15 Settembre, 2002
Sergio Ravelli: *I Radicali ci sono e ci saranno. Dentro e fuori il Parlamento*
"Vedremo. Vedranno. Hanno detto che i radicali si sono venduti per un
piatto di lenticchie: sotto forma di un pugno di parlamentari nelle
liste del Partito Democratico - così commenta Sergio Ravelli, della
vecchia scuola radicale - E chissà perché, visto che si sarebbe animati
da un così becero spirito mercantile, si sarebbe atteso ora, per farlo,
quando c'erano state, in precedenza, tante e più favorevoli occasioni
"d'incasso". Insomma: una doppia offesa: venduti, e venduti male. Hanno
detto anche che si sono "traditi" valori e anni di onorate battaglie
laiche, libertarie, liberali e socialiste. Vedremo, vedranno chi in
futuro saprà concretamente farle queste battaglie.
Con il voto del 13-14
aprile siamo stati chiamati a scegliere se il presidente del Consiglio
deve essere Silvio Berlusconi o Walter Veltroni. Il resto è irrilevante,
lo si può rigirare come si crede, la sostanza non cambia; i radicali
hanno fatto con chiarezza e convinzione una scelta di campo. Questo
paese ha necessità e urgenza di riforme liberali e federaliste; quelle
riforme che per ben due volte -- e pur disponendo di una maggioranza che
lo metteva al riparo da ogni sorpresa -- Berlusconi non ha saputo e
voluto fare: riforma istituzionale ed elettorale, un nuovo welfare, le
libertà di lavoro e di impresa, la giustizia. I radicali fanno e sanno
fare. Però c'è sempre un grillo parlante originale che li descrive come
irresponsabili e inaffidabili: anche se il bilancio del ministero
governato da Emma Bonino è lusinghiero e unanimemente riconosciuto.
Anche se una delle poche cose di cui il governo Prodi può legittimamente
essere orgoglioso -- il voto all'assemblea generale delle Nazioni Unite
sulla moratoria della pena di morte -- porta il timbro dei radicali e di
"Nessuno tocchi Caino". Sono anni, decenni che i radicali sono accusati
di tutto e del loro contrario. Il catalogo delle accuse è sterminato, e
al tempo stesso monotono. Le critiche di oggi venivano mosse ieri; è
facile profezia: sarà così anche domani; e ogni volta si rimpiangerà
ipocritamente il radicale che si era e che non si sarebbe più. Il
radicale "buono" è sempre quello del giorno prima, e pazienza se le
critiche che si muovevano "ieri" sono le stesse che si muovono "oggi" e
che si muoveranno domani. Meglio lasciar perdere: vedremo, vedranno.
Conviene piuttosto prepararsi al nuovo, importante, impegnativo
appuntamento: quello per un Partito Democratico che sia davvero tale; e
per la Riforma istituzionale ed elettorale di stampo anglosassone,
americana. Per il Satyagraha mondiale per la pace, la libertà e la
democrazia; per le mille cose che urgono e incombono. Conviene
organizzarsi per preparare il rilancio della Rosa nel Pugno. Il 2-3-4
maggio prossimi, a Chianciano, ci sarà una grande "Assemblea dei Mille":
una Fiuggi due che sarà aperta a tutti i laici, i liberalsocialisti, i
federalisti europei: un appuntamento importante. Vedremo. Vedranno".
 
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