15 Settembre, 2002
Corada scrive al Prefetto: siamo virtuosi, ma i tagli ci penalizzano
In una lunga lettera del sindaco Corada al prefetto Tancredi Bruno di Clarafond si chiede che possa intercedere a livello presso il governo centrale. Tema: il bilancio comunale ed i tagli che dovranno essere effettuati sul 2009.
Illustrissimo Signor Prefetto,
La rendo edotta della situazione in cui si è venuto a trovare il nostro Ente, affinchè possa intercedere presso i competenti Ministeri, inoltrando la presente nota.
Come ormai da alcune settimane appare sulla stampa nazionale, la crisi della finanza locale sta investendo anche un Ente locale, solido e “virtuoso”, come il Comune di Cremona (indebitamento fra i più bassi d’Italia, modesta pressione tributaria sul cittadino, costante rispetto del Patto di stabilità, rapporto più che positivo tra costi x servizi generali e servizi welfare resi, rispetto costante dei termini contrattuali dei pagamenti, ecc.), rendendo assai problematico chiudere il bilancio dell’esercizio in corso e soprattutto approvare il nuovo bilancio 2009.
Brevemente ecco le difficoltà più rilevanti con cui dovrà fare i conti questo Ente a partire dai prossimi giorni.
Per l’anno 2008 la necessità di rispettare il Patto di stabilità, anche in considerazione delle sanzioni previste dalla legge, a fronte di importanti investimenti (strade, scuole, cimiteri, alloggi ERP, ecc.) avviati negli scorsi anni e per i quali si vanno perfezionando oggi parte dei pagamenti a contratto, impone al Comune di Cremona il blocco degli stessi pagamenti in conto capitale per un valore, ad oggi, di € 5.138.597,51, con notevolissimo disagio per le imprese appaltatrici già colpite dalla crisi del settore e dalla recente grave crisi del credito bancario, a fronte di una disponibilità sul conto corrente di Tesoreria comunale di € 47.770.660,97 accumulata negli anni passati grazie ad un oculata gestione delle risorse.
Alle severe regole sul Patto di stabilità si aggiungono, sempre nel 2008, i tagli dei trasferimenti dallo Stato relativi a:
• Parziale ristoro dell’abolizione ICI prima casa, con una perdita per il Comune di Cremona oggi quantificabile in € 400.000,00;
• Norme per il taglio dei “costi della politica”, solo in minima parte efficaci per il Comune di Cremona, con una perdita di circa € 320.000,00;
• Ristoro della minore ICI fabbricati ex rurali, con un’ipotesi di accertamento “virtuale” non coperto dal bilancio dello Stato per circa € 700.000,00;
• Rimborso IVA per l’esternalizzazione del servizio di trasporto pubblico locale, non finanziato per esaurimento del fondo sul bilancio dello Stato, stimabile in € 200.000,00.
Questa pesante contrazione dell’entrata corrente ha costretto il Comune di Cremona, già in sede di assestamento generale al bilancio di previsione 2008 a una serie di tagli importanti in vari settori. Per il bilancio 2009 la situazione si presenta, se possibile ancor più difficile. Il Patto di stabilità, riguardando ancora la spesa per investimenti, vedrà esaurirsi già nei primi mesi dell’anno la disponibilità finanziaria utile per i pagamenti alle imprese, anche per effetto del blocco 2008 che “slitta” al 2009.
Il Comune di Cremona si vedrà dunque costretto a fermare nuovamente i pagamenti alle imprese per i contratti già avviati, nonché a bloccare la stipula di nuovi contratti d’appalto per il completamento di importanti opere pubbliche, con un grave danno per gli interventi sulla città in corso di realizzazione (specialmente su viabilità, alloggi ERP, cimiteri), proprio quando occorrerebbe accrescere gli investimenti pubblici locali, visto che ci troviamo in un contesto di dichiarata recessione economica generale (si pensi in particolare alle piccole imprese artigianali sub-appaltatrici sempre più in difficoltà nei rapporti con le banche creditrici).
Tutto ciò, sempre a fronte di una rilevante disponibilità sul conto corrente di Tesoreria comunale prevista per il 2009. Ad aggravare la crisi finanziaria per il 2009, alle regole sul Patto di stabilità si aggiunge il taglio dei trasferimenti dallo Stato, così come recentemente stimati da “Il Sole 24Ore” (24/11/2008), relativi a:
• Riduzione del trasferimento ordinario, con una perdita stimata per il Comune di Cremona di € 261.000,00
• Parziale ristoro dell’operazione di abolizione ICI prima casa, con una perdita di € 912.000,00;
• Taglio dei “costi della politica”, con una perdita di € 314.000,00;
• Ristoro della minore ICI fabbricati ex rurali, con un’ipotesi di accertamento “virtuale” non coperto dal bilancio dello Stato per € 977.000,00.
Tutto ciò in una situaione diil blocco delle aliquote e delle tariffe dei tributi locali in attesa dell’entrata in vigore del federalismo fiscale.
Il “combinato disposto” di questi vari provvedimenti, costringe il Comune di Cremona, gravemente colpito nella sua autonomia costituzionale, in sede di predisposizione del bilancio 2009, ad importanti tagli in vari settori per un valore complessivo non inferiore a circa € 3.000.000,00 (l’8,3% della spesa corrente 2008 escluso il personale).
Questi tagli, che ovviamente si sommano a quelli già praticati nel 2008, rischiano di alterare, nonostante i nostri sforzi, le modalità ed il livello di erogazione dei servizi comunali, anche strettamente istituzionali, nel corso dei prossimi anni, peggiorando la capacità del territorio di reagire ad una crisi finanziaria, economica e sociale di rilevanti dimensioni ancora oggi non del tutto conosciute.
Il sindaco (Prof. Gian Carlo Corada)
 
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