15 Settembre, 2002
Soncino, Coldiretti alla ‘festa di primavera’
Pane e porchetta ai cittadini a tutela della suinicoltura made in Italy
Soncino, Coldiretti alla ‘festa di primavera’
Pane e porchetta ai cittadini a tutela della
suinicoltura made in Italy
“Pane e porchetta” in assaggio ai cittadini,
per richiamare l’attenzione sulla qualità,
bontà e salubrità dei prodotti della suinicoltura
autenticamente made in Italy. E’ stato questo
il significato principale della partecipazione
della Coldiretti alla Festa di Primavera
a Soncino, tradizionale appuntamento che
ieri ha trasformato le piazze e le strade
dell’antico borgo in un expo a cielo aperto.
Coldiretti ha allestito uno stand presso
il portico di via IV Novembre (davanti agli
uffici della sezione), cogliendo anche questa
occasione per incontrare i cittadini-consumatori
offrendo degustazioni dei genuini prodotti
della nostra agricoltura e materiale informativo
in merito al progetto per una filiera tutta
agricola e tutta italiana. L’attenzione è
stata rivolta, in primo luogo, alla suinicoltura,
attraverso manifesti e volantini che denunciavano
l’inaccettabile condizione che oggi vede
i suini italiani pagati 1 euro al chilo (un
prezzo che si moltiplica di almeno sei volte
quando il cittadino acquista la braciola,
di dodici volte per il salame, addirittura
di venticinque volte se si acquista il prosciutto).
Una situazione che, in assenza del riconoscimento
di un prezzo equo per i suini, mette a rischio
la sopravvivenza di tanti allevamenti e della
stessa suinicoltura italiana.
La decisione degli allevatori di accogliere
i cittadini offrendo pane e porchetta è stata
particolarmente apprezzata: tanto nella mattinata,
quanto nel pomeriggio, lo stand è stato meta
di numerosissimi buongustai. Tutti hanno
concordato sulla grandissima qualità del
prodotto offerto. Per gli allevatori è stata
questa un’ulteriore occasione per ribadire
la necessità di ottenere l’indicazione obbligatoria
dell’origine in etichetta: troppo spesso
infatti – hanno evidenziato – carne e prosciutti
in arrivo dall’estero vengono spacciati per
italiani, a danno sia dei produttori che
dei consumatori.
Con questa iniziativa gli allevatori hanno
inoltre voluto trasmettere fiducia alle famiglie
cremonesi, ribadendo che la suinicoltura
italiana è eccellente nella qualità e sicurezza:
non si può tollerare – ha evidenziato in
proposito Coldiretti Cremona – che psicosi
ingiustificate si traducano in una riduzione
dei consumi di carne di maiale e derivati,
mettendo a rischio le oltre 5mila stalle
italiane che allevano quasi 13 milioni di
suini (dei quali il 70 per cento destinati
alle produzioni italiane a denominazione
di origine) e alimentano una filiera che
dà lavoro a oltre novantamila lavoratori
(35mila negli allevamenti, 25mila nei macelli
e nelle industrie di trasformazione e 30mila
nei trasporti ed altri servizi commerciali)
e sviluppa al consumo un fatturato di circa
20 miliardi.
 
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