15 Settembre, 2002
Intercettazioni di fiducia
Sono passate da poco le elezioni 2009. Ancora si fanno le analisi del voto, c'è chi ha vinto e chi pure ha vinto perché lo dice lui, si preparano i ballottaggi e aumentano le paure per un referendum che mette a rischio alleanze politiche....
Intercettazioni di fiducia
Sono passate da poco le elezioni 2009. Ancora
si fanno le analisi del voto, c'è chi ha
vinto e chi pure ha vinto perché lo dice
lui, si preparano i ballottaggi e aumentano
le paure per un referendum che mette a rischio
alleanze politiche. Ma c'è chi trova giusto
portarsi avanti il lavoro pregresso. La crisi
non è una priorità. L'Abruzzo? No, le elezioni
sono passate. Per il governo la priorità
ora sono le intercettazioni. Da qui la necessità
di porre la fiducia alla Camera sul disegno
di legge che, di fatto, blocca uno dei principali
strumenti anti-crimine. Lo ha annunciato
oggi il ministro della Giustizia, Angelino
Alfano al termine di una riunione di maggioranza.
Un testo blindato che non terrà conto di
nessun suggerimento o modifica come quelle
avanzate dal procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso. L'unica eccezione è un aggiustamento
tecnico avanzato dallo stesso Guardasigilli.
Un lavoro completo quello della maggioranza
alla Camera che nella stessa seduta aveva
bocciato la mozione del segretario del Pd,
Dario Franceschini con cui si chiedeva l'abrogazione
del Lodo Alfano.
Per Lanfranco Tenaglia, responsabile Giustizia
del Pd, “l'intenzione di porre la fiducia
sul decreto sulle intercettazioni è inaccettabile.
Il parlamento viene espropriato completamente
di ogni sua prerogativa. Non era mai successo
in passato che su una normativa di carattere
tecnico e che riguardava norme del codice
di procedura penale si ponesse la fiducia.
Si tratta di un pessimo segnale visto che
il parlamento non conta più nulla e che alla
magistratura viene impedito di indagare.
Veramente un brutto segnale
anche alla luce dei risultati elettorali
per un governo che non ha il coraggio di
affrontare la discussione parlamentare poiché
sa benissimo che la sua stessa maggioranza
non ne condivide le scelte. I parlamentari
siano almeno messi in grado di esprimere
liberamente con il voto segreto il proprio
mandato”.
Dello stesso parere anche Marina Sereni,
vicepresidente dei deputati PD. “Avremmo
potuto affrontare il decreto terremoto o
le misure a sostegno delle piccole e medie
imprese e della competitività delle aziende,
invece, il primo, più urgente provvedimento
sul quale il governo impegna la Camera dopo
le elezioni è il ddl Alfano, sono le intercettazioni”.
“Le norme contenute nel disegno di legge
– ha sottolineato Sereni – non soltanto ostacoleranno
le indagini degli inquirenti perché le intercettazioni
avranno limiti temporali e saranno possibili
soltanto in caso di gravi indizi di colpevolezza,
ma metteranno anche un vero e proprio bavaglio
alla libera informazione come hanno sottolineato
i giornalisti che oggi hanno manifestato
qui davanti a Montecitorio”.
“Ma la fiducia – ha concluso la vicepresidente
dei deputati PD – è un segno di debolezza
di questa maggioranza che nonostante i patti
e i ricatti, sa di non poter reggere né ai
voti segreti, né a un vero dibattito parlamentare”.
"La fiducia sulle intercettazioni dimostra
che il lupo perde il pelo ma non il vizio
continuando a sacrificare le indagini di
polizia e magistratura nonostante i tanti
richiami alla necessità di sicurezza. Si
conclude così quel mercato dei voti di fiducia
in Parlamento i cui capitoli precedenti hanno
riguardato prima delle elezioni le tre votazioni
sulla sicurezza, così come aveva richiesto
la Lega per evitare crisi della maggioranza".
Così il senatore Felice Casson, capogruppo
del Pd in commissione Giustizia.
A.Dra
Fonte: http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?id_doc=81211
 
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