15 Settembre, 2002
I Partigiani cristiani di Cremona ricordano Monsignor Luigi Affini
Una Santa Messa verrà celebrata Venerdì 27 Giugno alle ore 18,00 presso la Cappella del Centro Pastorale Diocesano di via S.Antonio del Fuoco, a ricordo di un “protagonista” di quella che fu la “Resistenza Cattolica” nelle campagne cremonesi e mantovane
Una Santa Messa verrà celebrata VENERDI 27 GIUGNO ALLE ORE 18,00 presso la Cappella del Centro Pastorale Diocesano di via S.Antonio del Fuoco, a ricordo di un “protagonista” di quella che fu la “Resistenza Cattolica” nelle campagne del Cremonese e del Mantovano.
Così, prendendo necessariamente “a prestito” alcuni passaggi desunti da recenti pubblicazioni, non va tuttavia sottaciuta l’azione energica di don Luigi il quale, in quegli anni tormentati, riuscì a testimoniare nobili valori umani e cristiani, non disgiunti ad un elevato senso di solidarietà nella lotta per la liberazione.
Fu artefice di azioni di rinnovamento democratico degli spiriti attraverso la valorizzazione della persona umana. Si racconta che don Primo Mazzolari, Parroco di Bozzolo, dalla finestra della sua canonica riuscisse a vedere, nelle giornate in cui la foschia afosa della bassa padana non infieriva sull’orizzonte, il piccolo paese di San Martino dall’Argine dove il novello diacono Affini abitava.
Tuttavia in quei tempi di lotta per l’affermazione della Giustizia e della Libertà, occorreva necessariamente non perdersi d’animo. “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per abbracciare e un tempo per allontanarsi, un tempo di guerra e un tempo di pace. Per tutto c’è il suo momento…” gli aveva insegnato l’Ecclesiaste. E quelli erano tempi in cui pochi erano pronti a pagare per la libertà e la convivenza pacifica di tutti, un prezzo che sarebbe potuto essere la deportazione e la vita.
Per la sua dichiarata adesione alla Resistenza fu arrestato, interrogato, indi portato nel forte S.Leonardo di Verona. La cella era buia ed affollata. Ma c’era un elemento di novità in quella occasione, ed era la presenza dei compagni di cella: tante storie, tante vite sconosciute che di colpo, senza volerlo, si incontravano per un comune e terribile destino.
Ed ogni 25 aprile don Luigi li ricordava tutti quei giovani “ribelli per amore”, con quella rigorosa riservatezza che si riserva agli amici, attraverso la preghiera e la celebrazione della santa messa. La loro esperienza e quella di tutti coloro che parteciparono con essi alla lotta nel basso Cremonese e nel Mantovano per una Italia libera e democratica, diverrà “inalienabile patrimonio di testimonianza di valori universali di tutti gli uomini di buona volontà”.
Questo è stato don Luigi!
E non solo questo. Per anni fu Arciprete in quella Soncino, ricca di storia e di tradizioni, da lui mai dimenticata, riuscendo a valorizzare il patrimonio di religiosità e di santità di quella rigogliosa terra cremonese.
Giorgino Carnevali
Nella foto: don Luigi Affini
Nella foto in allegato: con il vescovo Nicolini
 
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