15 Settembre, 2002
25 aprile 1945.Per non dimenticare mai. di Giorgino Carnevali
Non basta amare la giustizia ed odiare l’iniquità, se in “tempore iracundiae” non siamo “reconciliatio” (don Primo Mazzolari).
25 APRILE 1945, PER NON DIMENTICARE… MAI
!
Non basta amare la giustizia ed odiare l’iniquità,
se in “tempore iracundiae” non siamo “reconciliatio”
(don Primo Mazzolari).
Caro Direttore,
ritorno, e ritorno volentieri, a stretto
giro di posta, in occasione di una ricorrenza
che MAI dovrà essere dimenticata. MAI! Perché
la memoria ritorni, SEMPRE!.
…..“Era giunta l’ora di resistere; era giunta
l’ora di essere uomini: di morire da uomini
per vivere da uomini”. (Piero Calamandrei).
Non è retorica codesta. Codesta è storia
vera, autentica, non è illazione; è LA LIBERAZIONE
DELL’ITALIA….codesta! Ed acciocché le celebrazioni
del 25 aprile non debbano apparire sterili,
patetiche, superate o “giù di moda”, è fortemente
necessario ricordare, ricordare Bene e Sempre,
poiché lutto e sofferenza, ingiustizia e
miseria hanno imperversato da entrambe le
parti. Dunque fu un movimento resistenziale…quello,
chiamato anche Resistenza Partigiana o più
semplicemente Resistenza, contro l’invasione
della Germania nazista, contro la Repubblica
Sociale Italiana di Benito Mussolini, fascista.
E così…cattolici, comunisti, liberali, socialisti,
azionisti, monarchici, anarchici furono i
partiti animatori della Resistenza, riuniti
in quello stupendo Comitato di Liberazione
Nazionale (CNL). E parecchi di loro pagarono
col sangue e col sacrificio delle loro giovani
vite umane, un prezzo altissimo, offrendo
la stessa propria vita per la libertà. Caro
direttore, quanto robusta, quanto sana, quanto
veritiera appare, a me medesimo, la tentazione
di urlare, prepotentemente ed a squarcia
gola: “PERCHE’? PERCHE’? PERCHE’ tutte quelle
giovani vittime? PERCHE’? Perché, con tanto
coraggio e spirito di abnegazione, loro,
giovanissimi tra i più giovani, si immolarono
così precocemente per un ideale eccelso:
la libertà della loro tanto amata Patria?
Quale nobile sentimento mosse le loro volontà,
le loro gesta? Io, direttore, per la verità,
una mia spiegazione…”ce” l’ho! E “ce” l’ho…semplice
semplice. Semmai vi dovesse capitare di transitare
per la piazza prospiciente la bella chiesa
di San Luca in Cremona, beh, soffermatevi
volentieri a leggere, soprattutto a meditare
su quell’epigrafe, amabilmente ripulita,
restaurata e riconsegnata all’antico splendore,
dalle mani volonterose di Ziglioli Alberto,
uno dei tanti “giovini di allora”, un partigiano
cristiano classe 1926, per i tanti amici
“Berto”. E lui, il Berto, lui…C’ERA, in quel
triste e lontano 26 aprile del 1945! Quell’epigrafe,
inesorabilmente consunta dal tempo ma che,
inossidabile, troneggia orgogliosa e fiera
sulla parete del tempietto bramantesco adiacente
la chiesa medesima, così bene ricorda a tutti
noi, a tutti gli uomini di buona volontà,
soprattutto ai nostri giovani:
Il 26 aprile 1945
ARDORE PUGNACE DI ADOLESCENZA
STRONCO’ SUL FRAGILE STELO
ATTILIO BARBIERI
STUDENTE LICEALE DI ANNI 16
DANILO DE MARCHI
OPERAIO DI ANNI 18
BERNARDINO ZELIOLI
STUDENTE UNIVERSITARIO DI ANNI 18
FALCIATI DA MITRAGLIA TEDESCA …
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LA LIBERTA’ FRUTTO DI SANGUE
Tutti e tre, giovanissimi, nel corso di una
operazione partigiana alla stazione ferroviaria
di Cremona, si appostavano nei pressi del
tempietto sulla piazza di S. Luca, in fregio
a corso Garibaldi. Si avviava un conflitto
a fuoco tra partigiani ed una colonna di
blindati tedeschi in ritirata. In quel frangente
un blindato tedesco sopraggiungeva dal Corso
ed apriva il fuoco. I tre giovanissimi partigiani
venivano falciati e feriti a morte dalla
potente mitraglia a sei canne dell’autoblindata”.
Questo, anche questo fu il 25 aprile del
1945, fra i tantissimi che si celebreranno
in ogni angolo dell’Italia democratica. Fu
un gesto nobile, fu un sacrificio di sangue
che quei giovanissimi ragazzi, troppo giovani,
compirono per tentare di opporsi alla violenza
ed all’ingiustizia. Grazie, direttore, per
l’ampio spazio concessomi.
giorgino carnevali
25 aprile 2009
 
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