15 Settembre, 2002
E’ scandaloso l’aumento della pasta, mentre il grano agli agricoltori è pagato - 28%
Denuncia della Coldiretti di Cremona e Associaizone Regionale Produttori Cereali
DENUNCIA DI COLDIRETTI CREMONA E ASSOCIAZIONE
REGIONALE PRODUTTORI CEREALI
“E’ scandaloso l’aumento della pasta, mentre
il grano agli agricoltori è pagato - 28%
rispetto all’anno scorso”
“Oggi agli agricoltori il grano viene pagato
il 28 per cento in meno dello scorso anno.
Partendo da questo dato, appaiono inaccettabili,
addirittura scandalosi, i recenti aumenti
registrati nei prezzi di pane e pasta”. Non
usano mezzi termini, Coldiretti Cremona e
l’Associazione Regionale Produttori Cerali,
nel commentare i dati relativi all’inflazione
nel mese di agosto pubblicati dall’Istat,
che evidenziano una crescita tendenziale
dei prezzi degli alimentari che è, senza
alcuna giustificazione, di nove volte superiore
al valore medio dell'inflazione. “I prezzi
pagati agli agricoltori per i prodotti agricoli
in campagna sono in forte calo per pressoché
tutte le nostre produzioni – evidenza Roberto
De Angeli, Presidente di Coldiretti Cremona
–. L'andamento crescente dei prezzi al consumo
degli alimenti non è dunque giustificabile,
se non con la presenza di manovre speculative
che danneggiano tanto gli agricoltori quanto
i cittadini-consumatori”.
I prezzi al consumo di pane, pasta e cereali
sono aumentati dell’uno per cento rispetto
allo scorso anno, nonostante - denuncia la
Coldiretti - la multa di 12,5 milioni dall’Antitrust
al cartello dei produttori di pasta, mentre
il grano duro da cui è ottenuta è calato
del 28%. Il grano duro viene pagato oggi
22 centesimi al chilo agli agricoltori mentre
la pasta è venduta in media a 1,5 euro al
chilo, secondo il servizio sms consumatori,
con una moltiplicazione di oltre il 400%
dal campo alla tavola se si considerano le
rese di trasformazione. In generale, il fatto
che i prezzi dei prodotti alimentari continuino
ad aumentare su base tendenziale dello 0,9%
nonostante il crollo del 16% in media dei
prezzi agricoli alla produzione ad agosto
dimostra - sostiene la Coldiretti - la presenza
di pesanti distorsioni nel passaggio degli
alimenti dal campo alla tavola che colpiscono
gli agricoltori e i consumatori.
“Il record della riduzione nei campi si è
verificato per i cereali, con un crollo dei
prezzi alla produzione del 31% rispetto allo
scorso anno – testimonia Arnaldo Freri, Presidente
dell’Associazione dei Cerealicoltori –. I
nostri agricoltori garantiscono qualità,
grazie al loro lavoro e ad ingenti investimenti.
Ma le spese di produzione, oggi, non vengono
più coperte dai vergognosi prezzi riconosciuti
al nostro prodotto. E, come beffa finale,
assistiamo invece al lievitare dei prezzi
al dettaglio, come nel caso di pane e pasta”.
In campagna, evidenza Coldiretti, sono in
calo anche le quotazioni della frutta (che
registra una contrazione del 30%), di vini
e oli di oliva (rispettivamente, contrazioni
del 20% e del 5%). Nell'attività di allevamento,
il confronto su base annua segnala una variazione
negativa per i prezzi alla produzione dei
suini (- 9%). Ancora più accentuato il calo
delle quotazioni dei lattiero-caseari, che
rispetto ad agosto 2008 registrano in media
una flessione del 15%, mentre segnano un
meno 8% i prezzi degli avicoli. Si è dunque
verificato, osserva la Coldiretti, un aumento
della forbice dei prezzi tra produzione e
consumo nella filiera alimentare, lungo la
quale i prezzi aumentano in media quasi cinque
volte. In generale, per ogni euro speso dai
consumatori in alimenti ben 60 centesimi
vanno alla distribuzione commerciale, 23
all'industria alimentare e solo 17 centesimi
agli agricoltori. Un trend inaccettabile,
che deve essere interrotto, a tutela sia
dei cittadini che delle imprese agricole.
 
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