi una deroga, con la disponibilità a recuperare la mezzora o a perdere la retribuzione. Ma niente da fare: dopo una serie di iniziative, e dopo gli scioperi di mezzora indetti dalla Flm Uniti-Cub per consentire alla lavoratrice di accudire la figlia, l'azienda ha deciso il licenziamento.
La decisione della Ipc Faip, azienda leader nella produzione di strumenti per la pulizia domestica e professionale ad acqua, è stato subito impugnata; la prima udienza davanti al giudice è fissata per il 9 gennaio a Crema. A difendere le ragioni della donna sarà chiamata l'avvocato Chiara Tomasetti, che sembra indicare nella discriminazione di genere uno dei motivi principali dell'illegittimità del provvedimento. Anche per questo con ogni probabilità sarà coinvolto l'Ufficio provinciale della Consigliera delle Pari Opportunità.
"E' un provvedimento assolutamente sproporzionato - dice Maurizio Bertolaso, della Fiom-Cgil - sarebbe bastata una maggiore disponibilità e l'accordo si poteva trovare".
Qualche dubbio attorno alle modalità della lotta, gestite in autonomia da FLM Uniti-Cub, non fanno però cadere i forti motivi di solidarietà espressi a favore di Raffaella e della sua bambina.
Se questo sono ultra liberismo e libertà d'impresa, bèh qualche dubbio ci sarà pure concesso! O no?
Nella foto: la sede della Ipc Faip a Vaiano Cremasco
 
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