15 Settembre, 2002
Documento approvato dall'Assemblea Cittadina del PD di Cremona
L'Assemblea cittadina del PD di Cremona riunitasi mercoledì 28 ottobre in Sala Zanoni ha approvato all'unanimità (con una astensione) la seguente proposta di Ordine del giorno.......
Documento approvato dall'Assemblea Cittadina del PD di Cremona
L'Assemblea cittadina del PD di Cremona riunitasi mercoledì 28 ottobre in Sala Zanoni ha approvato all'unanimità (con una astensione) la seguente proposta di Ordine del giorno avanzata dal Comitato esecutivo cittadino contenente alcuni indirizzi per avviare il confronto politico in vista dell’imminente celebrazione del Congresso territoriale.
L'Assemblea Cittadina del Partito Democratico di Cremona, riuniti il 28 ottobre, ringrazia sentitamente i 3.702 cittadini cremonesi che, partecipando alle “primarie”, hanno dimostrato profondo attaccamento ai valori ed alla politica del PD, volontà di partecipazione attiva, impegno a costruire un cambiamento nell’interesse dei cittadini e del paese.
Dalle primarie esce un partito diverso: grazie all’impegno di Bersani, di Franceschini, di Marino, abbiamo un partito più coeso, più consapevole del proprio ruolo e più attento ai problemi del paese.
E’ stata una grande dimostrazione di democrazia ed il nostro ringraziamento a tutti e tre i candidati è, insieme, sincero e profondo.
A Pierluigi Bersani va l’augurio non formale di tutti gli iscritti e, crediamo, di tutti gli elettori democratici cremonesi.
Ora inizia la nuova sfida, riassunta da Bersani in tre obiettivi: costruire l’alternativa di governo, realizzare ampie alleanze sociali e politiche basate su precise convergenze programmatiche, costruire un partito agile ma fortemente radicato sul territorio, partecipato, capace di promuovere protagonismo, impegno, responsabilità.
Noi ci siamo, e siamo pronti a lavorare da subito nella nostra dimensione territoriale che è la città e la provincia di Cremona.
Nelle prossime settimane celebreremo il Congresso locale, un appuntamento democratico che non dobbiamo sprecare e che tutti dobbiamo vivere pienamente e consapevolmente affinché si ritorni al senso più pieno della “politica” e alla sua prevalenza sui formalismi e sui protagonismi individuali.
Non si tratta semplicemente di eleggere segretari e nuovi organismi dirigenti; si tratta di discutere, in modo ampio e partecipato, di cosa significhi essere partito oggi, dopo la sconfitta elettorale delle amministrative, di come si debba fare per superare i limiti di autoreferenzialità che negli ultimi anni hanno reso il partito meno presente nel vivo del corpo sociale, più impegnato a governare le istituzioni locali (spesso anche bene) che a costruire partecipazione, rapporto con i cittadini, con i corpi intermedi e le associazioni.
Riteniamo indispensabile aprire subito un ampio dibattito nei circoli cittadini prima di avviare il confronto sulle regole del Congresso e prima della presentazione delle candidature, e chiediamo agli organismi provinciali di fare altrettanto nei territori.
Queste le questioni nodali che proponiamo alla discussione:
* il modo di essere partito (democrazia interna, collegialità della direzione politica, partecipazione degli iscritti e degli elettori, modalità di selezione del gruppo dirigente, comportamenti – non solo regole – per favorire il rinnovamento, la nascita e la crescita di una nuova “classe” politica, nel vivo dell’impegno politico e sociale, al di fuori delle logiche di cooptazione);
* il modo di costruire l’alternativa ai governi locali di centro-destra, senza rimpianti per il governo perduto, senza avere lo sguardo rivolto al passato, ma riportando al centro del dibattito il futuro della città, il suo sviluppo, il suo ruolo in Provincia, in Lombardia, in Italia, senza dimenticare le “buche dei marciapiedi” certo, ma ben sapendo che senza interventi strutturali sull’attuale crisi economica, senza un nuovo modello di sviluppo che allei lavoro, impresa e ambiente, senza una politica per i giovani che favorisca la mobilità sociale, senza “pensare in grande”, ci si condanna ad un inevitabile declino;
* il modo di costruire nuove alleanze politiche e sociali(con i gruppi di volontariato, di impegno, con le organizzazioni sindacali e con le categorie professionali), con piena consapevolezza che “vocazione maggioritaria” non è autosufficienza, è capacità di relazione, di crescita comune, orgoglio del nostro ruolo e della nostra forza ma anche disponibilità al confronto aperto e non strumentale, capacità di rappresentare non soltanto se stessi.
Con le Primarie del 25 ottobre abbiamo scelto un Segretario e una linea politica intorno alla quale, con il contributo di tutti, abbiamo il dovere di costruire l'unità a partire dai territori. Il prossimo Congresso territoriale perciò sarà un’occasione da non sprecare per creare finalmente quel “partito nuovo” che sappia restituire dignità alla politica e ridare una speranza per il futuro al Paese.
 
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