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15 Settembre, 2002
Pierpaolo Pracca: Il venditore di poesia
Vita e pensiero di Gaetano Ravizza - Le voci dei morti stranamente durano di più di quelle dei vivi (Maria Corti)

A volte, nei casi più riusciti, l'interprete si fa clessidra e custodia del tempo che scorre, preserva e restituisce ricordo all'oblio, recupera i granelli di sabbia, li elargisce al futuro connotandoli e illuminandoli. E' questa l'operazione che attraverso il suo libro, sembra compiere metaforicamente Pierpaolo Pracca: capovolge la clessidra consegnatogli dallo stesso Ravizza con la poesia "Quando cercherai chi sono stato", dedicata al suo postero biografo. In fondo, cos'altro chiede il poeta al suo esegeta se non rispetto, conservazione nella memoria e produzione di significato?

Questa richiesta virtuale che, in qualche modo, mi sembra paradigmatica, permette di immaginare, tra le pagine che scorrono, una dialettica tra l'autore della biografia e lo stesso Ravizza, oltre che tra Ravizza e le fonti della sua ispirazione. Le parole si fanno eco, diventano incontro e terreno di analisi puntuale, mettono ordine nel tumulto, senza peraltro abdicare al senso critico, alla perizia dello studio, al coinvolgimento, anche personale. Pracca afferra le differenti virtualità significanti, ripropone, parafrasa, connette, ricerca ciò che lo stesso poeta insegue, muovendosi sul suo stesso itinerario di senso. E dal momento che tanti, e dissimili, sono i temi della poesia, l'autore ne scompone e ne mette in luce la vasta e mutevole fenomenologia volgendo il suo impegno lungo una direttrice carica di sfumature, di voci e d'interpretazioni che passa attraverso la storia umana e la ricerca spirituale di Ravizza.

Conducendoci, attraverso un viaggio suggestivo nell'incontro con un personaggio quasi sconosciuto, Pracca, con stile limpido ed elegante, riesce a cogliere non solo il pensiero del poeta, ma anche lo spirito dell'uomo, le sue disarmonie, la sua lacerazione, il suo dramma personale conferendo allo scritto una sua continuità lirica. Nei versi di Ravizza, s'incontrano esperienza estetica ed esperienza mistica, trascendenza e fisicità, un tipo di sensibilità in cui riaffiorano suggestioni appartenenti ad una visione neoplatonica, romantica, teosofica, insieme ad aspetti di filosofia buddista. Più di ogni altra cosa, però, Pracca riesce a restituire al lettore, con profondità e sottigliezza, la complessità di un artista polivalente, la sua spiritualità, i conflitti, l'inquietudine dell'anima, seguendolo lungo un cammino di chiarificazione, di conoscenza, con passione e dovizia d'intenti, secondo una lettura multipla che va dalla narrazione al ricordo, dall'analisi ai significati, dalla poesia alla vita.… Via via che la storia si dipana, Ravizza viene come liberato dal blocco solido della sua epoca, quello che lo aveva confinato in una posizione di outsider, diventando voce composita e ob-scena, fuori dal coro, pur se in costante dialogo con il suo e il nostro tempo.

Ciò che ci viene riconsegnata, con onesta pietas, è l'immagine di un uomo che, al di là della sofferenza fisica e psichica, nutre passione per il bello, lo stile, la purezza, qualità queste che, forse, acquistano anche il significato di cura potenziale per l'angoscia e auspicabile condotta di vita. Lo stesso Ravizza, del resto, considera "lo squilibrio della sua mente" quasi una sorta di male necessario all'interno di un percorso spirituale verso la Luce della Verità : "Dovevo pagare a caro prezzo il mistero della vita, della morte dell'infinito!" Gaetano Ravizza, La Crisi. Dalle memorie di un pazzo, edizioni Gerli, Torino, 1950

La poesia diventa medium di comunicazione della trascendenza umana, alito religioso, strumento che avvicina a Dio; il suo opus è fare anima, celebrare la ricerca del mistero della vita, la ricongiunzione con l'assoluto attraverso una forma di conoscenza dello spirito nelle sue diverse manifestazioni. Il soliloquio interiore, la sofferenza, lo stesso straniamento, si fanno luogo e incavo ideale per la via apofatica alla Verità e al metafisico, uno spazio privato in cui cercare protezione e potersi abbandonare come ad una "Madre terra". Attraverso una sorta di percorso iniziatico, il dolore si fa colpa e poi castigo di sé, diventa segno di una ferita dell'essere che è essa stessa invocazione e sotterraneo travaglio umano, essenziale alla sintesi poetica. Il tragitto ravizziano alla ricerca della perfezione è una tensione verso l'assoluto e l'eterno in cui il bisogno di trasfigurazione e di trascendenza si fanno nerbo che eleva lo slancio creativo. Ne derivano immagini e parole nelle quali spirito e corpo, Cielo e Terra, non sono tra loro separabili, ma permettono di recuperare un profondo senso del divino e del Sacro, come fusione, diremo noi, del conscio e dell'inconscio, in una potente dimensione di totalità, quasi in una sorta di Graal femminile e maschile insieme .

Il sentimento del tragico che vibra nella poetica di Ravizza diviene immagine di una mancanza che, per trovare un significato, deve poter essere elevata e considerata Via che conduce al recupero della scintilla divina, innata, secondo il poeta, in tutti noi. Da qui, non la ricerca di un ideale, quanto di una metafisica dell'ideale, di una tensione all'unità che lo conduce a considerare la Scienza come oggetto di un'ardente requisitoria per la sua incapacità di dare risposte alla sofferenza e per la sua freddezza, così disgiunta dalla realtà dello spirito. Lontano dall'assumere l'egocentrismo proprio di un certo tipo di filosofia ottimistica, nondimeno ampiamente criticata, Ravizza sembra concepire la vita stessa quale cammino alla ricerca di valori fondanti, ricerca che aspira, essenzialmente, ad un mondo basato su principi etici fondamentali. E' anche vero, però, che, purtroppo, i concetti e le idee non sempre riescono ad essere vissuti come sentimenti!

La vita del poeta acquese, infatti, scissa e piena di dualismi, fa pensare ad un uomo dilaniato da profondi dilemmi, attraversato da slanci intellettuali e ferite profonde, così come trasmettono le rappresentazioni evocate dai suoi versi tessuti da un coacervo di ombre e di luci, di eden sospirati e di inferni vissuti. Questo, e tanto altro ancora, emerge nell'originale ed interessante lavoro di Pracca nel quale la ricerca documentaria, affiancata degnamente da specularità ed autonomia del narrare, il valore epistemico del suo modo di fare ricerca, gli accostamenti e le ipotesi, si fanno accoglimento e differenziazione svelando, come in un processo simbolico, la realtà multiforme e risonante contenuta nell'opera del venditore di poesie Gaetano Ravizza. Ed è una mimesi letteraria che illumina, che fa intravedere immagini, che dà dignità al poeta e all'uomo, una mimesi che, sono convinta, possa appagare l'originaria istanza del poeta al suo biografo.

Rita Brescia, Psicologa

***

Vita e pensiero di Gaetano Ravizza
di Pierpaolo Pracca
Spoon River editore

 


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