15 Settembre, 2002
Nidil Cgil, no al contratto unico di M.M e G.S.
“E’ una soluzione effimera, ulteriore aggiramento dell’articolo 18”.
Nidil Cgil, no al contratto unico di M.M
e G.S.
“E’ una soluzione effimera, ulteriore aggiramento
dell’articolo 18”. La relazione della segretaria
generale uscente Filomena Trizio al congresso
nazionale in corso a Perugia. L’obiettivo
centrale resta l’unificazione del mercato
del lavoro
PERUGIA - “Il contratto unico è una soluzione
effimera, si presta all’ulteriore tentativo
di aggirare l’articolo 18 in un mercato del
lavoro che pullula di tipologie diverse”.
Così la segretaria generale uscente del Nidil
Cgil, Filomena Trizio, ha concluso la relazione
introduttiva del terzo congresso nazionale
di categoria in corso a Perugia. La crisi
colpisce soprattutto i precari, con il settore
della somministrazione che ha perso il 40
per cento di fatturato; le nuove assunzioni
tendono a concentrarsi sul lavoro a chiamata,
sulle collaborazioni spesso trasformate in
partite Iva, da ultimo sui voucher. In questo
scenario, è l’invito di Trizio, “occorre
rilanciare una proposta unitaria per frenare
la deregolamentazione”.
All’assise il Nidil è arrivato dopo un lungo
iter, con 305 assemblee che hanno coinvolto
oltre 12 mila lavoratori. Per la mozione
Epifani hanno votato 11.525 iscritti, pari
al 94,5 per cento; il documento Moccia ha
invece ottenuto 671 preferenze (5,5 per cento).
Un congresso con un livello di partecipazione
raddoppiato rispetto al precedente, a riprova
di una crescita complessiva della struttura
in questi quattro anni che ha visto le tessere
arrivare a quota 41.843 del 2009.
“Un congresso difficile in un momento di
grave crisi per il paese”, ha dichiarato
Trizio, ricordando che dall’inizio della
recessione il mercato del lavoro ha perso
in totale oltre 700 mila posti. “Ovunque
i più colpiti sono i precari, fuori da ogni
tutela. Peggio ancora è andata per la parasubordinazione,
oggetto di un intervento di forte immagine
mediatica, ma d’irrisorio effetto concreto,
con soltanto 1.500 pratiche accolte a causa
di requisiti rigidissimi”. Un quadro occupazionale
allo stato “mantenuto” dagli ammortizzatori,
che tuttavia “rischia di peggiorare in particolare
per i più giovani”.
Dopo avere tracciato il quadro generale,
criticando la politica complessiva del governo
“che vuole sovvertire i principi cardine
della Costituzione”, la dirigente sindacale
ha avanzato le richieste principali del Nidil:
“Ridurre le disuguaglianze e ricomporre la
frattura fra giovani e futuro, unificare
il lavoro e gli strumenti di tutela, impedendo
una nuova e più pericolosa fase di precarietà;
ridurre la tassazione sul reddito di lavoro;
riconquistare un modello di contrattazione;
riaffermare pratiche di rispetto verso i
migranti”. Proposte concrete, prosegue Trizio,
“su cui però è impossibile dialogare con
il governo che è invece chiuso nello stereotipo,
comodo, ma logoro, di una Cgil ‘signor no’”.
Il modello da seguire resta quello dell’unificazione
del mercato del lavoro, ha concluso Trizio,
come dimostrano i risultati positivi ottenuti
nel campo della somministrazione: “Siamo
convinti che oggi questa sia la forma di
flessibilità più tutelante, ma siamo anche
consapevoli che il carico improprio di rappresentare
le forme più abusate della precarietà si
possa gestire solo in un raccordo operativo
e stringente con le categorie”.
fonte: rassegna sindacale
 
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