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IL BLOG DI GIANCARLO CORADA

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Letture: *Il cortigiano e l`eretico* e *Baruch Spinoza e l`Olanda del Seicento*

Matthew Steward, *Il cortigiano e l`eretico*, Feltrinelli, 2007, € 25

Se siete in vena di leggere libri *sossoli*, anche se non terribili mattoni, mi permetto di consigliarvi la traduzione di Francesco e Marta C. Sircana di questo libro di alta divulgazione, il cui sottotitolo e` *Leibniz, Spinoza e il destino di Dio nel mondo moderno*.

L`ultima di copertina recita: - *Il cortigiano e l`eretico* è il ritratto della crisi religiosa e filosofica verificatasi agli albori del mondo moderno. Al centro del racconto è Dio. Lo scenario è quello di un`Europa appena uscita dalla Guerra dei trent`anni, segnata dalle difficoltà di un`altissima conflittualità religiosa, scossa da rivolgimenti politici altrettanto profondi.

I protagonisti sono i due massimi filosofi del Seicento, Gottfried Leibniz e Baruch Spinoza: difensore dell`ortodossia il primo, "il più empio dei filosofi" il secondo. La posta in gioco è la libertà dell`individuo e il posto dell`uomo nell`ordine della Natura. La magica penna di Matthew Stewart ripercorre la progressiva costruzione della speculazione dell`uno e dell`altro, intrecciandola alla nar,razione delle rispettive biografie, con lo sguardo al più ampio contesto storico: la città di Amsterdam, la corte di Hannover, gli intellettuali del tempo e i loro ambienti di provenienza, i maestri, gli amici, i colleghi, i regnanti. Le due "idee" del divino che Leibniz e Spinoza elaborano sono tutt`altro che estranee allo sfondo politico e religioso del loro mondo, rispetto al quale emergono come conseguenze e contromisure. L`autore, nel mostrarlo con chiarezza e acume, contribuisce a fare di questa ricostruzione del passato un`immagine ben viva per il nostro panorama politico e il nostro orizzonte diviso tra rinascite neoilluministe e neotradizionalismi cristianeggianti - .

Il libro e` scritto con eleganza e competenza. Il ritratto dei due forse piu` importanti pensatori degli inizi dell`eta` moderna e` seducente, anche se il confrotno fra loro (ed il complesso rapporto) e` forse troppo insistito. Opere del genere, di alta divulgazione, tipiche della cultura anglosassone, sono le benvenute in Italia.

Colgo l`occasione per segnalarvi un libro, edito da Einaudi nel 2002 (ancora in commercio) ma che ho letto solo di recente. E` un a famosa ed ottima biografia di Spinoza.

Si tratta di Steven Nadler, *Baruch Spinoza e l`Olanda del Seicento*, Einaudi, 2002,

Così recita la presentazione in controcopertina: - Baruch de Spinoza (1632-1677), figlio di un importante mercante della comunità ebraico-portoghese di Amsterdam, era uno degli allievi più dotati della sua scuola. Ma qualcosa accadde quando aveva ventitré anni - non sappiamo se in modo repentino o graduale -, qualcosa che comunque portò alla più severa scomunica mai pronunciata dai capi della comunità sefardita di Amsterdam. Spinoza prese le distanze dalla comunità - e alla fine dal giudaismo nel suo insieme - diventando uno dei più importanti e celebri filosofi di tutti i tempi, e di sicuro uno dei personaggi più radicali e controversi della propria epoca. La trasformazione (se di questo si trattò) del comune ragazzo ebreo - che vive, perlomeno in apparenza, nella più assoluta ortodossia e si fa notare forse solo per la propria intelligenza - in filosofo iconoclasta è una trasformazione della quale purtroppo non sappiamo, e con ogni probabilità mai sapremo, nulla. Disponiamo solo del documento di cherem, pieno di ingiurie e di maledizioni, che fu stilato per l`occasione dai reggenti della comunità. Filosofo morale e metafisico, pensatore politico e religioso, esegeta della Bibbia, critico della società, intagliatore di lenti, commerciante fallito, intellettuale olandese, ebreo eretico. Se la vita di Spinoza è tanto interessante, ciò è dovuto anche ai diversi contesti, a volte contrastanti, in cui si trovò a operare: la comunità di immigrati portoghesi e spagnoli, parecchi dei quali un tempo «marrani», rifugiati in seguito nella nuova repubblica olandese, ricca di opportunità economiche; la politica turbolenta e la lussureggiante cultura di questa giovane nazione, che alla metà del XVII secolo conobbe la sua età dell`oro; e, non ultimo, la storia stessa della filosofia. Basato su rigorose ricerche d`archivio, Baruch Spinoza di Steven Nadler - più che un semplice resoconto della vita del filosofo olandese - introduce il lettore nel cuore dell`Amsterdam ebraica del XVII secolo e nel tumultuoso mondo politico, sociale, intellettuale e religioso della giovane repubblica olandese. L`interrogativo che sta al fondo dell`indagine dello studioso americano è il seguente: in che modo i diversi aspetti della vita di Spinoza - il suo sfondo etnico e sociale, il suo esilio e la sua posizione intermedia tra due culture totalmente differenti, quella della comunità ebraico-portoghese di Amsterdam e quella della società olandese, il suo sviluppo intellettuale, le sue relazioni politiche e sociali - contribuirono a disegnare il profilo di uno dei pensatori più radicali della storia? E, accanto a questo, un altro interrogativo, di carattere più generale: che cosa significava essere un filosofo e un ebreo durante l`età dell`oro della repubblica olandese?

Steven Nadler è professore di Filosofia e membro del Centro per gli Studi ebraici presso l`Università del Wisconsin -

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