15 Settembre, 2002
Riccardo Benassi, giovane artista cremonese, ha partecipato a Netmage (Bologna)
La videoinstallazione di Riccardo Benassi (1982) gioca con la memoria storica in modo onirico
Riccardo Benassi, giovane artista cremonese,
ha partecipato a Netmage (Bologna)
La videoinstallazione di Riccardo Benassi
(1982) gioca con la memoria storica in modo
onirico e straniante
Settimo Appuntamento con Time Code al MAMbo:
Riccardo Benassi
MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna
La videoinstallazione di Riccardo Benassi
(1982) gioca con la memoria storica in modo
onirico e straniante. “Die Zeitmaschine”
(Forno del Pane) è un’installazione site
specifica realizzata appositamente per la sala d’ingresso
del MAMbo che riflette sulla storia dell’edificio
precedente alla sua destinazione museale.
Il miraggio di un orologio del 1916, l’anno
di fondazione del Forno del Pane, è proiettato
all’interno del bassorilievo circolare in
una parete della hall. “Ho cercato di ricostruire
le giornate delle persone che vivevano questo
edificio prima di noi e di confrontarmi con
la funzione di questo spazio quando era ancora
un luogo di lavoro”, afferma l’artista, “questo
lavoro ha senso solo in questo spazio e in
questo specifico tempo in cui l’edificio
ha assunto questa funzione”.
L’orologio che dettava il ritmo delle vite
degli operai emerge da un passato ormai lontano,
come una presenza onirica, a segnare le ore.
Un’immagine evanescente che si definisce
in relazione alla luce naturale dell’ambiente,
nitida alla sera, invisibile a mezzogiorno.
Lo slittamento cronologico provoca, però,
come nella migliore tradizione onirica, uno
“spostamento” di venti minuti in avanti.
Ogni sessanta minuti le sale del museo risuonano
per lo scoccare falsato dell’ora, avanti
di questi fatidici venti minuti che rendono
lo spettatore “vittima della macchina del
tempo”, come spiega l’artista: “È facile
proteggerci da un attacco retinico, siamo
abituati, mentre per il suono non ci sono
condizioni per difendersi”. L’installazione
è quindi una vera e propria trappola percettiva
che provoca uno straniamento della dimensione
temporale su più livelli: tra la realtà presente
(il museo) e quella passata (il forno del
pane) e tra l’ora reale e quella segnata
dall’orologio. Una duplice riflessione sulla
temporalità che manifesta, come osserva Fabiola
Naldi, una forte “volontà allucinatoria”.
A cura di Elena Biserna
Per saperne di più
http://www.teknemedia.net/magazine/plaid/dettail.html?mId=4925
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