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IL BLOG DI GIANCARLO CORADA

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Grazie ancora una volta a tutti e ... arrivederci a presto.

INTERVENTO DI SALUTO DEL SINDACO CORADA ALL’ULTIMA RIUNIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI CREMONA PRIMA DELLE ELEZIONI AMMINISTRATIVE - Lunedì 20 aprile 2009

***

Signor Presidente, signori assessori, signori consiglieri,

con l’odierna seduta del nostro Consiglio Comunale viene portata a compimento la consigliatura iniziata nel giugno 2004.

Sono stati 5 anni molto intensi ed impegnativi. Anni difficili per il Paese in generale, ma anche per il mondo delle autonomie locali in particolare.

In questi 5 anni ci siamo confrontati con tre governi nazionali: il governo Berlusconi dal 2004 al 2006, il governo Prodi dal 2006 al 2008 ed ancora il governo Berlusconi in quest’ultimo anno. Ed abbiamo avuto a che fare con due governi regionali, entrambe della medesima coloritura politica.

Non vi è alcun dubbio che notevolissime erano e sono le differenze tra queste esperienze governative, per taglio politico, per impostazione programmatica, per derivazioni culturali.

C’è però una caratteristica che, pur tra le permanenti ed evidenti differenze, rischia di accomunare, purtroppo, tutti i Governi: è l`approccio ancora essenzialmente centralista alla soluzione dei problemi. Taglio che, essenzialmente, è dovuto, io credo, oltre a tante altre motivazioni, anche alla formidabile carenza di esperienza amministrativa che caratterizza trasversalmente la formazione, culturale prima ancora che politica, del ceto politico dirigente nazionale, sia nel suo versante conservatore che in quello progressista.

Badate, non voglio fare di tutta l’erba un fascio. Non mi sfuggono sfumature, cenni, echi che differenziano una parte dall’altra.

Ma credo che, nello stesso tempo, non possa sfuggire quel minimo comun denominatore che caratterizza ed ha caratterizzato l’esperienza dei diversi governi romani, sul versante del centralismo statalista, a Roma, ma anche sul versante – ad esempio – del centralismo regionalista a Milano, in un’esperienza di governo regionale esageratamente autocentrata e milanocentrica.

Ed invece questo nostro amato Paese potrà più facilmente salvarsi ed uscire dalla pesante crisi che lo attraversa, se saprà far proprio e perseguire il sacrosanto principio della sussidiarietà.

Si affrontino le questioni al livello più vicino possibile alla società ed al cittadino. Tutto ciò che può essere affrontato e risolto dal livello comunale, venga delegato al livello del Comune. E le responsabilità che il Comune non è in grado di affrontare, per esclusione, vengano demandate al livello immediatamente superiore, alle Province. E così via, per quanto riguarda il livello regionale e poi per quanto concerne le competenze dello Stato, al quale debbono rimanere – come si dice – la feluca per la politica estera, la spada per la politica di difesa e di ordine pubblico, la bilancia per quanto riguarda la cura della giustizia ed il libro, per quel che concerne la politica dell’istruzione pubblica e gratuita.

***

Signor Presidente, signori consiglieri,

abbiamo attraversato 5 anni difficili. Ma, a ben vedere, non possiamo non dire in maniera esplicita, che – per l’essenziale – le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare sono state molto più esterne che interne a questo Consiglio.

Parlo delle difficoltà che stanno dentro una condizione di impostazione centralistica, come abbiamo visto. Ma anche dentro una situazione farraginosa e confusa, frutto di una legislazione spesso raffazzonata e contorta, complicata ed elefantiaca.

Situazione che caratterizza la miriade di leggi e decreti che spesso parlano uno contro l’altro, ma che disegna anche la grandissima confusione di ruoli, di competenze, di poteri tra comitati, rappresentanze, istituzioni, enti non sempre utili e per una gran parte addirittura inutili quando non dannosi.

E parlo di una difficoltà economica e finanziaria molto pesante, che richiederebbe – per essere affrontata e risolta davvero - un nuovo protagonismo da parte degli Enti Locali e che invece li vede costretti in una condizione di assoluta sudditanza che spesso rasenta l’incomprensione o la non ragionevolezza.

Come può essere definita diversamente la situazione che ha portato – sia con il governo Prodi che con l’attuale governo – all’assurda condizione di inagibilità e di costrizione che ha colpito, badate bene, non i Comuni dispendiosi o, peggio, spendaccioni?

Ha colpito, al contrario, comuni virtuosi come il nostro. Puniti, (non si può usare altro termine davvero!) … puniti proprio perché virtuosi. Frenati e costretti all’inerzia proprio perché capaci ed in grado di svolgere funzioni di governo del territorio.

***

L`esatto contrario, come si comprende chiaramente, di ciò che servirebbe. Eppure qualche speranza animava noi federalisti che da anni ci battiamo per una profonda riforma istituzionale dello Stato,

La stessa misura sul federalismo fiscale approvata recentemente dal Parlamento sembrava portatrice di qualche novità di un certo interesse. Certo, pur nei limiti, si tratta comunque di un discreto passo in avanti. Va detto con grande chiarezza. Eppure non ancora sufficiente.

In questi mesi il Nord é stato pesantemente penalizzato (senza per altro che il Sud ne abbia tratto sostanziali vantaggi), proprio quando infuria una crisi economica che "morde" di più qui, proprio perché qui più forte é l`apparato industriale. Ha perso, il Nord, la battaglia della Malpensa. E si va aprendo una vertenza Linate (per noi cremonesi ancor più determinante) che non sembra incamminarsi verso una positiva soluzione. Mancano ancora finanziamenti certi per Expo 2015: sono insufficienti e, quelli annunciati, non sono concretamente finanziati. Anche sul versante più "sociale" la penalizzazione del Nord é evidente perché é qui che più morde la crisi e quindi più sarebbero necessari interventi di sostegno alle imprese ed ai lavoratori. Nel frattempo, a Roma, a Catania e ad altre città meridionali il Governo regala centinaia di milioni di euro ed esenzioni dai vincoli, mentre come si é visto noi, Comuni virtuosi, dobbiamo fare i salti mortali ed abbiamo subito "tagli" di ogni tipo.

Non critico – ripeto - il provvedimento sul federalismo fiscale, che pure ha criticità evidenti, ma che rappresenta comunque un passo avanti. Sto pensando ai tempi. Il provvedimento é un atto di indirizzo, che avrà bisogno di decreti attuativi e di tempi lunghissimi. Di recente, ad esempio, il Presidente Formigoni ha detto che secondo gli ottimisti il progetto del Federalismo Fiscale, ad andare bene, ci impiegherà 8 anni prima di diventare realtà concreta. Mentre i più pessimisiti parlano di 12-15 anni.

Ecco perché parlo di "nuovi" gattopardi! I gattopardi, secondo Tomasi di Lampedusa, erano coloro che fingendo e dicendo di voler cambiare tutto, in realtà facevano in modo che nulla cambiasse, nella Sicilia e nell`Italia del dopo-Unità. Erano insomma dei conservatori mascherati da innovatori! I "nuovi" gattopardi, peraltro presenti in tutti gli schieramenti politici anche se più numerosi nel centro-destra, sono coloro che promettono il cambiamento, parlandone spesso e con molta prosopopea. Ma lo promettono per domani o, anche, per dopodomani. E, per il presente, tanto fanno e tanto brigano affinché nulla cambi e tutto rimanga fermo come prima.

Ed invece l`autonomia della fiscalità locale é una misura che serve oggi, non domani o dopodomani. Anzi, a dire il vero, sarebbe servita già ieri, se penso ai problemi di questi ultimi anni.

A maggior ragione serve adesso, per attrezzare il Paese nel modo adeguato ad affrontare i marosi della crisi ormai in pieno svolgimento.

Ed invece gli stessi esponenti del governo ci dicono che ci vorranno minimo 8 anni, ma più probabilmente 12 o 15.

E nel frattempo che facciamo? Come affrontiamo la crisi? Con quali strumenti portiamo la nave fuori dalla burrasca?

In campo c`é una proposta che ho sottoscrittto, lanciata da un gruppo di sindaci del Veneto in maniera assolutamente trasversale e bypartisan e che rilancio qui.

Proponiamo che, in attesa del riassetto organico del sistema di finanziamento degli enti locali in attuazione del Federalismo Fiscale, venga istituita in favore dei Comuni una compartecipazione del venti per cento al gettito dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). La compartecipazione sull’imposta dovrà essere efficace a decorrere dal 1° gennaio 2010, con correlato azzeramento, a decorrere dalla stessa data, di tutti i trasferimenti dallo Stato centrale a favore degli stessi Comuni.

Si tratta di una proposta ragionevole, basata sul principio di responsabilità e di solidarietà. Infatti resterebbe ai Comuni una parte del gettito fiscale del loro territorio (un quinto di una delle tre fonti di gettito fiscale), mentre il resto del gettito continuerebbe ad andare allo Stato centrale per tutte le attività statali e per la solidarietà con le zone meno sviluppate.

Sarebbe una soluzione rapida ed efficace. Non si capisce perché non si riesca a realizzarla. Oppure, se pensiamo a quanto sia dura a morire una visione centralistica delle Istituzioni, si capisce fin troppo bene! Chiedo ai partiti di aderire. Chiedo ai Sindaci ed agli amministratori locali di ogni colore, alle forze sociali ed economiche, a tutti coloro che hanno a cuore gli interessi della nostra terra, di sostenere questa proposta in ogni sede.

Lo chiedo anche a voi tutti, signori consiglieri comunali: facciamo nostra una parola d`ordine trasversale e bypartisan, che si pone sltanto obiettivi positivi per le nostre comunità.

***

Signor Presidente, signori assessori, signori consiglieri comunali,

oggi consegniamo agli atti del Comune di Cremona il quinto Bilancio consuntivo di questa Amministrazione.

E` un atto, l`approvazione del Consuntivo che - ripeto quanto detto nelle altre circostanze – spesso viene colpevolmente trascurato, quando invece dovrebbe essere oggetto di grande attenzione da parte di tutti.

Mentre il Bilancio preventivo ricopre, infatti, l`importante compito di segnalare gli obbiettivi, le tendenze, le scelte effettuate dall`Amministrazione, quello Consuntivo testimonia senza ombra di dubbio quanto di quei progetti, di quelle idee, di quelle ipotesi di lavoro sei davvero riuscito a concretizzare.

Noi siamo sinceramente soddisfatti di essere riusciti a fare sostanzialmente tutto quanto avevamo messo in preventivo. Mi riferisco sia al Consuntivo che oggi approveremo, quello del 2008; ma mi riferisco ovviamente anche al Consuntivo generale dell`intera nostra Amministrazione.

E posso dirlo con una certa soddisfazione proprio perché non posso dimenticare i seri dubbi che animavano tutti noi quando fummo chiamati alle nostre responsabilità amministrative.

Ci trovammo di fronte – nel 2004 - ad una situazione che ci impediva in pratica di assumere mutui e di fare investimenti pubblici fino al dicembre del 2005, per l`accordo che era intercorso tra il nostro Comune e la Cassa Depositi e Prestiti in relazione all`estinzione anticipata dei mutui ottenuta grazia ad una parte dell`introito dovuto alla vendita delle Farmacie Comunali.

Decidemmo – in attesa del gennaio 2006 - di dedicare quel tempo alla elaborazione, nei limiti del possibile, dei progetti delle opere che avevamo in animo di realizzare. Ma poi, con il gennaio 2006, arrivò la legge finanziaria che imponeva altri limiti ed altri freni.

Da lì la decisione che assumemmo, di cedere ad AEM la restante parte dei sottoservizi comunali. Introiettando così quei 38 milioni di euro, che uniti ad altre importanti voci derivanti da alienazioni e co-finanziamenti, ci porterà alla fine del mandato ad aver investito in opere pubbliche la cifra mai raggiunta a Cremona di circa 150 milioni di euro.

Investimenti che si sono liberati, dunque, con qualche ritardo temporale, e che si sono tramutati in opere e cantieri soprattutto nella seconda metà di questa consigliatura.

Trovo davvero ingenerose e inconsistenti, le critiche che ci vengono rivolte riguardo ai tempi.

Noi siamo amministratori concreti, vogliosi di fare, di migliorare le situazioni (questo é riformismo!) e per amministratori così non é consentito non investire, con razionalità ed ovviamente senza sprechi, in opere pubbliche ed in servizi al cittadino.

Abbiamo potuto concretizzare gli investimenti un po` in là nel tempo, ma ciò non poteva frenare la nostra voglia di fare.

***

In questi 5 anni abbiamo fatto davvero tutto quanto era possibile fare.

Abbiamo fatto quasi tutto quanto previsto nel programma elettorale ed altro ancora.

Finiremo il quinto anno di mandato avendo investito – come sapete – circa 150 milioni di euro in opere pubbliche: strade, marciapiedi, quasi tutte le scuole messe a norma, molti palazzi pubblici sistemati; raddoppieremo, entro fine mandato, i chilometri di piste ciclabili portandoli da 27 a 58; quasi 300 case comunali che nel 2004 erano inagibili oggi sono sul mercato delle abitazioni pubbliche e popolari, diversi giardini e parchi di periferia sonio stati sistemati ecc.

Abbiamo ristrutturato la fogna profonda di Via Giuseppina, cosicché dal 2005, quando piove, mezza città finalmente non si trova più con le cantine allagate, come succedeva prima.

Abbiamo ristrutturato e messo in sicurezza Corso Garibaldi, che minacciava di crollare, approfittandone per rifare completamente tutti i sottoservizi.

Abbiamo ristrutturato il Cavalcavia del Cimitero che, anch`esso, minacciava di crollare. E così facendo abbiamo aperto una nuova, fondamentale linea di penetrazione del traffico che dalla tangenziale può raggiungere la zona della Stazione percorrendo la nuova via Boschetto e superando agevolmente il Cavalcavia.

Attraverso l`inserimento di dissuasori, rotatorie ed altri accorgimenti abbiamo ridotto in città del 30% circa gli incidenti con feriti, portandoli dal 1.163 del 2004 agli 817 dell`anno scorso

E non cito le altre numerosissime cose fatte, per non dilungarmi eccessivamente.

Ed oltre agli investimenti, nonostante le innumerevoli difficoltà (che alle volte sembravano a prima vista insormontabili) siamo riusciti a mantenere inalterati i servizi sociali, educativi e culturali, che tradizionalmente a Cremona sono di altissima qualità.

Il tutto senza aumentare le tasse comunali, che sono rimaste al livello del 2005.

E` tanto? E` poco? Non sta a me dirlo. Io so di avere fatto il massimo di quanto era nelle mie possibilità. Poi saranno i cittadini a dare un giudizio, democraticamente ed in piena libertà.

***

Egregi Colleghi,

abbiamo trascorso in questo magnifico Salone dei Quadri e nel nostro Palazzo molte ore in questi 5 anni, impegnati nel nostro lavoro di pubblici amministratori. Abbiamo svolto qui l`alta funzione di rappresentanti del popolo, eletti democraticamente, chiamati ad amministrare le cosa pubblica in nome e per conto dei nostri concittadini.

Ci siamo confrontati, spesso abbiamo discusso animatamente, qualche volta siamo riusciti a trasformare il confronto anche in fattivo contributo che ha portato anche a decisioni condivise. Il più delle volte, come é normale in democrazia, le decisioni sono state assunte a maggioranza.

Abbiamo discusso, ci siamo confrontati alle volte anche vivacemente, ma credo di poter dire che sempre siamo riusciti a far prevalere il senso dell`istituzione, il rispetto reciproco, la consapevolezza che tutti, qui, nel momento nel quale concretizziamo il nostro ruolo, rappresentiamo uno dei più alti momenti del nostro sistema: la democrazia, la sua rappresentanza, il suo pieno e compiuto svolgimento.

Voglio ringraziare tutti voi – sia come singoli consiglieri che come istituzione del Consiglio Comunale – per la dedizione, la serietà, l`impegno profusi. Certo, tra alti e bassi. Sicuramente con pregi e difetti. Ma credo di non sbagliare se invito i cremonesi ad apprezzare il lavoro svolto dai loro rappresentanti in questa aula.

Tra qualche settimana, i cremonesi saranno chiamati a scegliere il nuovo sindaco della loro città. E con lui sceglieranno i 40 consiglieri comunali che dovranno dar vita alla nova consigliatura.

Ovviamente ciò avverrà in piena libertà ed in piena consapevolezza. Saranno aiutati, a questo fine, dal confronto elettorale, dal dibattito delle idee, dei programmi, delle proposte.

Sono certo ed auspico che le forze politiche della città sappiano dare vita ad una campagna elettorale ricca, articolata, densa di incontri, di occasioni di confronto, tale da facilitare lo scambio delle informazioni e la possibilità per i cittadini di formarsi le necessarie convinzioni per operare le loro scelte.

Un confronto libero, democratico, partecipato, e comunque sempre rispettoso delle idee di tutti, in un clima di grande rispetto reciproco e di pacifica e normale convivenza.

Sopra tutti, sopra i pur legittimi interessi di parte, non dobbiamo mai dimenticare il valore incalcolabile della democrazia e della libertà. Che sono doni che i nostri Padri fondatori ci hanno consegnato in seguito alla Liberazione, di cui in questi giorni ricorrono i 64 anni) ed alla conseguente ricca e fondamentale elaborazione che condusse alla promulgazione della nostra carta Costituzionale.

Sono condizioni che alle volte siamo portati a considerare scontate, ma che scontate non sono mai.

Ce lo ricorda la realtà che tutti i giorni arriva nelle nostra case attraverso le notizie che ci portano i media nell`era della globalizzazione. Ce lo ricorda, non ultimo, quanto abbiamo giustamente voluto fare con quest`ultima nostra riunione del Consiglio Comunale.

Credo infatti che anche a questo debba e possa servire la cerimonia che abbiamo tenuto qualche momento fa, con la quale abbiamo conferito a Sua Santità Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet, la cittadinanza onoraria di Cremona: a mantenere ferma la richiesta di libertà e di democrazia per tutti i popoli del mondo ed a tenere alta la consapevolezza di come libertà e democrazia siano beni assolutamente irrinunciabili e per i quali sempre va mantenuta una salda volontà ed una forte attenzione.

Voglio dunque ancora ringraziare tutti voi – dal Presidente del Consiglio a tutti i singoli Consiglieri Comunali. E con voi voglio ringraziare con sincerità ed apprezzamento per il forte lavoro svolto, tutti gli Assessori, a partire dal Vice Sindaco, che in questi 5 anni hanno collaborato con me con spirito di servizio e di dedizione.

Così come voglio ringraziare il Direttore generale, i Dirigenti, i Funzionari e tutti i dipendenti comunali che in questi anni - con grande capacità e con spirito di squadra – hanno saputo svolgere egregiamente il proprio compito, qualche volta anche ingrato e misconosciuto, sempre nell`interesse del cittadino e della nostra istituzione locale.

Un ringraziamento particolare ai miei più stretti collaboratori, ai miei famigliari, agli amici, alle persone a me più care, che mi hanno dato forza nei momenti “difficili”, sopportato, sorretto e stimolato.

Grazie ancora una volta a tutti. Arrivederci.

Gian Carlo Corada

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Seduta del Consiglio Comunale di Cremona

Lunedì 20 aprile 2009

(I Consiglieri, in piedi, applaudono vivacemente ed in maniera prolungata)

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