15 Settembre, 2002
Resoconto del Consiglio Comunale del 13 aprile 2010.
Numerose interrogazioni e mozioni. Sia la mozione sul No alle centrali nucleari , presentata da IDV e che quella del PD, sulle dichiarazioni dell'Assessore Demicheli sono state respinte dalla maggioranza.
Resoocnto del Consiglio Comunale del 13 aprile
2010.
Numerose interrogazioni e mozioni. Sia la
mozione sul No alle centrali nucleari , presentata
da IDV e che quella del PD, sulle dichiarazioni
dell'Assessore Demicheli sono state respinte
dalla maggioranza.
Interrogazione presentata in data 22 febbraio
2010 presentata dai consiglieri comunali
del gruppo consiliare Partito Democratico
Annamaria Abbate e Maura Ruggeri in ordine
ai motivi dell’interruzione di cantieri avviati
in diverse zone della città.
Preso atto che nelle ultime settimane in
centro città sono stati aperti, improvvisamente
e senza informare per tempo i residenti e
i commercianti, numerosi cantieri (via Robolotti,
via Matteotti, via Platina) poi quasi subito
interrotti. I cantieri aperti in periferia
sono fermi da settimane. In particolare quello
di via Brescia, per raddoppiare il ponte
sul cavo Cerca, è fermo da tre mesi e sta
provocando forti disagi ai residenti e ai
commercianti della zona, che perciò hanno
effettuato una consistente raccolta di firme
a sottoscrizione di un documento di denuncia.
Le associazioni di categoria hanno lanciato
a mezzo stampa un grido d’allarme sulle enormi
difficoltà che gli esercizi commerciali siti
in prossimità di suddetti cantieri, denunciando
la totale mancanza di adeguata comunicazione
da parte dell’Amministrazione e l’inspiegabile
diniego degli amministratori ad incontrare
le categorie. Tutto ciò premesso i sottoscritti
si chiede di conoscere: i motivi dell’interruzione
dei cantieri avviati, in particolare si chiede
ragione dell’interruzione per un intero trimestre
del cantiere di via Brescia. I motivi del
mancato coinvolgimento delle associazioni
di categoria ed in particolare si chiede
ragione della mancata doverosa informazione
ai singoli esercenti coinvolti nei disagi.
La data precisa della conclusione dei lavori
e della conseguente chiusura dei cantieri
sopraccitati.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli: Premesso
che il cantiere era stato previsto e programmato
nell’ambito dei lavori appaltati per l’anno
2009 e per i quali è stata dibattuta la programmazione
nelle sedi istituzionali, comunico quanto
segue: L’interruzione è stata causata dalla
necessità di dover modificare, attraverso
parziale perizia il progetto delle fondazioni
mediante un diverso dimensionamento dei pali,
dovuto al particolare comportamento del terreno
sottostante generatosi con la prima fase
dei lavori; necessità di far fronte ad un
parziale cedimento della riva che ha comportato
la progettazione ex novo di una difesa di
sponda, al fine di sostenere la Via Brescia
ed evitare il cedimento parziale della carreggiata;
necessità di proteggere ulteriormente i sottoservizi
(rami di fognature che sottopassano il canale),
alla luce del comportamento del sottofondo,
fattore che ha comportato una progettazione
di pali di dimensione maggiore; da ultimo
l’esigenza emersa di realizzare per questioni
manutentive una rampa di accesso per mezzi
d’opera al cavo Robecco, richiesta pervenuta
dal Consorzio Dugali ed AEM, opera che è
stata inserita nell’ambito della variante
predisposta. I lavori sono ripresi il 3 marzo
scorso. Per anticipare i tempi si è anche
colta l’occasione della variante per sostituire
il solaio gettato in opera, con solai prefabbricati
che permettono di recuperare almeno 3 mesi
di lavoro, motivo per il quale si ritiene
di concludere i lavori entro giugno 2010.
Abbiamo comunque sempre tenuto contatti con
i residenti e i commercianti.
Interrogazione presentata in data 23 febbraio
2010 dal capogruppo del gruppo consiliare
Cremona per la Libertà Ferdinando Quinzani
circa il futuro dell’Istituto Musicale Pareggiato
di Cremona.
Dopo le rinfrancanti notizie dei mesi scorsi
a proposito del futuro dell’Istituto Pareggiato
di Cremona e a seguito dei molti mesi di
silenzio da allora trascorsi, si interroga
il signor Sindaco per sapere: a che punto
sono i lavori per l’accorpamento dell’Istituto
Pareggiato cremonese al Conservatorio “Luca
Marenzio” di Brescia: quali i passaggi già
effettuati e quali ancora sono da attuare;
quali azioni economiche e strategiche questa
amministrazione intende mettere in campo
per favorire lo sviluppo dell’Istituto anche
dopo il suo passaggio a Brescia, soprattutto
in relazione all’ampliamento dell’offerta
formativa nell’ambito dei diplomi di II livello
e dell’Alta Formazione Musicale; quale destino
si intende riservare alla formazione di base
(ex Scuola Civica Monteverdi) nel momento
in cui l’Istituto Pareggiato passerà a Brescia,
cioè quali investimenti economici e strategici
questa amministrazione intende mettere in
campo per lo sviluppo dei corsi musicali
che costituiscono il serbatoio prevalente
dei corsi pareggiati; come intende procedere
l’amministrazione per risolvere lo spinoso
problema della sede dell’Istituto Pareggiato,
dal momento che il passaggio a Brescia prevede
inderogabilmente la collocazione in sede
propria (cioè separata dai corsi “civici”)
nonché la disponibilità di un auditorium
dedicato che consenta il regolare svolgimento
dei corsi.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Irene Nicoletta De Bona: Il 13 luglio 2007,
con decreto, il Ministero dell’Università
e della Ricerca approva lo Statuto dell’Istituto
Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi”
di Cremona. Il 19 giugno 2008 con deliberazione
di Consiglio Comunale viene attivato l’Istituto
Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi”
di Cremona, viene revocato l’affidamento
della gestione della Civica Scuola di Musica
alla Fondazione Scuola di Musica “Claudio
Monteverdi” a decorrere dal 1° settembre
2008 e viene approvato l’affidamento della
gestione della Civica Scuola di Musica all’Istituzione
a decorrere dal 1° settembre 2008. Il 1°
settembre 2008 viene approvata la bozza di
convenzione relativamente alla disciplina
dei rapporti tra il Comune di Cremona e l’Istituto
Superiore di studi musicali “Claudio Monteverdi”
per la gestione ed il funzionamento dell’Istituto
e della Scuola di Musica. Arrivando ad oggi,
non possiamo non sottolineare come Brescia
e Cremona vantino una vicinanza geografica
e culturale, analogie ora indotte, ora casuali,
ma curiosamente sovrapponibili e complementari:
rendere permanenti e attivi questi rapporti,
condurli su un piano di reciproca, cosciente,
ricercata utilità, consentirebbe di aprire
una pagina nuova ed estremamente interessante
in area lombarda, con positive conseguenze
in parte prevedibili e in parte da progettare,
ma con utili e certe ricadute sul territorio
in tema di istruzione, cultura dell’ascolto,
occupazione, salvaguardia della tradizione,
qualità della vita. I rapporti tra l’Istituto
e il Conservatorio di Brescia, che sono stati
ripresi dall’Amministrazione comunale attuale,
hanno fatto si che, sulla base delle significative
risorse culturali, strutturali e storiche
e del patrimonio musicale che lega idealmente
quest’area geografica da oltre un millennio,
si desse l’avvio alla predisposizione di
un progetto di costituzione di un polo Formativo
per l’Alta formazione Artistica e Musicale
Brescia – Cremona. A supporto di tale progetto,
che vede valorizzate le peculiarità identificative
delle due città (violini per Cremona e pianoforti
per Brescia), è importante rendere noto che
gli organi di gestione e di governo di entrambe
le istituzioni si sono pronunciate favorevolmente
al riguardo, esprimendo il comune impegno
nel creare le condizioni sociali, culturali
ed economiche atte a favorirne la realizzazione.
Il Polo per l’alta Formazione tra Brescia
e Cremona, potrebbe diventare patrimonio
artistico-musicale e culturale comune a vantaggio
di una vasta area geografica lombarda, in
un’ottica che ne consentirebbe la piena valorizzazione,
contestualmente ad una ottimizzazione delle
risorse, apportando un significativo valore
aggiunto complessivo, a partire dall’impatto
sull’azione didattica, sino all’ampliamento
delle possibilità di realizzazione di produzione
artistiche e di sviluppo della ricerca scientifica.
Percorso agevolato anche da alcuni favorevoli
aspetti di carattere logistico e culturale,
considerata la limitata distanza geografica
fra le tre sedi (Cremona, Brescia e Darfo),
l’omogeneità territoriale e culturale e la
ricchezza di risorse che caratterizza l’intero
territorio. Per quanto attiene gli aspetti
strutturali, è da sottolineare il fatto che
il Conservatorio di Brescia (con la sede
distaccata di Darfo), che si attesta al secondo
posto fra i Conservatori del nord Italia
in relazione agli aspetti numerico-dimensionali,
vanta una sede prestigiosa, molto spaziosa,
recente oggetto di una ristrutturazione che
l’ha dotata di impianti tecnologici all’avanguardia
(spazi insonorizzati, aule climatizzate e
con collegamento internet, impianti multimediali,
buona dotazione di strumenti musicali, tre
auditori ecc.) e l’ha resa in grado di ospitare
adeguatamente tutti i corsi nell’ambito dell’alta
Formazione. Tale sede, così rinnovata, potrebbe
accogliere, attraverso una razionalizzazione
delle risorse, diverse attività didattico-scientifiche,
in collaborazione con la sede di Darfo Boario
Terme e l’auspicata futura sede di Cremona.
Relativamente alla componente didattica,
le tre sedi vantano docenti di elevatissimo
livello professionale, cui si aggiungono
i Corsi di perfezionamento, di assoluto prestigio
e rinomati a livello internazionale tenuti
dalla fondazione Stauffer (Maestri Accardo,
Filippini, Giuranna, Petracchi) e dalla Fondazione
Romanici (Maestri Collima, Corghi, Nordico
ecc.), che garantirebbero una eccellenza
a livello internazionale per ciò che concerne
l’Alta Formazione. La ricchezza e l’articolazione
di una siffatta offerta formativa ha reso
possibile per entrambe le Istituzioni in
un arco temporale di ampio respiro, non solo
di vantare allievi divenuti musicisti di
fama internazionale, in ambito solistico
o prime parti di orchestre sinfoniche europee
ed extraeuropee, ma anche di allinearsi efficacemente
alla nuova impostazione definita dalla riforma
(l. 508/99), attraverso l’attivazione di
tutti i Corsi dell’Alta Formazione di I e
II livello (compreso il biennio di didattica
per la formazione del personale docente),
con un grande successo di numeri e di risultati
complessivi. Proprio nell’ambito del compimento
della riforma del comparto AFAM e in coerenza
con lo spirito di ottimizzazione e valorizzazione
delle risorse che ne ha animato la realizzazione,
entrambe le Istituzioni stanno operando per
l’adozione dei medesimi Regolamenti Didattici
e Piani di Studio. Per quanto riguarda il
terzo punto dell’interrogazione, inerente
la civica scuola di musica, l’intendimento
dell’Amministrazione è senza dubbio quello
di mantenere attiva la scuola per la funzione
determinante di sensibilizzazione che da
decenni svolge nella comunità cremonese e
perché rappresenta, come sottolineato, un
“vivaio” per l’Istituto Superiore. Per quanto
concerne il quarto punto (sede ed auditorium
per l’Istituto), occorrerà procedere per
gradi nel senso che dipenderà molto dalle
intese che intercorreranno con Brescia e
da li ne discenderanno le soluzioni sia per
quanto concerne le sede sia per quanto riguarda
l’auditorium. Il tutto potrebbe trovare un
confronto nell’ambito di un discorso più
ampio collegato all’utilizzo degli immobili
di proprietà comunale. Per completezza di
informazioni comunico che il Sindaco nell’incontro
tenutosi sabato con il Ministro dell’Istruzione,
ha consegnato una lettera al ministro Gelmini,
auspicando un’attenzione particolare del
Ministero nei confronti della nostra realtà.
Il consigliere Ferdinando Quinzani ha ringraziato
per la risposta ottenuta rilevando però esiste
ancora una fase di stallo per quanto riguarda
la sede.
Interrogazione presentata il 17 marzo 2010
da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare
Partito Democratico (primo firmatario Caterina
Ruggeri) circa il progetto “Garante del verde”
per il controllo e la manutenzione dei giardini
e dei parchi di periferia.
Preso atto dell’ennesimo spot di questa Giunta
impegnata ad inaugurare in pompa magna lo
spogliatoio al quartiere Zaist, dimenticandosi
che tale investimento è stato voluto, progettato
e costruito con le risorse programmate dalla
Giunta Corada in collaborazione con l’Associazione
Sportiva Dinamo Zaist e che l’Amministrazione
Perri ne ha solo preso atto; evidenziato
che, al contrario, altri progetti consolidati
nelle periferie cittadine, quali il “Garante
del verde”, dalla data di insediamento di
questa Giunta a tutt’oggi, sono fermi e che
i diversi referenti di tale progetto, non
sono mai stati convocati e che ora gli stessi
sono disorientati circa il futuro di tale
percorso di partecipazione; ricordato che
la figura del Garante del verde, resa possibile
grazie alla disponibilità di alcuni componenti
dei comitati spontanei di zona e condivisa
con i due Assessorati, quello del verde e
quello dei rapporti con le periferie, ha
avuto l’importante ruolo di osservatore delle
attività svolte nei cantieri per la manutenzione
del verde nelle aree pubbliche, di punto
di riferimento dell’amministrazione comunale
per una informazione tempestiva circa le
situazioni di degrado urbano e del rispetto
dei tempi di attuazione dei lavori, insieme
al ruolo insostituibile di facilitatore nella
soluzione di problemi, si interroga il Sindaco
per conoscere: quando e se intende riprendere
gli obiettivi del progetto “Garante del verde”;
se sì, se non intenda coinvolgere la commissione
Consiliare attinente i rapporti con le Periferie,
invitando i rispettivi Assessori a relazionare
in merito alle rispettive progettualità e
competenze; se non ritiene sia arrivato il
momento di riprendere il tema della partecipazione
e del rapporto con i cittadini delle periferie,
promovendo percorsi di progettazione partecipata
e condividendo con loro le scelte che riguardano
il territorio nel quale vivono, visto che
fino ad ora si è provveduto a inaugurare
investimenti di altri e ad organizzare eventi
gastronomici e spettacoli di vario genere
che non hanno visto alcun coinvolgimento
di cittadinanza attiva.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Claudio Demicheli: Con il nuovo assetto organizzativo
entrato in vigore il 1° aprile scorso l’Amministrazione
ha inteso creare un Servizio sinergico definito
“Verde – Cimitero e Periferie” in modo da
mettere a sistema le risorse del Comune e
di ripartire con delle progettualità meglio
coordinate. L’Assessorato ha valutato la
possibilità di proseguire con il progetto
Garante del Verde, ma dalla presa visione
del materiale relativo al progetto (relazioni
e verbali degli incontri, lettere inviate
all’Amministrazione dai Garanti, sintesi
annuali delle segnalazioni …) è emerso il
fatto che, anche dopo anni di vita (è attivo
dal 2004), non fosse stato “ancora raggiunto
l’obiettivo di migliorare il servizio di
manutenzione delle aree verdi”. Gli stessi
Garanti, infatti, hanno portato più volte
all’attenzione della precedente Amministrazione
la mancanza di risposte e interventi adeguati
alle loro segnalazioni. In una lettera indirizzata
agli Assessori e ai tecnici del progetto,
datata 29 maggio 2008, scrivevano quanto
segue: “… la sensazione è che nell’ultimo
anno sia diminuito ulteriormente l’interesse
dell’Amministrazione per il progetto, motivo
per cui alcuni garanti si sono stancati di
fare segnalazioni e non parteciperanno più
agli incontri. Ecco alcune osservazioni in
merito: 1) nonostante, nell’ultimo anno siano
aumentate le risposte alle segnalazioni dei
Garanti da parte dell’Ufficio Serre, capita
ancora troppo spesso che alle segnalazioni
non seguano risposte ed interventi adeguati.
2) I Garanti vedono raramente risultati in
seguito alle segnalazioni e, in alcuni quartieri,
da anni si segnalano le stesse cose senza
ottenere ascolto. 3) Nell’ultimo anno l’Ufficio
Serre ha deciso di non dotare più i garanti
del piano delle potature, come veniva fatto
negli anni scorsi. 4) Gli ordini di servizio
arrivano sempre in ritardo e spesso su richiesta
di qualche garante che, vedendo le cooperative
al lavoro nella propria zona, lo segnalano
all’Ufficio Periferie. Inoltre, sempre rispetto
agli ordini di servizio, non viene più segnalata
la data di inizio lavori e di conseguenza
i Garanti, che dovrebbero segnalare le inadempienze
al termine di ogni intervento di manutenzione,
non sanno mai quando è il momento di fare
le segnalazioni. All’inizio del progetto
ci è stato consegnato il disciplinare d’appalto
contenente le modalità di esecuzione delle
opere di manutenzione e relative eventuali
sanzioni, ma l’impressione è che tali sanzioni
non vengano mai applicate. Vorremmo capire
se questo progetto verrà migliorato per poter
proseguire la collaborazione con il Comune”.
In seguito a questa sollecitazione e alla
lettura di tale materiale, si è pensato di
riaffrontare il tema in oggetto successivamente
alla ridefinizione dei Comitati di quartiere,
all’interno dei quali verrà scelto un referente
che si occupi del verde. In questi mesi infatti
è stato preparato un Regolamento per i Comitati,
che verrà approvato prossimamente, e quindi
è possibile preparare un emendamento da inserire
nella prossima commissione competente. Nei
prossimi mesi vi sarà un puntuale coinvolgimento
della Commissione Consiliare competente e
verrà riaffrontato il tema in oggetto. Il
Servizio Periferie ha oggi una diversa connotazione
del concetto di “partecipazione”, perché
ritiene che i cittadini vadano innanzitutto
accolti, ascoltati e indirizzati verso i
servizi del Comune che possono risolvere
i loro problemi. Anche per questo l’Assessorato
ha anche la delega ai “Rapporti con la cittadinanza”.
La consigliera Caterina Ruggeri si è detta
non soddisfatta della risposta data.
Interrogazione presentata in data 24 marzo
2010 dal capogruppo del gruppo consiliare
Cremona per la Libertà Ferdinando Quinzani
in merito all’istituzione di mercati rionali.
Si chiede al Sindaco di riferire al Consiglio
in merito a: 1) come mai non siano ancora
partiti i mercati rionali nelle periferie
e nei quartieri; 2) se questa Amministrazione
intenda portare avanti l’iniziativa; 3) quale
tempistica era stata programmata e quale
sia l’attuale tempistica prevista; 4) relazione
sullo stato di attuazione complessivo del
progetto: modi, tempi, costi, soggetti coinvolti.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Irene Nicoletta De Bona: Il progetto predisposto
dagli uffici comunali prevedeva, inizialmente,
l’attivazione di 8 nuovi mercatini rionali
e di quartiere, a cadenza settimanale, così
dislocati: zona Piazza Fiume (via Cattaro,
Ronchi e Grado); Borgo Loreto – piazza dei
Patrioti; Quartiere Giuseppina - piazza Caccia;
Quartiere Po - via Navaroli; Quartiere Zaist
- via Nino Bixio; Quartiere Bagnara - via
Dragoni Cristofori; Quartiere Boschetto -
via Fratelli d’Italia; Quartiere San Felice-
via San Felice, oltre all’ampliamento (ed
eventuale spostamento) dei mercatini già
esistenti nei quartieri Cavatigozzi e Cambonino.Tali
aree erano state scelte perché, dall’analisi
compiuta, era risultato un insufficiente
livello di copertura del servizio commerciale
in sede fissa, rispetto alle esigenze dei
residenti. Si trattava però di un’individuazione
di larga massima, effettuata sulla base soltanto
delle planimetrie, e che, pertanto, necessitava
di una puntuale verifica tecnica di fattibilità,
con sopralluoghi diretti in loco. E’ stato
quindi costituito un gruppo di lavoro, composto
da personale degli Uffici Commercio, Traffico
e Polizia Municipale, che si è occupato di
redigere la progettazione definitiva. Poiché,
per le aree periferiche, si rendevano necessari
numerosi approfondimenti (verifica compatibilità
con fermate mezzi pubblici, isole ecologiche,
passi carrai, ecc.), si è deciso di avviare
dapprima, nel corso del 2009, la sperimentazione
del solo mercato di piazza Fiume, per cui
erano stati invece già acquisiti tutti i
necessari presupposti. Questo anche perché
si tratta di un mercato più grande degli
altri (32 banchi a fronte ai 12 previsti
per gli altri mercatini) ed è collocato in
una zona centrale della città, per cui è
più facile trovare operatori disponibili
a parteciparvi. Per evitare il rischio che
i nuovi mercatini rionali andassero deserti
per mancanza di operatori interessati, o
per successiva rinuncia da parte dei concessionari,
si è quindi ritenuto opportuno offrire una
concessione “multipla”, valida cioè per più
mercati, da tenersi in giorni diversi. In
questo modo, l’operatore potrebbe compensare
la scarsa redditività derivante dal limitato
bacino di utenza del singolo mercato con
la certezza di un posteggio fisso nel territorio
comunale anche per sei giorni consecutivi,
con conseguente risparmio delle spese per
spostarsi in altri Comuni. Per poter emanare
un bando unico cumulativo per tutti i nuovi
mercatini era quindi necessario completare
le verifiche tecniche di fattibilità sulle
singole aree. Il gruppo di lavoro, sulla
base anche dei sopralluoghi effettuati, è
giunto finora alle seguenti conclusioni:
Borgo Loreto – parere sfavorevole, in quanto
manca lo spazio necessario ad ospitare un
mercatino sia pur piccolo; Quartiere Zaist
(via Nino Bixio) - parere sfavorevole, in
quanto manca lo spazio necessario ad ospitare
un mercatino sia pur piccolo; Quartiere San
Felice - parere sfavorevole, in quanto manca
lo spazio necessario ad ospitare un mercatino
sia pur piccolo; Quartiere Po/Navaroli: si
propone di collocare il mercato in via Piazzi;
Quartiere Boschetto: si propone di collocare
il mercato in via Isidoro Bianchi; Quartiere
Cambonino: si propone di collocare il mercato
in piazza dell’Agricoltura (dove già esisteva
in passato). In alternativa ad una delle
tre aree risultate inidonee, ha proposto
inoltre di istituire un altro mercatino nel
Quartiere Maristella – via Persico, dove
la sua istituzione è stata sollecitata anche
da alcuni cittadini. A breve saranno completate
le verifiche relative ai siti di Cavatigozzi
(per eventuale spostamento del mercato dall’attuale
sede), Quartiere Giuseppina e Bagnara (via
Dragoni Cristofori). Una volta definita la
proposta, si provvederà ad acquisire il parere
obbligatorio della Commissione per il commercio
sulle aree pubbliche e, quindi, ad emanare
il bando per l’assegnazione dei posteggi.
Si ritiene che, sempre che si raccolga un
numero sufficiente di adesioni da parte degli
operatori, i nuovi mercatini dovrebbero essere
attivati entro tre quattro mesi.
Il consigliere Ferdinando Quinzani si è detto
non soddisfatto della risposta ottenuta,
anzi dispiaciuto per l’esclusione di alcuni
luoghi.
Interrogazione presentata in data 2 aprile
2010 da consiglieri comunali vari del gruppo
consiliare Partito Democratico (primo firmatario
Caterina Ruggeri) in merito allo spettacolo
di Enzo Iacchetti dal titolo “Chiedo scusa
al Signor Gaber” promosso dall’Assessorato
ai Rapporti con le Periferie e i Quartieri.
Premesso che l’idea di proporre a Cremona
uno spettacolo sul grande Gaber su iniziativa
dell’Assessorato ai rapporti con le periferie
ha sorpreso molti in quanto la programmazione
del Teatro Ponchielli già prevedeva, a distanza
di soli pochi giorni, una interessante performance
di Neri Marcorè sempre sul personaggio in
argomento; preso atto che lo spettacolo in
questione era stato annunciato come un percorso
di animazione del territorio intrapreso dall’Assessorato
ai rapporti con le periferie e che ha riguardato
alcuni eventi organizzati in quartieri periferici
della città; risaputo che il Teatro Ponchielli
non si trova in periferia, si interroga il
Sindaco e la Giunta per conoscere: su quali
basi si è scelta la compagnia Immaginazione
di Varese e se tale scelta è stata condivisa
con la programmazione già in calendario del
nostro Teatro Ponchielli; quanto è stato
erogato all’associazione ANFASS e quale relazione
c’è tra tale scelta e la programmazione dell’Assessorato
alle politiche sociali, competente in materia;
quali i costi e i ricavi di tale iniziativa;
infine, se, si ritiene che lo spettacolo
di Iacchetti abbia risposto ai temi di partecipazione
e della cittadinanza attiva, visto che da
tempo si susseguono iniziative di animazione
“culturale” che poco hanno a che fare con
le competenze di tale Assessorato.
All’interrogazione ha risposto l’assessore
Claudio Demicheli: In proposito appare opportuno
precisare che: 1) La scelta della compagnia
“Immaginazione” è stata fatta nelle more
del Regolamento Comunale attinente gli incarichi
da conferire, che all’art. 77 consente di
scegliere liberamente le prestazioni culturali,
d’ingegno e artistiche. Le date che ci sono
state comunicate dalla Compagnia erano solo
due, avendo Iacchetti già programmato il
suo tour; 2) Il programma della manifestazione
ha riportato un mero errore di trascrizione,
ovvero ha citato l’ANFASS anziché la LAE,
Associazione alla quale è stato devoluto
il contributo, grazie all’ uovo gigante donato
dalla famiglia Santini. E’ stato regalato
poi ad ogni ragazzo della Cooperativa LAE
un uovo pasquale offerto sempre dalla stessa
famiglia Santini. Con l’ANFASS, per l’imprecisione
del comunicato, mi sono già scusato e non
mancherò di ricordarmi di loro in una delle
prossime manifestazioni. 3) Ricordo che la
determina di consuntivo non è ancora stata
approvata perché la % SIAE non è ancora stata
comunicata dalla stessa SIAE in via definitiva.
Subito dopo approveremo il consuntivo delle
manifestazioni e pagheremo il Teatro Ponchielli.
4) Iacchetti è un cremonese che porta orgogliosamente
Cremona nel mondo attraverso i media e facendo
beneficenza a favore dei più deboli. L’artista
non ha mai avuto l’opportunità di esibirsi
al Teatro Ponchielli. Per quanto concerne
il perché di uno spettacolo dedicato a Gaber
e proprio sul tema della “Partecipazione”,
forse è opportuno ricordare lo stesso Giorgio
Gaber e Enzo Iacchetti per confrontarsi sul
concetto di “partecipazione popolare”. Quindi
non si è trattato solo di uno spettacolo
“Culturale” ma anche di un momento di riflessione
proprio sulle competenze del nostro Assessorato.
La consigliera Caterina Ruggeri si è detta
non soddisfatta della risposta ottenuta.
Mozione in data 2 febbraio 2010 presentata
dal capogruppo del gruppo consiliare Italia
dei Valori Giancarlo Schifano con cui si
impegna la Giunta Comunale ad intraprendere
tutte le azioni possibili per evitare l’insediamento
di centrali nucleari nelle vicinanze della
città di Cremona.
Premesso che il Governo Berlusconi ha deliberato
il ritorno al nucleare nel nostro Paese con
l’obiettivo di realizzare sul territorio
nazionale una decina di reattori entro il
2030; visto che nel 1987 oltre venti milioni
di italiani hanno votato un referendum contro
il nucleare e che nel mondo, pur essendo
attive molte centrali nucleari, la percentuale
di energia prodotta resta modesta (6,4%),
considerato che il ritorno al nucleare è
in forte declino sullo scenario mondiale,
infatti si passerà nei prossimi decenni dal
15% del 2006 al 13% nel 2030, e molti Paesi
europei hanno chiuso definitivamente con
la costruzione di centrali nucleari; rilevato
che il ritorno al nucleare comporta meno
risorse per lo sviluppo delle energie rinnovabili
e per il miglioramento dell’efficienza energetica,
tutto questo ci porterà ad accumulare ulteriori
ritardi rispetto agli accordi internazionali
per la riduzione di emissioni/consumi e provocherà
ulteriori sanzioni economiche al nostro Paese;
considerato che ancora oggi, a 22 anni dal
terribile incidente di Chernobil, non esistono
le garanzie necessarie per l’eliminazione
del rischio di incidente nucleare e conseguente
contaminazione radioattiva, considerato che
esistono gravi problemi di contaminazione
ordinaria delle centrali nucleari in seguito
al rilascio di piccole dosi di radioattività
durante il normale funzionamento dell’impianto
a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione
che vive nelle aree circostanti; si impegna
il Sindaco e la Giunta a considerare Cremona
territorio comunale denuclearizzato; ad intraprendere
tutte le azioni possibili per evitare ogni
forma di insediamento di eventuali centrali
nelle vicinanze della città di Cremona.
Dopo l’illustrazione della mozione, sull’argomento
è intervenuto brevemente l’assessore alle
Politiche Ambientali Francesco Bordi che
ha dichiarato l’appoggio dell’Amministrazione
alla linea della Regione Lombardia. A seguire
hanno espresso dichiarazione di voto Maura
Ruggeri, per il Partito Democratico, e Roberto
Borsella per il Popolo della Libertà. La
mozione è stata quindi posta in votazione
e respinta. Su 35 consiglieri presenti, 21
hanno votato contro, 13 a favore e 1 astenuto
(consigliere Santo Canale).
Ordine del giorno presentata in data 16 febbraio
2010 dai consiglieri comunali del gruppo
consiliare Partito Democratico Maura Ruggeri
e Caterina Ruggeri in ordine alla stabilizzazione
nella pianta organica del Comune del numeroso
personale precario.
Il Consiglio Comunale, premesso che le soluzioni
da dare per la definitiva stabilizzazione
nella pianta organica del Comune al numeroso
personale precario, stanno a cuore a tutte
le forze politiche di maggioranza e di opposizione
di questa Amministrazione; riconosciuto che
sull’intera e complessa materia le amministrazioni
che si sono succedute hanno sempre cercato
di dare continuità ai tanti rapporti di lavoro
che nel frattempo si sono consolidati e che
hanno garantito la prosecuzione delle numerose
attività istituzionali; preso atto inoltre
delle costanti e proficue relazioni sindacali
che sul tema hanno consentito nel recente
passato di sottoscrivere accordi per la stabilizzazione
di detto personale precario; adottare ogni
provvedimento atto a garantire a detti lavoratori
un percorso che li rimuova dall’attuale condizione
di disagio nella quale si trovano; ad intervenire
nei confronti del Ministero della Funzione
Pubblica perché riveda le scelte adottate
nei confronti dei tanti lavoratori precari
delle amministrazioni pubbliche al fine di
consentire ai Comuni virtuosi di procedere
con celerità alla definitiva stabilizzazione
di detto personale.
Dopo l’ampia illustrazione da parte della
consigliera Maura Ruggeri, ha preso la parola
l’assessore Maria Vittoria Ceraso: In merito
all'ordine del giorno proposto vorrei sottolineare
il percorso intrapreso da questa Amministrazione
in relazione ai lavoratori a tempo determinato
in servizio presso questo Comune. Il 16 dicembre
2009 la Giunta ha deliberato un atto di indirizzo
con il quale ha incaricato il Settore Personale
e Sviluppo Organizzativo, di verificare,
nel corso del 2010, i presupposti di sostenibilità
giuridico-economica per la banditura delle
idonee procedure concorsuali atte a coprire,
con assunzioni a tempo indeterminato, i 37
posti oggetto del processo di stabilizzazione
già in essere in virtù della legge Finanziaria
2007. Nello stesso giorno la Giunta ha incontrato
personalmente i lavoratori precari per comunicargli
questo orientamento e soprattutto per manifestargli
l'apprezzamento per il loro lavoro che in
questi anni ha permesso al Comune di gestire,
nella maggior parte dei casi, servizi pubblici
essenziali di alta professionalità. L'investimento
che l'Ente ha fatto sugli stessi in termini
di formazione e l'esperienza acquisita sul
campo nell'espletamento dei diversi incarichi
rendono il suddetto personale patrimonio
per questo Comune e per questo da tutelare
e valorizzare proprio nell'ottica del perseguimento
del pubblico interesse. Anche oggi quindi
questa Amministrazione ribadisce il suo impegno
a porre in essere, nel corso del corrente
anno, tutte le procedure giuridicamente legittime
e finanziariamente sostenibili per l'assunzione
a tempo indeterminato dei 37 lavoratori precari
per l'anno 2011.
A seguire il consigliere Domenico Maschi
(Popolo della Libertà) ha proposto i seguenti
emendamenti all’ordine del giorno. Modificare
il penultimo capoverso con: a continuare
nel lavoro svolto per garantire a detti lavoratori
un percorso che li rimuova dall’attuale condizione
di disagio utilizzando tutti gli strumenti
possibili, tenendo conto della complessità
dell’attuale normativa; modificare l’ultimo
capoverso con: proseguire nel sostegno della
piattaforma ANCI che ha visto la mobilitazione
dei sindaci lombardi l’8 aprile scorso: Tale
piattaforma contiene le proposte di allentamento
dei vincoli eccessivamente rigidi del patto
di stabilità per renderne più agevole ai
comuni il rispetto nel 2011; condizione necessaria
al fine di proseguire nel percorso di stabilizzazione
del personale precario intrapreso dall’Amministrazione.
Per quanto riguarda il primo emendamento,
la prima proponente dell’ordine del giorno
si è detta d’accordo, così come per il secondo.
L’ordine del giorno, posto in votazione,
è stato approvato (si sono astenuti i consiglieri
Michele Ceresa, Emiliano Ferrari, Giovanni
Ferraroni, Italico Maffini, Giacomo Zaffanella).
Mozione presentata in data 2 marzo 2010 dal
capogruppo del gruppo consiliare Unione di
Centro Angelo Zanibelli in ordine all’annullamento
di sanzioni varie rilevate a seguito all’attivazione
dei varchi elettronici in zone diverse della
città.
Premesso che: un piano di viabilità era già
stato introdotto dalla precedente amministrazione
anche se non integralmente attuato; che l’attuale
amministrazione ha inizialmente annunciato
una riduzione della ZTL con conseguente abolizione
dei varchi elettronici; successivamente e
conseguentemente al ridisegno dell’attuale
ZTL si è proceduto all’attivazione dei varchi
elettronici; il pano di comunicazione preventivo
non ha previsto una moratoria che consentisse
una notifica senza ammenda ai trasgressori
per un congruo periodo, moratoria la cui
ripetizione si rendeva necessaria in conseguenza
alle variazioni introdotte rispetto al precedente
piano di viabilità; l’interpretazione delle
nuove disposizioni ha determinato nei fatti
un notevole numero di violazioni che si sono
successivamente ridotte in misura significativa
via via che gli utenti acquisivano coscienza
della nuova regolamentazione delle norme
d’accesso; in particolare il varco di corso
Mazzini angolo via Santa Barbara è stato
all’origine della più alta incidenza di violazioni.
Preso atto che: tale anomala situazione ha
già giustamente provocato una forte reazione
da parte degli utenti sanzionati che per
la numerosità e per la frequenza delle violazioni
imputabili agli stessi soggetti, rivendicavano
la buona fede dei loro comportamenti; la
Federconsumatori si è fatta carico di aprire
un negoziato conciliativo con l’Amministrazione;
il tavolo che si è attivato in seno all’Amministrazione
comunale ha consentito di trovare un parziale
accordo di conciliazione annullando le sanzioni
rilevate nel periodo intercorrente fra la
prima sanzione e la relativa notifica; l’Amministrazione
attraverso questo atto riconosce di fatto
i limiti del piano informativo e della segnaletica,
successivamente integrata; l’Amministrazione
Comunale con lo stesso atto di conciliazione
riconosce di fatto la buona fede dei comportamenti
degli utenti, annullando in questo modo 400
verbali di notifica; nel provvedimento conciliativo
si ravvisano elementi di dubbia legittimità
in quanto la revoca dei verbali di infrazione
successivi al primo sancisce le ragioni degli
utenti e pertanto non giustifica l’applicazione
della prima sanzione. Il Consiglio Comunale
chiede: che il Sindaco e l’Assessore competente
prendano atto, attraverso un atto politico,
della fondatezza delle rivendicazioni degli
utenti: dispongano l’annullamento di tutte
le sanzioni notificate fino al 30 gennaio
al varco di corso Mazzini; procedano al rimborso
anche attraverso accreditamento sulle imposte
comunali per i cittadini residenti nel comune,
di tutte le sanzioni già pagate per infrazione
al varco di corso Mazzini; provvedano in
tempi rapidi allo spostamento del varco mediante
l’adozione di opportuni arredi urbani che
consentano l’intercettazione dei veicoli.
Dopo l’illustrazione da parte del consigliere
Angelo Zanibelli ed un breve intervento della
consigliera Caterina Ruggeri (Partito Democratico),
ha preso la parola l’assessore Alessandro
Zagni: l’attuale Amministrazione, in coerenza
con le proprie linee politico-amministrative,
ha proceduto ad una revisione del precedente
assetto viabilistico del centro città provvedendo
a ridisegnare, in parte, le zone a traffico
limitato centrali, prevedendo in particolare
orari in cui rendere accessibile la zona
del centro all’utenza e provvedendo nel contempo
alla realizzazione un buon numero di stalli
di sosta a rotazione per l’utenza. La scelta
innovativa dell’amministrazione di consentire
una penetrazione nella zona a traffico limitata
secondo fasce orarie, se pure limitatamente
ai varchi di P.zza Roma, via Verdi e Cesare
Battisti, in controtendenza rispetto alla
precedente tornata amministrativa, dopo un
sufficiente periodo di osservazione (4 mesi),
può essere valutata ad oggi in modo estremamente
positivo. I dati relativi agli ingressi (che
sono elementi del tutto incontrovertibili
su cui fondare opinioni oggettive) dimostrano
che la scelta adottata dall’attuale amministrazione
è sicuramente sostenibile dal punto di vista
ambientale, non ha creato alcun tipo di difficoltà
per la fluidità della circolazione, raggiungendo
il duplice obiettivo di permettere una maggiore
fruibilità del centro città ai cittadini
utilizzatori e di salvaguardare i diritti
e gli interessi dei residenti. Il dato del
numero degli ingressi (ormai assestato) parla
di un numero di ingressi compreso tra 24/
25.000 veicoli a settimana. Va inoltre considerato
che, questa amministrazione ha complessivamente
aumentato il numero degli stalli di sosta
a rotazione nella ztl e in altre zone limitrofe,
creando complessivamente ulteriori 175 posti.
L’attivazione del controllo elettronico degli
accessi è da considerarsi, quindi, una logica
conseguenza del piano di ridisegno dell’assetto
viabilistico del centro; per altro, l’attivazione
dei varchi elettronici, permette di sollevare
gli agenti della Polizia Locale dai necessari
controlli a protezione dell’area, consentendo
loro un impegno maggiore nell’ambito delle
attività a tutela della sicurezza urbana
e della prevenzione delle inciviltà e delle
illegalità. La fase di progettazione degli
interventi di modifica della viabilità nella
ztl, è stata accompagnata da una campagna
di comunicazione articolata nel seguente
modo:
· 7 spot sulle emittenti radiofoniche locali
per due settimane
· 100 spot tv sul network locale Telecolor
· 5000 depliant diffusi in città con indicazioni
per i cittadini e cartina con l’ubicazione
dei varchi
· 800 lettere inviate ai residenti del centro
· 100 locandine affisse presso gli esercizi
commerciali me spazi di affissione
· 50 manifesti giganti negli spazi pubblici
di affissione
· 2 pagine a colori sul quotidiano La Provincia
· 2 pagine a colori sul quotidiano Cronaca
· 2000 lettere informative a coloro che avevano
effettuato un accesso abusivo prima dell’attivazione
di varchi
· la Polizia Locale ha pianificato per 15
giorni servizi di presidio con presenza di
agenti in postazione fissa in corrispondenza
dei varchi con l’obiettivo di informare adeguatamente
i cittadini accompagnando in punto prevenzione
l’entrata in funzione del sistema.
L’ubicazione dei varchi elettronici è stata
decisa dalla precedente amministrazione sulla
base dell’analisi dei flussi di traffico,
del numero dei posti da riservare ai residenti,
del numero di permessi in ingresso. L’attuale
ubicazione dei varchi, realizza ovviamente,
un sistema di impermeabilità della zona e
tende ad ottimizzare l’efficacia dell’azione
di controllo degli accessi che sono naturalmente
possibili soltanto transitando sotto il controllo
elettronico dei varchi. Per realizzare il
disegno di controllo, è stato necessario
estendere la ztl anche al primo tratto di
via Gerolamo da Cremona, poiché è del tutto
evidente che la circolazione libera nel tratto
compreso da corso Mazzini a via del Cistello,
permetterebbe la totale permeabilità della
zona a est di Largo Boccaccino formata dalle
vie Cistello, Ceresole, Palatina, S. Gallo
e S. Giuseppe. L’estensione della ztl nel
primo tratto di via G. da Cremona, è stata
comunque accompagnata dalla protezione dell’entrata
e dell’uscita dei bambini della scuola materna
privata “Sacro Cuore” e della popolazione
scolastica dell’Istituto APC e della scuola
media “Vida” garantendo comunque il diritto
di accesso (limitatamente alla scuola materna)
ai genitori per l’accompagnamento dei figli
in corrispondenza degli orari di ingresso
e di uscita dalla scuola. Va inoltre ricordato
che lo spostamento del varco, oltre alle
problematiche sopra citate, comporterebbe
un costo considerevole in ragione della necessità
di collocare gli impianti sotto le beole
della pavimentazione stradale. Sarebbe inoltre
necessario, in ragione della considerevole
larghezza della via, da mettere in relazione
al sistema di puntamento e di lettura del
sistema, prevedere elementi di arredo urbano
e portali che possano rendere operativa la
telecamera senza consentire ingressi abusivi.
Si deve inoltre tener conto che, il sistema
di rilevazione e l’ubicazione dei varchi
è stato oggetto di approvazione ed autorizzazione
da parte del Ministero delle Infrastrutture
e Trasporti, nonché dalla Sopraintendenza
per i beni architettonici (l’approvazione
all’installazione di portali in c.so Mazzi
da parte della Soprintendenza è quantomeno
poco probabile). Le sanzioni rilevate dalla
Polizia Locale all’indomani dell’attivazione
dei varchi, hanno avuto un picco nella prima
settimana, ed un progressivo costante calo
fino ad attestarsi ad un valore sostanzialmente
costante a partire dalla nona settimana dall’attivazione,
l’andamento descritto è speculare a quanto
è accaduto in tutte le città anche limitrofe
dove sono stati attivati i sistemi di rilevazione
degli accessi alla ztl. Le sanzioni comminate
dalla Polizia Locale, all’indomani dell’attivazione,
devono essere considerate legittime sotto
ogni profilo, ivi comprese quelle relative
al varco di corso Mazzini. In riferimento
alle richieste del consigliere Zanibelli,
si osserva che non è nella facoltà di questa
amministrazione procedere ad un arbitrario
annullamento delle sanzioni del varco di
corso Mazzini fino al 30 gennaio, ne è pensabile
per quanto detto, procedere al rimborso delle
sanzioni amministrative; peraltro un rimborso
attraverso accreditamento diretto sulle imposte
comunali non sarebbe nemmeno tecnicamente
sostenibile. In tema di sanzioni, l’amministrazione
ha ritenuto opportuno dare la giusta attenzione
e considerazione alle istanze dei cittadini
intervenute tramite Federconsumatori. Le
istanze dei cittadini sono state oggetto
di opportuna valutazione in sede giuntale
e nella stessa occasione è stato dato mandato
al Dirigente del settore Polizia Municipale,
di valutare la fattibilità tecnica giuridica
dell’archiviazione di alcune sanzioni per
le quali fossero presenti le circostanze
esimenti dalla responsabilità individuate
dalla legge. Il Dirigente della PM in virtù
dei principi delle norme che regolano il
procedimento amministrativo nonché dei principi
di applicazione delle sanzioni amministrative,
si è attivato attraverso la creazione di
uno sportello di ascolto dei cittadini interessati
dalle problematiche sanzionatorie conseguenti
all’entrata in funzione dei varchi, valutando
caso per caso le circostanze esimenti proposte
dall’utenza. Sono state quindi archiviate
limitatamente a un breve periodo di tempo,
una serie di sanzioni, circa un migliaio,
relativamente a situazioni ove è stata verificata
la buona fede dei cittadini a cui sono state
notificate plurisanzioni e che hanno avuto
contezza della violazione soltanto dopo la
ricezione della prima notifica. La valutazione
tecnica svolta dal Comando (oblazione della
prima sanzione ed archiviazione delle sanzioni
successive sino alla prima notifica) non
è opinabile da parte di questa amministrazione.
Si sottolinea, concludendo, che la scelta
operata ha quindi valenza di carattere tecnico,
e non politico, a fronte della facoltà, attribuita
dalla Legge, di dar corso ad accordi, a seguito
di istanza di parte, relativamente a procedimenti
amministrativi di natura sanzionatoria.
La mozione, dopo le dichiarazioni di voto,
è stata messa ai voti e respinta.
Mozione presentata in data 2 marzo 2010 dal
capogruppo del gruppo consiliare Unione di
Centro Angelo Zanibelli con cui si chiedono
correttivi fiscali e tariffari vari che tutelino
maggiormente le famiglie disagiate.
Il Consiglio Comunale, considerato che la
famiglia costituisce una delle grandi questioni
sociali irrisolte del nostro Paese. In Italia
la condizione di povertà è spesso legata
al numero dei figli. Una coppia che decide
di mettere al mondo un figlio diviene più
povera ed è costretta ad abbassare il proprio
tenore di vita. Un minore su sette vive sotto
la soglia della povertà e nulla viene fatto
per sostenere le famiglie che, con i loro
figli, garantiscono il futuro del Paese.
Siamo l’ultimo Paese al mondo in fatto di
natalità perché i figli costano troppo. La
famiglia svolge un ruolo fondamentale in
funzione anticrisi, fungendo da primo ammortizzatore
sociale, da primo argine nei confronti degli
effetti drammatici prodotti dalla crisi economica
e sociale in atto. La gravissima crisi economica
in corso impone l’elaborazione e l’attuazione
di politiche a sostegno delle famiglie anche
a mediante l’introduzione di criteri innovativi
per il calcolo dei contributi da richiedere
a fronte dei servizi comunali erogati. L’ISEE
è l’indice di “situazione economica equivalente”,
ovvero un indicatore che permette di misurare
la condizione economica delle famiglie, tenendo
conto del reddito, del patrimonio mobiliare/immobiliare
e della numerosità dei famigliari a carico.
L’ISEE dovrebbe misurare la reale capacità
economica della famiglia. In realtà, però,
i coefficienti che il decreto legislativo
n. 109/1998 stabilisce per “misurare” la
situazione economica familiare risultato
decrescenti rispetto al numero dei soggetti
che compongono il nucleo familiare e non
tengono conto delle differenze di età dei
componenti, della loro condizione scolare,
della presenza all’interno del nucleo famigliare
di soggetti diversamente abili e/o anziani
non autosufficienti. Per il principio dell’uguaglianza
e dell’equità fiscale, l’ISEE dovrebbe misurare
la reale capacità economica della famiglia,
senza penalizzare quelle con il maggior numero
di figli. I carichi familiari a oggi non
sono considerati adeguatamente anche per
l’impegno che comportano e un riequilibrio
nella loro valutazione rappresenta un’ulteriore
necessità. Appare, pertanto, necessario promuovere
politiche a sostegno delle famiglie con figli
introducendo alcune innovazioni concettuali
nel calcolo del sistema tariffario per i
servizi comunali. Occorre corrispondere all’esigenza
di “pesare” in modo più ponderato la composizione
del nucleo familiare introducendo un meccanismo
più equo e solidale fra capacità contributiva
della famiglia e tariffa del servizio erogato.
Rilevato che il Comune di Cremona utilizza
il sistema dell’ISEE per l’accesso ed il
calcolo della capacità contributiva degli
utenti che richiedono i servizi a domanda
individuale e che, nell’ambito delle diverse
discipline regolamentari, vengono proposte
agevolazioni e sconti per particolari caratteristiche
della composizione familiare. Attesa l’urgenza
di adottare un provvedimento quadro che fissi
le linee guida per l’introduzione di correttivi
destinati a “pesare” in modo ponderato la
composizione del nucleo familiare ed a graduare
il rapporto fra capacità contributiva e tariffa
applicata. Sottolineato che un tale innovativo
sistema di calcolo della capacità contributiva
familiare sarà utile sarà utile anche per
dare risposte più calibrate ai bisogni delle
famiglie con figli, con diversamente abili
e soggetti non autosufficienti a carico nella
misura in cui consente l’introduzione di
parametri specifici e differenziati per le
singole tipologie familiari. Sottolineato,
altresì, che il sistema descritto potrebbe
anche essere assunto quale quadro di riferimento
anche per commisurare sconti tariffari per
le tariffe relative alla tassa dei rifiuti,
alle tariffe dell’acqua e dell’energia. Impegna
il Sindaco e la Giunta: a rivedere i sistemi
fiscali e tariffari di competenza comunale
così da tener conto della composizione e
degli oneri a carico del nucleo familiare,
realizzando un modello di sistema più equo
e solidale. A migliorare il sistema di applicazione
dell’ISEE a livello comunale per l’accesso
ai servizi e per il pagamento delle relative
tariffe, al fine di introdurre correttivi
che tutelino maggiormente le famiglie con
più componenti e tra queste quelle con figli
a carico, ma anche le altre famiglie che
sostengono importanti impegni di cura, rendendo
altresì più eque le modalità distributive
e operando per omogeneizzazione sulla base
di criteri di proporzionalità. A promuovere,
anche con la dovuta attenzione e gradualità
l’applicazione sperimentale, che a partire
dal corrente esercizio determini e imposti
le politiche tariffarie e fiscali, con l’applicazione
del quoziente familiare, per una loro stabilizzazione
entro il 31.12.2010. A recepire il principio
del quoziente familiare nell’ambito delle
fonti normative locali riferite ai diversi
servizi, demandando, superata la fase di
studio sperimentale e previa verifica dei
risultati applicativi connessi, ai dirigenti
di competenza l’elaborazione, ove ritenuta
necessaria, degli specifici eventuali adeguamenti
in ordine ai singoli regolamenti comunali
interessati.
Dopo un breve dibattito, la mozione è stata
approvata all’unanimità.
Ordine del giorno presentato in data 1° aprile
2010 da consiglieri comunali vari del gruppo
consiliare Partito Democratico (primo firmatario
Elena Guerreschi) in ordine alle dichiarazioni
alla stampa dai contenuti lesivi della professionalità
dei dipendenti comunali in particolare del
Settore Affari Sociali rilasciate dall’Assessore
Claudio Demicheli.
Premesso che in data 26 marzo 2010 l’assessore
Claudio Demicheli rilasciava dichiarazioni
alla stampa dai contenuti lesivi della professionalità
dei dipendenti dell’Amministrazione Comunale
in particolare del Settore Affari Sociali,
sostenendo che “(…) negli uffici comunali
che si occupano di assistenza la gran parte
di chi ci lavora è orientato a sinistra:
sono “rossi” e fanno quello che vogliono
(…)”; altri esponenti della maggioranza,
della Giunta e della minoranza si sono discostati
dalla sostanza e dai toni di tali dichiarazioni;
anche le RSU del Comune hanno mostrato preoccupazione
per la vicenda, chiedendosi come sia possibile
una collaborazione proficua con gli apparati
tecnici in considerazione della sfiducia
mostrata dall’Assessore, formulando una serie
di interrogativi per comprendere pienamente
il significato delle dichiarazioni dello
stesso e chiedendo l’opinione e l’intervento
dell’intera Giunta in merito. Considerato
che negli ambienti di lavoro, ed a maggior
ragione nell’ambito di un’amministrazione
comunale, devono essere rispettati quei fondamentali
principi di rispetto della dignità del lavoratore,
anche nell’interesse dei cittadini affinché
apparato tecnico e politico operino nel modo
più efficiente possibile, e che quindi non
sono accettabili comportamenti ed esternazioni
pubbliche che mettano in dubbio la lealtà,
la competenza e la serietà dei dipendenti;
con particolare riferimento alle dichiarazioni
dell’Assessore in merito alle presunte opinioni
politiche dei dipendenti, si sottolinea che
la legge 300/1970, all’art. 1 sancisce il
diritto dei lavoratori di manifestare sul
luogo di lavoro le proprie opinioni ed il
proprio pensiero ed all’art’8 fa divieto
al datore di lavoro di effettuare indagini
sulle opinioni politiche dei lavoratori.
Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio
Comunale dichiara espressamente di censurare
le affermazioni ed i comportamenti di cui
in premessa tenuti dall’assessore Demicheli;
impegna il Sindaco e la Giunta a censurare
pubblicamente le dichiarazioni dell’assessore
Demicheli prendendo, eventualmente, i provvedimenti
necessari; impegna la Giunta a mantenere,
per il futuro, comportamenti sobri e rispettosi
della dignità e dell’integrità dei dipendenti
dell’Amministrazione Comunale.
Dopo che l’ordine del giorno è stato ampiamente
illustrato dalla consigliera Elena Guerreschi,
si è aperto il dibattito che ha visto intervenire
i consiglieri Angelo Zanibelli (UDC), Giancarlo
Schifano (Italia dei Valori), Maura Ruggeri
(Partito Democratico). Al termine ha preso
la parola l’assessore Claudio Demicheli:
Il mio attuale ruolo di Assessore alle periferie,
ai quartieri e ai rapporti con la cittadinanza,
aree e servizi cimiteriali, mi porta ad avere
quotidianamente incontri con i cittadini,
la mia precedente esperienza decennale di
amministratore locale, in qualità di Consigliere
di opposizione e membro della Commissione
comunale Affari Sociali, della quale conservo
informazioni, dati e rendiconti, nonché casistiche
individuali e non. Siamo in un periodo in
cui a causa della crisi economica tuttora
in atto, si vanno accentuando sempre di più
fenomeni di disagio sociale quali la disoccupazione,
mobilità, mezzi di sostentamento neanche
sufficienti a far fronte alle spese minime
essenziali, quali l’affitto di casa e l’acquisto
di generi alimentari. In merito all’ordine
del giorno presentato dal Partito Democratico,
ritengo dunque doveroso chiarire alcuni concetti.
Credo che le procedure in atto presso i Servizi
Sociali siano ancora in grande misura il
frutto di impostazioni volute dal centrosinistra
e di scelte programmatiche e regolamentari
che poco si ispirano ai principi dichiarati
dall’attuale maggioranza. Nella mia intervista
al quotidiano La Provincia, intendevo riferirmi
non certamente al colore politico dei dipendenti
del settore, ma alle prassi di fruizione
e accesso ai servizi. Alcune innovazioni
sono state apportate dal nuovo assetto organizzativo
entrato in vigore dal 1° aprile scorso verso
il quale ha accennato nel suo intervento
sulla stampa l’Assessore al Personale Maria
Vittoria Ceraso. L’attuale Amministrazione
di centrodestra è stata evidentemente prescelta
dall’elettorato anche al fine di proporre
soluzioni innovative rispetto al passato.
In merito ai Servizi Sociali, la città intera
e in particolare le fasce più deboli, si
aspettano nuovi criteri di accesso agli stessi,
con debita considerazione per coloro che
hanno vissuto in questi anni attivamente
la nostra realtà territoriale. Un percorso
già avviato che deve essere perseguito con
la stessa determinazione. E’ lecito quindi
attendersi un cambiamento di rotta? Il mio
interesse innanzitutto, è rivolto al metodo
di lavoro, la politica intesa come attenzione
alla POLIS, alla città, all’interesse collettivo,
che si concretizza nell’attività dei servizi
di tutti i giorni; non avevo e non ho alcuna
intenzione di focalizzarmi sui lavoratori
del Comune e su qualcuno in particolare.
So che l’assessore Amore con competenza e
senso di responsabilità sta intraprendendo
ogni iniziativa volta a portare le innovazioni
e i miglioramenti auspicati dalla comunità,
in questo percorso difficile e complicato
può contare sul mio pieno sostegno. In conclusione,
nessuno ha mai avuto la pretesa di fornire
insegnamenti ai nostri dipendenti dei Servizi
Sociali dal punto di vista tecnico e professionale;
il desiderio che ho espresso è solo quello
di essere parte attiva di un cambiamento
vero che auspico coinvolga l’intera struttura,
in applicazione dei nuovi indirizzi espressi
da questa maggioranza con atteggiamenti di
trasparenza verso la città che attende i
cambiamenti.
Il dibattito si è concluso con l’intervento
del sindaco Oreste Perri: A conclusione del
dibattito, ritengo di dover esprimere alcune
osservazioni in merito alla vicenda che ha
interessato l’assessore Demicheli, in relazione
alle affermazioni da lui rilasciate alla
stampa locale a fine marzo. Mi preme innanzitutto
rinnovare la stima e la considerazione positiva
nei confronti dei dipendenti comunali, valutazione
che avevo formulato già all’inizio del mio
mandato e ribadito in occasione dell’approvazione
del bilancio 2010. Lo confermo oggi: il loro
operato, nel complesso, è svolto con professionalità,
competenza e spirito di collaborazione. Questa
mia valutazione non esclude la necessità
di rivedere strutture e metodi di lavoro
interni. Infatti recentemente è stato predisposto
un nuovo assetto organizzativo al fine di
migliorare l’attività amministrativa, obiettivo
da perseguire al di sopra di ogni posizione
di natura ideologica o politica. Alle rappresentanze
sindacali, di categoria ed interne, che sono
intervenute sulla questione, desidero dare
assicurazione in ordine al rispetto e all’attenzione
che l’Amministrazione doverosamente riserva
alle loro istanze e legittime osservazioni.
Venendo al merito della questione, Demicheli,
Assessore alle periferie e ai quartieri,
aree e servizi cimiteriali e rapporti con
i cittadini, dopo aver rilasciato le dichiarazioni
riportate sui giornali in prima battuta,
a seguito di un confronto con me ne ha chiarito
lo spirito e rettificato il giudizio attraverso
un comunicato stampa. Il giudizio da lui
esposto sul lavoro dei dipendenti comunali,
in particolare di quelli del dipartimento
delle Politiche Sociali, non riguardava certamente
l’operato dell’assessore Amore, responsabile
di un settore assai complesso e delicato,
che sta gestendo con serietà, competenza
e spirito di dedizione. Fatte le dovute valutazioni,
non intendo né sminuire né sopravvalutare
questa vicenda, nel senso che il mio lavoro,
quello della Giunta e dell’intera Amministrazione
Comunale, deve poter procedere con la necessaria
serenità e con quello spirito di collaborazione
che fino ad ora ritengo abbia caratterizzato
maggioranza e minoranza, anche attraverso
dibattiti e confronti costruttivi, mai sterili
o solamente provocatori. E’ sempre e solo
il bene della città che deve essere il primario
obiettivo del nostro lavoro: le divergenze
politico – ideologiche non devono costruire
un limite, ma una ricchezza per tutti. Desidero
assicurare il Consiglio che terrò certamente
conto di quanto emerso nell’odierno dibattito
in vista delle decisioni che potrei assumere
nei prossimi giorni nel rispetto del mio
ruolo e delle responsabilità che mi competono,
e solo a me competono, e nell’ambito di un
confronto con le espressioni politiche che
compongono la maggioranza.
Dopo le dichiarazioni di voto, l’ordine del
giorno è stato posto in votazione, durante
le quale i consiglieri Angelo Zanibelli e
Domenico Maschi hanno chiesto il ritiro dell’ordine
del giorno a seguito delle dichiarazioni
dell’assessore Demicheli e soprattutto del
Sindaco. Messo in votazione, l’ordine del
giorno è stato respinto: su 34 votanti, 12
consiglieri si sono dichiarati a favore (Partito
Democratico e Italia dei Valori) e tutti
gli altri si sono astenuti (Popolo della
Libertà, Lega Nord, Cremona nel Cuore, Obiettivo
Cremona e UDC).
Approvazione delle controdeduzioni all’osservazione
presentata avverso l’adozione della variante
al Piano di Recupero, di iniziativa privata,
relativo alla cascina Caseificio Cavo, sita
in via Flores (zona Maristella), presentata
dalla società Edilnova s.r.l. e definitiva
approvazione della variante al piano.
Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità
le controdeduzioni all’osservazione presentata
dalla società Edilnova s.r.l. avverso l’approvazione
della variante al Piano di Recupero, di iniziativa
privata, relativo alla cascina Caseificio
Cavo, situata in via Flores (zona Maristella).
Ha approvato, in via definitiva, la variante
al Piano di Recupero, di iniziativa privata,
relativo alla cascina Caseificio Cavo, situata
in via Flores (zona Maristella), presentata
dalla società Edilnova s.r.l. L’approvazione
della variante al Piano di Recupero di iniziativa
privata porterà alla successiva stipula della
convenzione urbanistica regolante l’attuazione
del piano stesso.
Con deliberazione del Consiglio Comunale
del 21 dicembre 2009 è stata adottata la
variante al Piano di Recupero, di iniziativa
privata, relativo alla cascina Caseificio
Cavo, situata in via Flores (zona Maristella),
presentata dalla società Edilnova s.r.l.
A seguito della pubblicazione della variante
al Piano di Recupero è pervenuta una osservazione
al piano stesso, presentata dal Consorzio
di Bonifica Dugali. La controdeduzione all’osservazione
presentata, predisposta dal Settore Gestione
Territorio, comporta la modifica dell’elaborato
Bozza di Convenzione alla deliberazione del
Consiglio Comunale del 21 dicembre 2009 di
adozione della variante al Piano di Recupero.
La legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 e
successive modifiche ed integrazioni dispone
che i piani attuativi e loro varianti sono
approvati dal Consiglio Comunale.
 
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