15 Settembre, 2002
Nessun insulto, solo ironia per una legge ridicola
I Giovani Democratici di Cremona rispondono alle gratuite accuse dei leghisti
In risposta alle affermazioni rilasciate domenica 26 aprile a “La Provincia” e lunedì 27 al sito “Cremona24ore” dagli esponenti della Lega Zaffanella e Grassani, noi Giovani Democratici vogliamo sottolineare come le argomentazioni usate dai leghisti per giustificare la nuova legge regionale sulla gestione degli spazi esterni degli esercizi artigianali siano delle banali semplificazioni.
Come di consueto c’è chi abusa della solita retorica delle regole, dell’ordine e della sicurezza per mascherare, in questo caso, un palese intento propagandistico.
È bene che i lettori sappiano che il provvedimento non è nato dalla volontà di regolamentare il settore, bensì da una chiara intenzione discriminatoria volta a penalizzare i titolari di kebaberie.
La legge, elaborata sull’onda di pregiudizi etnici, culturali e razziali, ha ora imposto incomprensibili restrizioni a numerose altre attività di ristorazione (fast-food, rosticcerie, gelaterie, piadinerie, pizzerie da asporto, ecc.) gestite da un’intera categoria di professionisti sia italiani che immigrati che vive del proprio lavoro.
È curioso come si possa parlare di “bivacchi” e di “vivai di auto” per motivare un provvedimento che principalmente mira ad impedire agli esercizi artigiani di usufruire ad ogni ora del giorno di tavolini, panchette, sedie e modeste installazioni esterne. Se, come insistono i leghisti, l’intenzione è quella di parificare gli orari di chiusura notturni, non è chiaro come mai un cliente in pausa pranzo debba ora essere costretto a consumare un tramezzino, una piadina o un gelato all’interno del locale senza potersi sedere comodamente di fronte ad esso.
Ricordiamo che si avvicina la bella e calda stagione. Parafrasando un noto comico italiano: “non capiamo la relazione”.
Ma una relazione c’è, ed è chiara: per riuscire a colpire quella parte degli immigrati che, oltretutto, lavora, fa impresa e paga le tasse, la Lega ha legittimato un intervento inutile e dannoso che, in tempi di crisi, penalizza un intero settore commerciale che nella sola Lombardia conta circa 6mila attività con 40mila addetti; e il tutto camuffando l’operazione dietro pretesti di ordine pubblico.
L’iniziativa proposta da noi venerdì sera aveva lo scopo di rispondere ironicamente a questa legge ridicola e demagogica che nulla ha di serio. Prendendo atto di come l’ironia di un volantino dal taglio simbolico sia stata spacciata come un insulto e un’offesa, riteniamo di non poter accettare lezioni di stile da chi in tempi recenti ha invece pubblicamente dato sfoggio di disprezzo verso condizioni di umana miseria, fingendo con volgarità e arroganza di elemosinare spiccioli a fianco di un senzatetto, umiliandone la povertà con intenti propagandistici.
Questo, per noi, significa “offesa”. Inoltre il tacciare di insulto, odio e diffamazione un’azione di ironico dissenso (confronta il volantino sul sito www.gdcremona.it) mostra come il dibattito politico sia per queste persone solo un pretesto per futili polemiche. Crediamo invece che nel nostro Paese sia un diritto inalienabile il poter dissentire, anche con sarcasmo, da un’opinione e da un’idea che contrastino con i veri valori del rispetto che stanno da sempre alla base della nostra città. Ci auguriamo che in futuro alcuni leghisti non propongano una legge per disciplinare l’esercizio dell’ironia, che vieti l’uso dei volantini dopo le 23.
 
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