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15 Settembre, 2002
Davvero la legalità conviene!Incontro con Lorenzo Frigerio e Gian Carlo Caselli
“Presupposto di Libera è la constatazione che le mafie non sono solo una gravissima questione criminale. Sono anche una altrettanto grave questione politica, economica, sociale. Le mafie impediscono lo sviluppo”.

“Presupposto di Libera è la constatazione che le mafie non sono solo una gravissima questione criminale. Sono anche una altrettanto grave questione politica, economica, sociale. Le mafie impediscono lo sviluppo”.
Sabato 19 Maggio 2007 ore 11.00-“Sala Bonomelli” Centro Pastorale- Cremona
Davvero la legalità conviene!
Incontro con  Lorenzo Frigerio e  Gian Carlo Caselli

“Presupposto di Libera è la constatazione che le mafie non sono solo una gravissima questione criminale. Sono anche una altrettanto grave questione politica, economica, sociale. Le mafie impediscono lo sviluppo. Il riciclaggio avvelena in profondità l’economia pulita, alterando, fino a svuotarle, le regole del mercato e della concorrenza. Le mafie rapinano il futuro, soprattutto ai giovani”. Sono parole di Gian Carlo Caselli, che chiuderà sabato 19 maggio alle ore 11.00 presso il Centro Pastorale il ciclo di incontri dedicato alle scuole all’interno del progetto Alice o della città condivisa, in collaborazione con l’associazione Libera, presieduta da Don Luigi Ciotti, da anni impegnata contro le mafie e per la diffusione di una cultura della legalità, della solidarietà e dei diritti.

Il percorso didattico per gli studenti delle scuole superiori sul tema del consumo (e consumismo) di cose, relazioni, tempi e spazi, affetti e sull’uso responsabile del denaro si è articolato in laboratori svolti nelle classi e un breve ciclo di incontri aperto anche alla cittadinanza che ha visto una folta partecipazione di studenti.

Ospiti di quest’ultimo incontro saranno Lorenzo Frigerio, dell’Ufficio di Presidenza di Libera e referente regionale per la Lombardia, che ha seguito da vicino il progetto organizzato dall’Assessorato alle Pari opportunità del Comune di Cremona, e il Procuratore generale di Torino Gian Carlo Caselli. Dopo essersi occupato tra gli anni ’70 e ’80 di terrorismo, nel 1993, dopo le stragi di Falcone e Borsellino,  il giudice Caselli decide di raccogliere la pesante eredità dei due magistrati e di trasferirsi per mettersi alla guida della Procura di Palermo. Dal 1993 al 1999 la Procura di Palermo sequestra beni  per diecimila miliardi di lire, condanna all’ergastolo più di seicento mafiosi e dà avvio a una serie di processi eccellenti.

Durante l’incontro si parlerà di mafia e di criminalità organizzata tentando di dimostrare come queste organizzazioni incidano pesantemente sulla vita economica e sociale del nostro paese e non soltanto: dalle mafie al terrorismo, dal riciclaggio alla tratta di esseri umani al racket della prostituzione, sono tutti fenomeni di delinquenza organizzata pienamente inseriti nel nuovo millennio e in grado di cogliere ogni occasione offerta dalla globalizzazione. Un’economia intrisa di rapporti con la delinquenza organizzata è un’economia minata alla radice, una società collusa con le mafie resta una società malata. Per questi motivi le mafie non sono soltanto un problema di “guardie e ladri”, cui la società civile possa assistere con indifferenza. Incidono sulla qualità della vita di ciascuno di noi e tutti abbiamo interesse a farcene carico.

“Sono convinto che l’antimafia, per essere davvero efficace ha bisogno di tre gambe. Ovviamente l’antimafia della repressione, quella delle manette: polizia e magistratura che raccolgono prove, processano, cercano di inceppare le attività criminali alla mafia. Ma se ci fosse solo questa antimafia, i risultati non sarebbero mai definitivi. Con quella della repressione devono intrecciarsi l’antimafia dei diritti e quella della cultura. Antimafia dei diritti significa creare lavoro e nuove opportunità, riconoscere i diritti dei cittadini per prosciugare la palude di sottosviluppo economico e amministrativo in cui nuota e ingrassa il pescecane mafioso. Quanto all’antimafia della cultura, considero determinante il fatto che pubblicamente si discuta, ci si confronti, si esamini la vera natura delle organizzazioni criminali…”

Così, oltre al suo lavoro quotidiano di magistrato, Gian Carlo Caselli è impegnato al fianco di Libera nella promozione di una cultura della giustizia e della legalità e incontra studenti e adulti in tutta Italia, convinto insieme con don Luigi Ciotti, che “Al valore della legalità siamo tutti chiamati ad educare insieme, in una circolarità virtuosa dalla quale nessuno può tirarsi fuori. Giovani e adulti, istituzioni pubbliche e società civile, scuole, realtà dell’informazione e mondi dell’aggregazione o dell’associazionismo. Siamo insieme chiamati a ritrovare le ragioni più autentiche della legalità per rendere ogni legge trasparente del suo significato profondo: la difesa del debole e la promozione di quella giustizia sociale che mira a proporre equità e reale uguaglianza di opportunità tra tutti i cittadini. Per questo i percorsi di formazione alla cittadinanza e di educazione alla legalità restano indispensabili ed urgenti: perché forniscono alle giovani generazioni – adulti di domani – gli strumenti necessari per una cittadinanza attiva, partecipe della costruzione del bene comune.”

 


       



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