15 Settembre, 2002
2 trasporti fluviali risparmiano 23 carichi eccezionali stradali
Almeno 23 carichi eccezionali stradali, dei quali alcuni molto voluminosi, sono stati risparmiati con soli due trasporti fluviali che hanno raggiunto in questi giorni il porto di Cremona.
La San Marco Shipping, società della Fagioli Group, ha infatti trasportato da Marghera, lungo il Po, parte della linea di fusione per il nuovo stabilimento Arvedi, realizzata in Cina per conto della Techint.
I due convogli fluviali erano costituiti da due chiatte ciascuno, lunghe circa 30 metri e larghe 8. Il primo convoglio, arrivato nella serata di sabato scorso, trasportava parti del forno per un totale di 230 tonnellate. Il secondo, giunto a Cremona lunedì pomeriggio, aveva a bordo undici siviere e quattro elementi di carpenteria, per un peso complessivo di 560 tonnellate.
Un terzo convoglio arriverà nei prossimi giorni con altre parti della linea, compatibilmente con i tempi dello scarico dei due attualmente in porto, che comincerà fra domani e giovedì, ma soprattutto con la portata d’acqua del fiume, oggi ancora sufficiente ma in discesa.
Nei prossimi giorni sempre la Fagioli curerà il trasporto dei materiali, via terra, dal porto alla vicina Arvedi.
E’ proprio sulla navigabilità del Po che insiste Enrico Popovich, della Fagioli. Il trasporto fluviale, afferma, avrebbe potenzialità enormi, e non solo per quanto riguarda i carichi eccezionali. Potrebbe ridurre in maniera considerevole il trasporto merci su strada. Ci sono richieste da molte aziende in questo senso, ma l’incertezza sulla navigabilità del fiume tra Cremona e foce Mincio lo impedisce.
Certo la bacinizzazione del tratto del Po, su cui la Provincia di Cremona insiste da tempo, e che ora avrebbe convinto anche le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna, sarebbe la soluzione ottimale, ma intanto servirebbero opere di sistemazione del letto del fiume per mantenere il fondale a livelli che consentano la navigazione per un numero maggiore di giorni. “Invece – continua Popovich – le draghe sono ferme”.
Ma perché il nodo di Cremona è tanto importante?
Non solo per le strutture portuali che ci sono, ma soprattutto perché i carichi eccezionali possono arrivare a Cremona in quanto esiste un asse attrezzato per sopportare anche i carichi più voluminosi e pesanti provenienti da Nord, dall’area milanese per esempio. Oltre Cremona il sistema viario rende i trasporti più difficoltosi. Il porto di Cremona, insomma, potrebbe diventare un grande centro di interscambio fra le diverse modalità di trasporto. I progetti sviluppati dalla Provincia, insieme per esempio alle Ferrovie, vanno in questo senso. Resta, purtroppo, l’incognita del Po.
Nella foto: uno dei due trasporti fluviali per l'Acciaieria Arvedi
 
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