15 Settembre, 2002
La donna è mobile...di Stefano Zurpa
Si, è vero, “la donna è mobile qual piuma al vento”, o meglio i contratti di lavoro che vengono a loro proposti
La donna è mobile...di Stefano Zurpa
Si, è vero, “la donna è mobile qual piuma
al vento”, o meglio i contratti di lavoro
che vengono a loro proposti. Nel 2008 in
Italia i nuovi contratti di lavoro dipendente
a tempo determinato femminili superavano
numericamente quelli maschili a fronte di
un tasso di occupazione femminile inferiore
di 20 punti percentuali rispetto a quello
maschile, mentre il 56% dei collaboratori
è donna.
Nello stesso anno nella provincia di Cremona
il tasso complessivo dell’occupazione è sceso
ma in modo più marcato quello riferito al
genere femminile (dal 3,9% al 5,6%). Il mondo
del lavoro è stato sempre segnato da questa
disparità, ma confidando nelle “magnifiche
sorti progressive” della storia si era indotti
a pensare ad una graduale quanto sacrosanta
parificazione culturale e nei numeri. A dispetto
di questa aspirazione c’è una tendenza che
si sta sviluppando in concomitanza e a conseguenza
della crisi che è il ritorno delle donne
al focolare domestico. La difficoltà della
componente femminile di trovare un lavoro
che sia stabile o sufficientemente remunerato
spinge ad abbandonare il mondo del lavoro
(salariato) lasciando ai maschi il compito
di produrre reddito (generalmente superiore
rispetto a quello femminile a parità di mansione).
Il tasso di occupazione femminile in Italia
si attesta a 46,1% (1,1% in meno rispetto
al 2007) contro il 68,9% di quello maschile,
con buona pace del trattato di Lisbona che
aveva previsto come obbiettivo nel 2010 il
raggiungimento del 60% di occupazione femminile.
Sulle donne, come per i giovani, si scarica
non solo la necessità di flessibilità del
mercato del lavoro, ma anche il prezzo della
crisi in virtù di quella idea dura a morire
per cui le donne sono un ammortizzatore sociale
a cui accollare i tagli ai servizi sociali
e al welfare.
Stefano Zurpa
Nidil Cgil Cremona
 
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