15 Settembre, 2002
Intervista a Riccardo Piccioni, Presidente della Fondazione “ E. Germani”
La Fondazione “Elisabetta Germani” ha inaugurato lo scorso novembre i nuovi reparti intitolati a “Madre Agata Carelli” e “Madre Fiordalisa”, ha riaperto lo scorso mese il reparto “Sant’Omobono” ed ha già avviato i lavori nel reparto S.Omobono..
Intervista a Riccardo Piccioni, Presidente
della Fondazione “ E. Germani” sullo stato
di “ salute” della RSA ed i suoi obiettivi
di sviluppo.
La Fondazione “Elisabetta Germani” ha inaugurato
lo scorso novembre i nuovi reparti intitolati
a “Madre Agata Carelli” e “Madre Fiordalisa”,
ha riaperto lo scorso mese il reparto “Sant’Omobono”
ed ha già avviato i lavori di ampliamento
del reparto S.Omobono stesso.
Il Presidente, dottor Riccardo Piccioni,
ci spiega l’evoluzione della struttura di
Cingia de’ Botti.
Dott. Piccioni, quale disegno sta seguendo
la Fondazione Elisabetta Germani?
L’adeguamento dei posti letto imposto dalla
Regione ha spinto il Consiglio di Amministrazione
ad approvare importanti interventi di ristrutturazione.
In primo luogo, la ristrutturazione dell’ex-reparto
Villa Serena conclusosi lo scorso novembre,
che ha portato alla realizzazione di 104
nuovi posti letto, suddivisi in due nuclei.
Ora si avvia l’ultima fase di costruzione,
che riguarderà l’ampliamento del reparto
S.Omobono e porterà alla realizzazione di
54 nuovi posti letto.
L’attenzione primaria della Fondazione è
quindi per la RSA?
La residenza assistenziale per anziani è
sicuramente la principale attività della
Fondazione, ma a questo si sono affiancati
numerosi altri servizi nel corso degli ultimi
anni. Dal Centro Diurno Integrato aperto
tutti i giorni dalle 8 alle 18, all’assistenza
domiciliare integrata effettuata sui distretti
di Cremona e Casalmaggiore; dal nucleo di
riabilitazione attivo dall’ottobre 2006,
alla Residenza Sanitaria Disabili accreditata
dal 1° ottobre 2007.
Come valuta quindi il rapporto con il territorio?
La Fondazione è da sempre aperta al territorio,
allo scopo di offrire servizi che rispondano
ai bisogni della popolazione residente nei
comuni limitrofi. Penso che in futuro il
legame tra struttura e utenti diverrà necessariamente
ancora più diretto e più forte, in un’ottica
regionale mirata alla creazione di una vera e propria rete assistenziale.
Il sistema assistenziale cremonese presenta
oggi delle criticità. Quale, secondo la Sua
opinione, i punti di debolezza e quali i
punti di forza?
I contributi regionali sono sicuramente insufficienti
alla copertura dei costi sanitari del servizio
erogato. E’ inutile sottolineare che, al
fine della riduzione dei costi, è indispensabile
una gestione efficiente delle risorse. La
risorsa essenziale è sicuramente costituita
dal personale dipendente: le competenze professionali
nonché la disponibilità e la continuità degli
operatori possono rendere il livello del
servizio adeguato alle esigenze degli ospiti.
Pertanto è fondamentale un dialogo con il
personale, attraverso le organizzazioni sindacali,
in modo da definire il raggiungimento degli
obiettivi della Fondazione in accordo con
la sua componente principale.
Una gestione flessibile ed attenta delle
risorse umane può creare oggettivi aumenti
della produttività, con evidenti benefici
di carattere economico.
Quali le strategie per valorizzare la risorsa
“personale”?
La formazione costituisce il primo passo
per accrescere il valore del personale, dove
per formazione si intende sia lo sviluppo
di professionalità specifiche, sia la crescita
della consapevolezza del proprio ruolo all’interno
della struttura e al servizio degli utenti
(per esempio attraverso il corso motivazionale
svolto nello scorso anno
 
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