15 Settembre, 2002
“Per avere successo bisogna per forza guardare ai quattrini ed al potere!” (di…ignoto).
Caro direttore, ho fatto uno strano sogno, non brutto…però, ier l‘altra notte. E lo so bene “io”…il perchè, trovandomi in compagnia di “certi” amici (chiamali amici…poi!).
“IPNO” IL DIO DEL SONNO, IL PRECIPIZIO E
“CREMONA NEL CUORE”
“Per avere successo bisogna per forza guardare
ai quattrini ed al potere!” (di…ignoto).
Caro direttore, ho fatto uno strano sogno,
non brutto…però, ier l‘altra notte. E lo
so bene “io”…il perchè, trovandomi in compagnia
di “certi” amici (chiamali amici…poi!). Ma
lo sanno altrettanto bene anche tutti quei
cremonesi i quali, “dacci dentro” oggi che
“ci do dentro” domani, usano ed abusano,
in occasione di nostalgici festeggiamenti,
di pane biscottato, di salame casereccio
(rigorosamente tagliato “due diti”), di gorgonzola
dal profumo il più nauseabondo possibile,
oltre a quattro o cinque scaglie di grana
padano “consolidato”. Immaginate, poi, direttore,
che il tutto venga annacquato con un eccelso
vino lambrusco, rotondo, pieno, abboccabile,
nutriente ed un po’ piacione, denominato
“grasparossa” di Castelvetro modenese, giusto
fresco-fresco di cantina. Non vi pare un
bene di Dio tutto questo…o no? Altro che
“quattrini” e “potere”! Impossibile rinunciarvi,
anche al più “fighetto” dei nostri simili!
Io non so bene spiegarvi come e cosa sia
successo…dopo, in quella serata. Fatto sta
che mi sono trovato adagiato tra le braccia
di Ipno, il dio del sonno. E lì…giù a sognare.
“Ecche” sogno, direttore! Beh, siete fortunato
poiché mi trovate proprio in “giusta vena”.
Ed allora volentieri ve lo racconto, quel
mio sogno. Sognavo di avvicinarmi, molto
lentamente, ad un alto dirupo, a strapiombo
su di un mare di colore “blu mare”, epperò
gonfio-gonfio di tempesta. Ma la giornata
era limpida, il cielo terso ed azzurro, ma
di un azzurro così carico di “azzurro” che
mi sembrava “mi” sventolassero, di sotto
al naso, tante, ma tante, troppe di quelle
bandiere che abbiamo tutti quanti (o forse
voi no!?) veduto sventolare al recente Congresso
di quello schieramento politico che ‘na volta
si chiamava Alleanza Nazionale, e che adesso
non c'è più…quel partito. Non c’è più perchè
quel buon uomo del Silvio d’Arcore, benefattore
per eccellenza, “l’ASSO” pigliatutto, l’ha
sciolto. E l’ha sciolto nientemeno che nel
suo stesso partito, facendo così diventare,
di tutta un’erba….un fascio! Appunto! E più
mi avvicinavo a quell’orrendo pauroso precipizio,
più riuscivo a delineare la sagoma di un
“essere vivente”, in carne ed ossa (per me
più ossa che carne), dai capelli un poco
arruffati, con gli occhiali, di statura alta
quel tanto che bastava per sorreggere (presi
per i capelli, “sifaperdire”), un poco a
fatica, altrettanti due “esseri umani”: uno
nella propria mano destra, mentre l’altro
nella propria mano sinistra. Questo buon
uomo li sorreggeva proprio sull’orlo di quel
precipizio, come se volesse liberarsi di
loro. Così, incuriosito, mi sono sempre di
più avvicinato a quel simpatico “quadretto
familiare”. E…sorprese delle sorprese, ho
potuto individuare “nientepopodimenoche”
i protagonisti di quel quadretto. Per la
cronaca (che gioco di parole, direttore,
col vostro inappuntabile quotidiano!) precisamente
il mio sindaco professore, il Corada GianCarlo,
impegnatissimo a sorreggere, nell’una mano
il Soregaroli, di nome e di fatto Daniele,
l’attuale assessore al “cincel”, mentre nell’altra
l’arcinoto Pizzetti, personaggio politico
per tutte “le stagioni”, il quale, “che”
quando parla lui…tutti l’ascoltano a bocca
aperta! Allibito (ma poi non più di tanto!)
piuttosto assai divertito, facendo memento
di quello che mi aveva “imparato” un mia
persuasiva docente di “lambada” (ballo molto
sensuale ma divertente), producevo i miei
massimi sforzi per non essere scoperto. Così,
mimetizzatomi sapientemente tal quale “arbusto
nano di montagna”, rimasi lì, fermo, quasi
impietrito, ad osservare l’evolversi della
situazione. Ad un tratto un assordante squillo
proveniente dal telefonino del Corada (telefonino
rigorosamente appeso al collo del mio sindaco
professore) rompeva il silenzio imperante
sopra quello sconvolgente dirupo. Riuscii
ad individuare, a malapena ma abbastanza
chiaramente, dal display illuminatosi, che
trattavasi nientemeno che di Franceschini,
il Dario di Ferrara, novello segretario pro
tempore del Partito Democratico. Direttore
paziente, quale mossa avrebbe dovuto compiere
(o voluto compiere) il sindaco filosofo,
all’udire quello squillo? “Mollare” uno dei
due personaggi trattenuti nelle mani, salvando
l’altro (ma chi…mollare?), per rispondere,
con l’altra mano, all’importantissima telefonata
di “richiamo” del segretario del suo partito?
Mollarli…entrambi, in un’unica soluzione,
al fine di poter rispondere, liberamente
e compitamente, all’estense Dario? Oppure,
far finta di nulla, come se quella importante
telefonata non fosse stata udita e rimanere,
in estasi, con quei due personaggi “appesi”
tra le sue mani, sull’orlo di quel precipizio,
facendo prendere loro uno “spago della madonna”,
in attesa di non so quali nuovi eventi? Purtroppo
non mi è riuscito di assistere all’epilogo
di quell’esilarante siparietto, poiché un
impellente bisogno fisiologico mi aveva risvegliato
da quel sonno (e da quel sogno) tanto profondo
quanto denso di significato. Così, speditamente
e senza indugio, sono dovuto correre…e basta!
Sintesi di conclusione: per fortuna, direttore
che io ci ho sempre “CREMONA NEL CUORE” e
che il mio sindaco professore, sono certo,
sopra quel dirupo, abbia voluto assumere
la più saggia delle sue decisioni! Che cosa,
direttore? Mi chiedete forse ”…quale decisone
abbia voluto assumere sopra quel dirupo lui,
il candidato sindaco “in pectore”, il prof.
GianCarlo?”. Beh, in tutta onestà, sarebbe
tanto piaciuto saperlo anche “io”! Per l’intanto
confidiamo che il futuro sia migliore già
da domani.
giorgino carnevali
 
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