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15 Settembre, 2002
Resoconto del Consiglio Comunale del 13 aprile 2010.
Numerose interrogazioni e mozioni. Sia la mozione sul No alle centrali nucleari , presentata da IDV e che quella del PD, sulle dichiarazioni dell'Assessore Demicheli sono state respinte dalla maggioranza.

Resoocnto del Consiglio Comunale del 13 aprile 2010.
Numerose interrogazioni e mozioni. Sia la mozione sul No alle centrali nucleari , presentata da IDV e che quella del PD, sulle dichiarazioni dell'Assessore Demicheli sono state respinte dalla maggioranza.
Interrogazione presentata in data 22 febbraio 2010 presentata dai consiglieri comunali del gruppo consiliare Partito Democratico Annamaria Abbate e Maura Ruggeri in ordine ai motivi dell’interruzione di cantieri avviati in diverse zone della città.

Preso atto che nelle ultime settimane in centro città sono stati aperti, improvvisamente e senza informare per tempo i residenti e i commercianti, numerosi cantieri (via Robolotti, via Matteotti, via Platina) poi quasi subito interrotti. I cantieri aperti in periferia sono fermi da settimane. In particolare quello di via Brescia, per raddoppiare il ponte sul cavo Cerca, è fermo da tre mesi e sta provocando forti disagi ai residenti e ai commercianti della zona, che perciò hanno effettuato una consistente raccolta di firme a sottoscrizione di un documento di denuncia. Le associazioni di categoria hanno lanciato a mezzo stampa un grido d’allarme sulle enormi difficoltà che gli esercizi commerciali siti in prossimità di suddetti cantieri, denunciando la totale mancanza di adeguata comunicazione da parte dell’Amministrazione e l’inspiegabile diniego degli amministratori ad incontrare le categorie. Tutto ciò premesso i sottoscritti si chiede di conoscere: i motivi dell’interruzione dei cantieri avviati, in particolare si chiede ragione dell’interruzione per un intero trimestre del cantiere di via Brescia. I motivi del mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria ed in particolare si chiede ragione della mancata doverosa informazione ai singoli esercenti coinvolti nei disagi. La data precisa della conclusione dei lavori e della conseguente chiusura dei cantieri sopraccitati.

All’interrogazione ha risposto l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli: Premesso che il cantiere era stato previsto e programmato nell’ambito dei lavori appaltati per l’anno 2009 e per i quali è stata dibattuta la programmazione nelle sedi istituzionali, comunico quanto segue: L’interruzione è stata causata dalla necessità di dover modificare, attraverso parziale perizia il progetto delle fondazioni mediante un diverso dimensionamento dei pali, dovuto al particolare comportamento del terreno sottostante generatosi con la prima fase dei lavori; necessità di far fronte ad un parziale cedimento della riva che ha comportato la progettazione ex novo di una difesa di sponda, al fine di sostenere la Via Brescia ed evitare il cedimento parziale della carreggiata; necessità di proteggere ulteriormente i sottoservizi (rami di fognature che sottopassano il canale), alla luce del comportamento del sottofondo, fattore che ha comportato una progettazione di pali di dimensione maggiore; da ultimo l’esigenza emersa di realizzare per questioni manutentive una rampa di accesso per mezzi d’opera al cavo Robecco, richiesta pervenuta dal Consorzio Dugali ed AEM, opera che è stata inserita nell’ambito della variante predisposta. I lavori sono ripresi il 3 marzo scorso. Per anticipare i tempi si è anche colta l’occasione della variante per sostituire il solaio gettato in opera, con solai prefabbricati che permettono di recuperare almeno 3 mesi di lavoro, motivo per il quale si ritiene di concludere i lavori entro giugno 2010. Abbiamo comunque sempre tenuto contatti con i residenti e i commercianti.


Interrogazione presentata in data 23 febbraio 2010 dal capogruppo del gruppo consiliare Cremona per la Libertà Ferdinando Quinzani circa il futuro dell’Istituto Musicale Pareggiato di Cremona.

Dopo le rinfrancanti notizie dei mesi scorsi a proposito del futuro dell’Istituto Pareggiato di Cremona e a seguito dei molti mesi di silenzio da allora trascorsi, si interroga il signor Sindaco per sapere: a che punto sono i lavori per l’accorpamento dell’Istituto Pareggiato cremonese al Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia: quali i passaggi già effettuati e quali ancora sono da attuare; quali azioni economiche e strategiche questa amministrazione intende mettere in campo per favorire lo sviluppo dell’Istituto anche dopo il suo passaggio a Brescia, soprattutto in relazione all’ampliamento dell’offerta formativa nell’ambito dei diplomi di II livello e dell’Alta Formazione Musicale; quale destino si intende riservare alla formazione di base (ex Scuola Civica Monteverdi) nel momento in cui l’Istituto Pareggiato passerà a Brescia, cioè quali investimenti economici e strategici questa amministrazione intende mettere in campo per lo sviluppo dei corsi musicali che costituiscono il serbatoio prevalente dei corsi pareggiati; come intende procedere l’amministrazione per risolvere lo spinoso problema della sede dell’Istituto Pareggiato, dal momento che il passaggio a Brescia prevede inderogabilmente la collocazione in sede propria (cioè separata dai corsi “civici”) nonché la disponibilità di un auditorium dedicato che consenta il regolare svolgimento dei corsi.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Irene Nicoletta De Bona: Il 13 luglio 2007, con decreto, il Ministero dell’Università e della Ricerca approva lo Statuto dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi” di Cremona. Il 19 giugno 2008 con deliberazione di Consiglio Comunale viene attivato l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi” di Cremona, viene revocato l’affidamento della gestione della Civica Scuola di Musica alla Fondazione Scuola di Musica “Claudio Monteverdi” a decorrere dal 1° settembre 2008 e viene approvato l’affidamento della gestione della Civica Scuola di Musica all’Istituzione a decorrere dal 1° settembre 2008. Il 1° settembre 2008 viene approvata la bozza di convenzione relativamente alla disciplina dei rapporti tra il Comune di Cremona e l’Istituto Superiore di studi musicali “Claudio Monteverdi” per la gestione ed il funzionamento dell’Istituto e della Scuola di Musica. Arrivando ad oggi, non possiamo non sottolineare come Brescia e Cremona vantino una vicinanza geografica e culturale, analogie ora indotte, ora casuali, ma curiosamente sovrapponibili e complementari: rendere permanenti e attivi questi rapporti, condurli su un piano di reciproca, cosciente, ricercata utilità, consentirebbe di aprire una pagina nuova ed estremamente interessante in area lombarda, con positive conseguenze in parte prevedibili e in parte da progettare, ma con utili e certe ricadute sul territorio in tema di istruzione, cultura dell’ascolto, occupazione, salvaguardia della tradizione, qualità della vita. I rapporti tra l’Istituto e il Conservatorio di Brescia, che sono stati ripresi dall’Amministrazione comunale attuale, hanno fatto si che, sulla base delle significative risorse culturali, strutturali e storiche e del patrimonio musicale che lega idealmente quest’area geografica da oltre un millennio, si desse l’avvio alla predisposizione di un progetto di costituzione di un polo Formativo per l’Alta formazione Artistica e Musicale Brescia – Cremona. A supporto di tale progetto, che vede valorizzate le peculiarità identificative delle due città (violini per Cremona e pianoforti per Brescia), è importante rendere noto che gli organi di gestione e di governo di entrambe le istituzioni si sono pronunciate favorevolmente al riguardo, esprimendo il comune impegno nel creare le condizioni sociali, culturali ed economiche atte a favorirne la realizzazione. Il Polo per l’alta Formazione tra Brescia e Cremona, potrebbe diventare patrimonio artistico-musicale e culturale comune a vantaggio di una vasta area geografica lombarda, in un’ottica che ne consentirebbe la piena valorizzazione, contestualmente ad una ottimizzazione delle risorse, apportando un significativo valore aggiunto complessivo, a partire dall’impatto sull’azione didattica, sino all’ampliamento delle possibilità di realizzazione di produzione artistiche e di sviluppo della ricerca scientifica. Percorso agevolato anche da alcuni favorevoli aspetti di carattere logistico e culturale, considerata la limitata distanza geografica fra le tre sedi (Cremona, Brescia e Darfo), l’omogeneità territoriale e culturale e la ricchezza di risorse che caratterizza l’intero territorio. Per quanto attiene gli aspetti strutturali, è da sottolineare il fatto che il Conservatorio di Brescia (con la sede distaccata di Darfo), che si attesta al secondo posto fra i Conservatori del nord Italia in relazione agli aspetti numerico-dimensionali, vanta una sede prestigiosa, molto spaziosa, recente oggetto di una ristrutturazione che l’ha dotata di impianti tecnologici all’avanguardia (spazi insonorizzati, aule climatizzate e con collegamento internet, impianti multimediali, buona dotazione di strumenti musicali, tre auditori ecc.) e l’ha resa in grado di ospitare adeguatamente tutti i corsi nell’ambito dell’alta Formazione. Tale sede, così rinnovata, potrebbe accogliere, attraverso una razionalizzazione delle risorse, diverse attività didattico-scientifiche, in collaborazione con la sede di Darfo Boario Terme e l’auspicata futura sede di Cremona. Relativamente alla componente didattica, le tre sedi vantano docenti di elevatissimo livello professionale, cui si aggiungono i Corsi di perfezionamento, di assoluto prestigio e rinomati a livello internazionale tenuti dalla fondazione Stauffer (Maestri Accardo, Filippini, Giuranna, Petracchi) e dalla Fondazione Romanici (Maestri Collima, Corghi, Nordico ecc.), che garantirebbero una eccellenza a livello internazionale per ciò che concerne l’Alta Formazione. La ricchezza e l’articolazione di una siffatta offerta formativa ha reso possibile per entrambe le Istituzioni in un arco temporale di ampio respiro, non solo di vantare allievi divenuti musicisti di fama internazionale, in ambito solistico o prime parti di orchestre sinfoniche europee ed extraeuropee, ma anche di allinearsi efficacemente alla nuova impostazione definita dalla riforma (l. 508/99), attraverso l’attivazione di tutti i Corsi dell’Alta Formazione di I e II livello (compreso il biennio di didattica per la formazione del personale docente), con un grande successo di numeri e di risultati complessivi. Proprio nell’ambito del compimento della riforma del comparto AFAM e in coerenza con lo spirito di ottimizzazione e valorizzazione delle risorse che ne ha animato la realizzazione, entrambe le Istituzioni stanno operando per l’adozione dei medesimi Regolamenti Didattici e Piani di Studio. Per quanto riguarda il terzo punto dell’interrogazione, inerente la civica scuola di musica, l’intendimento dell’Amministrazione è senza dubbio quello di mantenere attiva la scuola per la funzione determinante di sensibilizzazione che da decenni svolge nella comunità cremonese e perché rappresenta, come sottolineato, un “vivaio” per l’Istituto Superiore. Per quanto concerne il quarto punto (sede ed auditorium per l’Istituto), occorrerà procedere per gradi nel senso che dipenderà molto dalle intese che intercorreranno con Brescia e da li ne discenderanno le soluzioni sia per quanto concerne le sede sia per quanto riguarda l’auditorium. Il tutto potrebbe trovare un confronto nell’ambito di un discorso più ampio collegato all’utilizzo degli immobili di proprietà comunale. Per completezza di informazioni comunico che il Sindaco nell’incontro tenutosi sabato con il Ministro dell’Istruzione, ha consegnato una lettera al ministro Gelmini, auspicando un’attenzione particolare del Ministero nei confronti della nostra realtà.

Il consigliere Ferdinando Quinzani ha ringraziato per la risposta ottenuta rilevando però esiste ancora una fase di stallo per quanto riguarda la sede.


Interrogazione presentata il 17 marzo 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Caterina Ruggeri) circa il progetto “Garante del verde” per il controllo e la manutenzione dei giardini e dei parchi di periferia.

Preso atto dell’ennesimo spot di questa Giunta impegnata ad inaugurare in pompa magna lo spogliatoio al quartiere Zaist, dimenticandosi che tale investimento è stato voluto, progettato e costruito con le risorse programmate dalla Giunta Corada in collaborazione con l’Associazione Sportiva Dinamo Zaist e che l’Amministrazione Perri ne ha solo preso atto; evidenziato che, al contrario, altri progetti consolidati nelle periferie cittadine, quali il “Garante del verde”, dalla data di insediamento di questa Giunta a tutt’oggi, sono fermi e che i diversi referenti di tale progetto, non sono mai stati convocati e che ora gli stessi sono disorientati circa il futuro di tale percorso di partecipazione; ricordato che la figura del Garante del verde, resa possibile grazie alla disponibilità di alcuni componenti dei comitati spontanei di zona e condivisa con i due Assessorati, quello del verde e quello dei rapporti con le periferie, ha avuto l’importante ruolo di osservatore delle attività svolte nei cantieri per la manutenzione del verde nelle aree pubbliche, di punto di riferimento dell’amministrazione comunale per una informazione tempestiva circa le situazioni di degrado urbano e del rispetto dei tempi di attuazione dei lavori, insieme al ruolo insostituibile di facilitatore nella soluzione di problemi, si interroga il Sindaco per conoscere: quando e se intende riprendere gli obiettivi del progetto “Garante del verde”; se sì, se non intenda coinvolgere la commissione Consiliare attinente i rapporti con le Periferie, invitando i rispettivi Assessori a relazionare in merito alle rispettive progettualità e competenze; se non ritiene sia arrivato il momento di riprendere il tema della partecipazione e del rapporto con i cittadini delle periferie, promovendo percorsi di progettazione partecipata e condividendo con loro le scelte che riguardano il territorio nel quale vivono, visto che fino ad ora si è provveduto a inaugurare investimenti di altri e ad organizzare eventi gastronomici e spettacoli di vario genere che non hanno visto alcun coinvolgimento di cittadinanza attiva.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Claudio Demicheli: Con il nuovo assetto organizzativo entrato in vigore il 1° aprile scorso l’Amministrazione ha inteso creare un Servizio sinergico definito “Verde – Cimitero e Periferie” in modo da mettere a sistema le risorse del Comune e di ripartire con delle progettualità meglio coordinate. L’Assessorato ha valutato la possibilità di proseguire con il progetto Garante del Verde, ma dalla presa visione del materiale relativo al progetto (relazioni e verbali degli incontri, lettere inviate all’Amministrazione dai Garanti, sintesi annuali delle segnalazioni …) è emerso il fatto che, anche dopo anni di vita (è attivo dal 2004), non fosse stato “ancora raggiunto l’obiettivo di migliorare il servizio di manutenzione delle aree verdi”. Gli stessi Garanti, infatti, hanno portato più volte all’attenzione della precedente Amministrazione la mancanza di risposte e interventi adeguati alle loro segnalazioni. In una lettera indirizzata agli Assessori e ai tecnici del progetto, datata 29 maggio 2008, scrivevano quanto segue: “… la sensazione è che nell’ultimo anno sia diminuito ulteriormente l’interesse dell’Amministrazione per il progetto, motivo per cui alcuni garanti si sono stancati di fare segnalazioni e non parteciperanno più agli incontri. Ecco alcune osservazioni in merito: 1) nonostante, nell’ultimo anno siano aumentate le risposte alle segnalazioni dei Garanti da parte dell’Ufficio Serre, capita ancora troppo spesso che alle segnalazioni non seguano risposte ed interventi adeguati. 2) I Garanti vedono raramente risultati in seguito alle segnalazioni e, in alcuni quartieri, da anni si segnalano le stesse cose senza ottenere ascolto. 3) Nell’ultimo anno l’Ufficio Serre ha deciso di non dotare più i garanti del piano delle potature, come veniva fatto negli anni scorsi. 4) Gli ordini di servizio arrivano sempre in ritardo e spesso su richiesta di qualche garante che, vedendo le cooperative al lavoro nella propria zona, lo segnalano all’Ufficio Periferie. Inoltre, sempre rispetto agli ordini di servizio, non viene più segnalata la data di inizio lavori e di conseguenza i Garanti, che dovrebbero segnalare le inadempienze al termine di ogni intervento di manutenzione, non sanno mai quando è il momento di fare le segnalazioni. All’inizio del progetto ci è stato consegnato il disciplinare d’appalto contenente le modalità di esecuzione delle opere di manutenzione e relative eventuali sanzioni, ma l’impressione è che tali sanzioni non vengano mai applicate. Vorremmo capire se questo progetto verrà migliorato per poter proseguire la collaborazione con il Comune”. In seguito a questa sollecitazione e alla lettura di tale materiale, si è pensato di riaffrontare il tema in oggetto successivamente alla ridefinizione dei Comitati di quartiere, all’interno dei quali verrà scelto un referente che si occupi del verde. In questi mesi infatti è stato preparato un Regolamento per i Comitati, che verrà approvato prossimamente, e quindi è possibile preparare un emendamento da inserire nella prossima commissione competente. Nei prossimi mesi vi sarà un puntuale coinvolgimento della Commissione Consiliare competente e verrà riaffrontato il tema in oggetto. Il Servizio Periferie ha oggi una diversa connotazione del concetto di “partecipazione”, perché ritiene che i cittadini vadano innanzitutto accolti, ascoltati e indirizzati verso i servizi del Comune che possono risolvere i loro problemi. Anche per questo l’Assessorato ha anche la delega ai “Rapporti con la cittadinanza”.

La consigliera Caterina Ruggeri si è detta non soddisfatta della risposta data.


Interrogazione presentata in data 24 marzo 2010 dal capogruppo del gruppo consiliare Cremona per la Libertà Ferdinando Quinzani in merito all’istituzione di mercati rionali.

Si chiede al Sindaco di riferire al Consiglio in merito a: 1) come mai non siano ancora partiti i mercati rionali nelle periferie e nei quartieri; 2) se questa Amministrazione intenda portare avanti l’iniziativa; 3) quale tempistica era stata programmata e quale sia l’attuale tempistica prevista; 4) relazione sullo stato di attuazione complessivo del progetto: modi, tempi, costi, soggetti coinvolti.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Irene Nicoletta De Bona: Il progetto predisposto dagli uffici comunali prevedeva, inizialmente, l’attivazione di 8 nuovi mercatini rionali e di quartiere, a cadenza settimanale, così dislocati: zona Piazza Fiume (via Cattaro, Ronchi e Grado); Borgo Loreto – piazza dei Patrioti; Quartiere Giuseppina - piazza Caccia; Quartiere Po - via Navaroli; Quartiere Zaist - via Nino Bixio; Quartiere Bagnara - via Dragoni Cristofori; Quartiere Boschetto - via Fratelli d’Italia; Quartiere San Felice- via San Felice, oltre all’ampliamento (ed eventuale spostamento) dei mercatini già esistenti nei quartieri Cavatigozzi e Cambonino.Tali aree erano state scelte perché, dall’analisi compiuta, era risultato un insufficiente livello di copertura del servizio commerciale in sede fissa, rispetto alle esigenze dei residenti. Si trattava però di un’individuazione di larga massima, effettuata sulla base soltanto delle planimetrie, e che, pertanto, necessitava di una puntuale verifica tecnica di fattibilità, con sopralluoghi diretti in loco. E’ stato quindi costituito un gruppo di lavoro, composto da personale degli Uffici Commercio, Traffico e Polizia Municipale, che si è occupato di redigere la progettazione definitiva. Poiché, per le aree periferiche, si rendevano necessari numerosi approfondimenti (verifica compatibilità con fermate mezzi pubblici, isole ecologiche, passi carrai, ecc.), si è deciso di avviare dapprima, nel corso del 2009, la sperimentazione del solo mercato di piazza Fiume, per cui erano stati invece già acquisiti tutti i necessari presupposti. Questo anche perché si tratta di un mercato più grande degli altri (32 banchi a fronte ai 12 previsti per gli altri mercatini) ed è collocato in una zona centrale della città, per cui è più facile trovare operatori disponibili a parteciparvi. Per evitare il rischio che i nuovi mercatini rionali andassero deserti per mancanza di operatori interessati, o per successiva rinuncia da parte dei concessionari, si è quindi ritenuto opportuno offrire una concessione “multipla”, valida cioè per più mercati, da tenersi in giorni diversi. In questo modo, l’operatore potrebbe compensare la scarsa redditività derivante dal limitato bacino di utenza del singolo mercato con la certezza di un posteggio fisso nel territorio comunale anche per sei giorni consecutivi, con conseguente risparmio delle spese per spostarsi in altri Comuni. Per poter emanare un bando unico cumulativo per tutti i nuovi mercatini era quindi necessario completare le verifiche tecniche di fattibilità sulle singole aree. Il gruppo di lavoro, sulla base anche dei sopralluoghi effettuati, è giunto finora alle seguenti conclusioni: Borgo Loreto – parere sfavorevole, in quanto manca lo spazio necessario ad ospitare un mercatino sia pur piccolo; Quartiere Zaist (via Nino Bixio) - parere sfavorevole, in quanto manca lo spazio necessario ad ospitare un mercatino sia pur piccolo; Quartiere San Felice - parere sfavorevole, in quanto manca lo spazio necessario ad ospitare un mercatino sia pur piccolo; Quartiere Po/Navaroli: si propone di collocare il mercato in via Piazzi; Quartiere Boschetto: si propone di collocare il mercato in via Isidoro Bianchi; Quartiere Cambonino: si propone di collocare il mercato in piazza dell’Agricoltura (dove già esisteva in passato). In alternativa ad una delle tre aree risultate inidonee, ha proposto inoltre di istituire un altro mercatino nel Quartiere Maristella – via Persico, dove la sua istituzione è stata sollecitata anche da alcuni cittadini. A breve saranno completate le verifiche relative ai siti di Cavatigozzi (per eventuale spostamento del mercato dall’attuale sede), Quartiere Giuseppina e Bagnara (via Dragoni Cristofori). Una volta definita la proposta, si provvederà ad acquisire il parere obbligatorio della Commissione per il commercio sulle aree pubbliche e, quindi, ad emanare il bando per l’assegnazione dei posteggi. Si ritiene che, sempre che si raccolga un numero sufficiente di adesioni da parte degli operatori, i nuovi mercatini dovrebbero essere attivati entro tre quattro mesi.

Il consigliere Ferdinando Quinzani si è detto non soddisfatto della risposta ottenuta, anzi dispiaciuto per l’esclusione di alcuni luoghi.


Interrogazione presentata in data 2 aprile 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Caterina Ruggeri) in merito allo spettacolo di Enzo Iacchetti dal titolo “Chiedo scusa al Signor Gaber” promosso dall’Assessorato ai Rapporti con le Periferie e i Quartieri.

Premesso che l’idea di proporre a Cremona uno spettacolo sul grande Gaber su iniziativa dell’Assessorato ai rapporti con le periferie ha sorpreso molti in quanto la programmazione del Teatro Ponchielli già prevedeva, a distanza di soli pochi giorni, una interessante performance di Neri Marcorè sempre sul personaggio in argomento; preso atto che lo spettacolo in questione era stato annunciato come un percorso di animazione del territorio intrapreso dall’Assessorato ai rapporti con le periferie e che ha riguardato alcuni eventi organizzati in quartieri periferici della città; risaputo che il Teatro Ponchielli non si trova in periferia, si interroga il Sindaco e la Giunta per conoscere: su quali basi si è scelta la compagnia Immaginazione di Varese e se tale scelta è stata condivisa con la programmazione già in calendario del nostro Teatro Ponchielli; quanto è stato erogato all’associazione ANFASS e quale relazione c’è tra tale scelta e la programmazione dell’Assessorato alle politiche sociali, competente in materia; quali i costi e i ricavi di tale iniziativa; infine, se, si ritiene che lo spettacolo di Iacchetti abbia risposto ai temi di partecipazione e della cittadinanza attiva, visto che da tempo si susseguono iniziative di animazione “culturale” che poco hanno a che fare con le competenze di tale Assessorato.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Claudio Demicheli: In proposito appare opportuno precisare che: 1) La scelta della compagnia “Immaginazione” è stata fatta nelle more del Regolamento Comunale attinente gli incarichi da conferire, che all’art. 77 consente di scegliere liberamente le prestazioni culturali, d’ingegno e artistiche. Le date che ci sono state comunicate dalla Compagnia erano solo due, avendo Iacchetti già programmato il suo tour; 2) Il programma della manifestazione ha riportato un mero errore di trascrizione, ovvero ha citato l’ANFASS anziché la LAE, Associazione alla quale è stato devoluto il contributo, grazie all’ uovo gigante donato dalla famiglia Santini. E’ stato regalato poi ad ogni ragazzo della Cooperativa LAE un uovo pasquale offerto sempre dalla stessa famiglia Santini. Con l’ANFASS, per l’imprecisione del comunicato, mi sono già scusato e non mancherò di ricordarmi di loro in una delle prossime manifestazioni. 3) Ricordo che la determina di consuntivo non è ancora stata approvata perché la % SIAE non è ancora stata comunicata dalla stessa SIAE in via definitiva. Subito dopo approveremo il consuntivo delle manifestazioni e pagheremo il Teatro Ponchielli. 4) Iacchetti è un cremonese che porta orgogliosamente Cremona nel mondo attraverso i media e facendo beneficenza a favore dei più deboli. L’artista non ha mai avuto l’opportunità di esibirsi al Teatro Ponchielli. Per quanto concerne il perché di uno spettacolo dedicato a Gaber e proprio sul tema della “Partecipazione”, forse è opportuno ricordare lo stesso Giorgio Gaber e Enzo Iacchetti per confrontarsi sul concetto di “partecipazione popolare”. Quindi non si è trattato solo di uno spettacolo “Culturale” ma anche di un momento di riflessione proprio sulle competenze del nostro Assessorato.

La consigliera Caterina Ruggeri si è detta non soddisfatta della risposta ottenuta.


Mozione in data 2 febbraio 2010 presentata dal capogruppo del gruppo consiliare Italia dei Valori Giancarlo Schifano con cui si impegna la Giunta Comunale ad intraprendere tutte le azioni possibili per evitare l’insediamento di centrali nucleari nelle vicinanze della città di Cremona.
Premesso che il Governo Berlusconi ha deliberato il ritorno al nucleare nel nostro Paese con l’obiettivo di realizzare sul territorio nazionale una decina di reattori entro il 2030; visto che nel 1987 oltre venti milioni di italiani hanno votato un referendum contro il nucleare e che nel mondo, pur essendo attive molte centrali nucleari, la percentuale di energia prodotta resta modesta (6,4%), considerato che il ritorno al nucleare è in forte declino sullo scenario mondiale, infatti si passerà nei prossimi decenni dal 15% del 2006 al 13% nel 2030, e molti Paesi europei hanno chiuso definitivamente con la costruzione di centrali nucleari; rilevato che il ritorno al nucleare comporta meno risorse per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il miglioramento dell’efficienza energetica, tutto questo ci porterà ad accumulare ulteriori ritardi rispetto agli accordi internazionali per la riduzione di emissioni/consumi e provocherà ulteriori sanzioni economiche al nostro Paese; considerato che ancora oggi, a 22 anni dal terribile incidente di Chernobil, non esistono le garanzie necessarie per l’eliminazione del rischio di incidente nucleare e conseguente contaminazione radioattiva, considerato che esistono gravi problemi di contaminazione ordinaria delle centrali nucleari in seguito al rilascio di piccole dosi di radioattività durante il normale funzionamento dell’impianto a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione che vive nelle aree circostanti; si impegna il Sindaco e la Giunta a considerare Cremona territorio comunale denuclearizzato; ad intraprendere tutte le azioni possibili per evitare ogni forma di insediamento di eventuali centrali nelle vicinanze della città di Cremona.
Dopo l’illustrazione della mozione, sull’argomento è intervenuto brevemente l’assessore alle Politiche Ambientali Francesco Bordi che ha dichiarato l’appoggio dell’Amministrazione alla linea della Regione Lombardia. A seguire hanno espresso dichiarazione di voto Maura Ruggeri, per il Partito Democratico, e Roberto Borsella per il Popolo della Libertà. La mozione è stata quindi posta in votazione e respinta. Su 35 consiglieri presenti, 21 hanno votato contro, 13 a favore e 1 astenuto (consigliere Santo Canale).
Ordine del giorno presentata in data 16 febbraio 2010 dai consiglieri comunali del gruppo consiliare Partito Democratico Maura Ruggeri e Caterina Ruggeri in ordine alla stabilizzazione nella pianta organica del Comune del numeroso personale precario.

Il Consiglio Comunale, premesso che le soluzioni da dare per la definitiva stabilizzazione nella pianta organica del Comune al numeroso personale precario, stanno a cuore a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione di questa Amministrazione; riconosciuto che sull’intera e complessa materia le amministrazioni che si sono succedute hanno sempre cercato di dare continuità ai tanti rapporti di lavoro che nel frattempo si sono consolidati e che hanno garantito la prosecuzione delle numerose attività istituzionali; preso atto inoltre delle costanti e proficue relazioni sindacali che sul tema hanno consentito nel recente passato di sottoscrivere accordi per la stabilizzazione di detto personale precario; adottare ogni provvedimento atto a garantire a detti lavoratori un percorso che li rimuova dall’attuale condizione di disagio nella quale si trovano; ad intervenire nei confronti del Ministero della Funzione Pubblica perché riveda le scelte adottate nei confronti dei tanti lavoratori precari delle amministrazioni pubbliche al fine di consentire ai Comuni virtuosi di procedere con celerità alla definitiva stabilizzazione di detto personale.

Dopo l’ampia illustrazione da parte della consigliera Maura Ruggeri, ha preso la parola l’assessore Maria Vittoria Ceraso: In merito all'ordine del giorno proposto vorrei sottolineare il percorso intrapreso da questa Amministrazione in relazione ai lavoratori a tempo determinato in servizio presso questo Comune. Il 16 dicembre 2009 la Giunta ha deliberato un atto di indirizzo con il quale ha incaricato il Settore Personale e Sviluppo Organizzativo, di verificare, nel corso del 2010, i presupposti di sostenibilità giuridico-economica per la banditura delle idonee procedure concorsuali atte a coprire, con assunzioni a tempo indeterminato, i 37 posti oggetto del processo di stabilizzazione già in essere in virtù della legge Finanziaria 2007. Nello stesso giorno la Giunta ha incontrato personalmente i lavoratori precari per comunicargli questo orientamento e soprattutto per manifestargli l'apprezzamento per il loro lavoro che in questi anni ha permesso al Comune di gestire, nella maggior parte dei casi, servizi pubblici essenziali di alta professionalità. L'investimento che l'Ente ha fatto sugli stessi in termini di formazione e l'esperienza acquisita sul campo nell'espletamento dei diversi incarichi rendono il suddetto personale patrimonio per questo Comune e per questo da tutelare e valorizzare proprio nell'ottica del perseguimento del pubblico interesse. Anche oggi quindi questa Amministrazione ribadisce il suo impegno a porre in essere, nel corso del corrente anno, tutte le procedure giuridicamente legittime e finanziariamente sostenibili per l'assunzione a tempo indeterminato dei 37 lavoratori precari per l'anno 2011.
A seguire il consigliere Domenico Maschi (Popolo della Libertà) ha proposto i seguenti emendamenti all’ordine del giorno. Modificare il penultimo capoverso con: a continuare nel lavoro svolto per garantire a detti lavoratori un percorso che li rimuova dall’attuale condizione di disagio utilizzando tutti gli strumenti possibili, tenendo conto della complessità dell’attuale normativa; modificare l’ultimo capoverso con: proseguire nel sostegno della piattaforma ANCI che ha visto la mobilitazione dei sindaci lombardi l’8 aprile scorso: Tale piattaforma contiene le proposte di allentamento dei vincoli eccessivamente rigidi del patto di stabilità per renderne più agevole ai comuni il rispetto nel 2011; condizione necessaria al fine di proseguire nel percorso di stabilizzazione del personale precario intrapreso dall’Amministrazione.
Per quanto riguarda il primo emendamento, la prima proponente dell’ordine del giorno si è detta d’accordo, così come per il secondo. L’ordine del giorno, posto in votazione, è stato approvato (si sono astenuti i consiglieri Michele Ceresa, Emiliano Ferrari, Giovanni Ferraroni, Italico Maffini, Giacomo Zaffanella).


Mozione presentata in data 2 marzo 2010 dal capogruppo del gruppo consiliare Unione di Centro Angelo Zanibelli in ordine all’annullamento di sanzioni varie rilevate a seguito all’attivazione dei varchi elettronici in zone diverse della città.

Premesso che: un piano di viabilità era già stato introdotto dalla precedente amministrazione anche se non integralmente attuato; che l’attuale amministrazione ha inizialmente annunciato una riduzione della ZTL con conseguente abolizione dei varchi elettronici; successivamente e conseguentemente al ridisegno dell’attuale ZTL si è proceduto all’attivazione dei varchi elettronici; il pano di comunicazione preventivo non ha previsto una moratoria che consentisse una notifica senza ammenda ai trasgressori per un congruo periodo, moratoria la cui ripetizione si rendeva necessaria in conseguenza alle variazioni introdotte rispetto al precedente piano di viabilità; l’interpretazione delle nuove disposizioni ha determinato nei fatti un notevole numero di violazioni che si sono successivamente ridotte in misura significativa via via che gli utenti acquisivano coscienza della nuova regolamentazione delle norme d’accesso; in particolare il varco di corso Mazzini angolo via Santa Barbara è stato all’origine della più alta incidenza di violazioni. Preso atto che: tale anomala situazione ha già giustamente provocato una forte reazione da parte degli utenti sanzionati che per la numerosità e per la frequenza delle violazioni imputabili agli stessi soggetti, rivendicavano la buona fede dei loro comportamenti; la Federconsumatori si è fatta carico di aprire un negoziato conciliativo con l’Amministrazione; il tavolo che si è attivato in seno all’Amministrazione comunale ha consentito di trovare un parziale accordo di conciliazione annullando le sanzioni rilevate nel periodo intercorrente fra la prima sanzione e la relativa notifica; l’Amministrazione attraverso questo atto riconosce di fatto i limiti del piano informativo e della segnaletica, successivamente integrata; l’Amministrazione Comunale con lo stesso atto di conciliazione riconosce di fatto la buona fede dei comportamenti degli utenti, annullando in questo modo 400 verbali di notifica; nel provvedimento conciliativo si ravvisano elementi di dubbia legittimità in quanto la revoca dei verbali di infrazione successivi al primo sancisce le ragioni degli utenti e pertanto non giustifica l’applicazione della prima sanzione. Il Consiglio Comunale chiede: che il Sindaco e l’Assessore competente prendano atto, attraverso un atto politico, della fondatezza delle rivendicazioni degli utenti: dispongano l’annullamento di tutte le sanzioni notificate fino al 30 gennaio al varco di corso Mazzini; procedano al rimborso anche attraverso accreditamento sulle imposte comunali per i cittadini residenti nel comune, di tutte le sanzioni già pagate per infrazione al varco di corso Mazzini; provvedano in tempi rapidi allo spostamento del varco mediante l’adozione di opportuni arredi urbani che consentano l’intercettazione dei veicoli.

Dopo l’illustrazione da parte del consigliere Angelo Zanibelli ed un breve intervento della consigliera Caterina Ruggeri (Partito Democratico), ha preso la parola l’assessore Alessandro Zagni: l’attuale Amministrazione, in coerenza con le proprie linee politico-amministrative, ha proceduto ad una revisione del precedente assetto viabilistico del centro città provvedendo a ridisegnare, in parte, le zone a traffico limitato centrali, prevedendo in particolare orari in cui rendere accessibile la zona del centro all’utenza e provvedendo nel contempo alla realizzazione un buon numero di stalli di sosta a rotazione per l’utenza. La scelta innovativa dell’amministrazione di consentire una penetrazione nella zona a traffico limitata secondo fasce orarie, se pure limitatamente ai varchi di P.zza Roma, via Verdi e Cesare Battisti, in controtendenza rispetto alla precedente tornata amministrativa, dopo un sufficiente periodo di osservazione (4 mesi), può essere valutata ad oggi in modo estremamente positivo. I dati relativi agli ingressi (che sono elementi del tutto incontrovertibili su cui fondare opinioni oggettive) dimostrano che la scelta adottata dall’attuale amministrazione è sicuramente sostenibile dal punto di vista ambientale, non ha creato alcun tipo di difficoltà per la fluidità della circolazione, raggiungendo il duplice obiettivo di permettere una maggiore fruibilità del centro città ai cittadini utilizzatori e di salvaguardare i diritti e gli interessi dei residenti. Il dato del numero degli ingressi (ormai assestato) parla di un numero di ingressi compreso tra 24/ 25.000 veicoli a settimana. Va inoltre considerato che, questa amministrazione ha complessivamente aumentato il numero degli stalli di sosta a rotazione nella ztl e in altre zone limitrofe, creando complessivamente ulteriori 175 posti. L’attivazione del controllo elettronico degli accessi è da considerarsi, quindi, una logica conseguenza del piano di ridisegno dell’assetto viabilistico del centro; per altro, l’attivazione dei varchi elettronici, permette di sollevare gli agenti della Polizia Locale dai necessari controlli a protezione dell’area, consentendo loro un impegno maggiore nell’ambito delle attività a tutela della sicurezza urbana e della prevenzione delle inciviltà e delle illegalità. La fase di progettazione degli interventi di modifica della viabilità nella ztl, è stata accompagnata da una campagna di comunicazione articolata nel seguente modo:

· 7 spot sulle emittenti radiofoniche locali per due settimane
· 100 spot tv sul network locale Telecolor
· 5000 depliant diffusi in città con indicazioni per i cittadini e cartina con l’ubicazione dei varchi
· 800 lettere inviate ai residenti del centro
· 100 locandine affisse presso gli esercizi commerciali me spazi di affissione
· 50 manifesti giganti negli spazi pubblici di affissione
· 2 pagine a colori sul quotidiano La Provincia
· 2 pagine a colori sul quotidiano Cronaca
· 2000 lettere informative a coloro che avevano effettuato un accesso abusivo prima dell’attivazione di varchi
· la Polizia Locale ha pianificato per 15 giorni servizi di presidio con presenza di agenti in postazione fissa in corrispondenza dei varchi con l’obiettivo di informare adeguatamente i cittadini accompagnando in punto prevenzione l’entrata in funzione del sistema.

L’ubicazione dei varchi elettronici è stata decisa dalla precedente amministrazione sulla base dell’analisi dei flussi di traffico, del numero dei posti da riservare ai residenti, del numero di permessi in ingresso. L’attuale ubicazione dei varchi, realizza ovviamente, un sistema di impermeabilità della zona e tende ad ottimizzare l’efficacia dell’azione di controllo degli accessi che sono naturalmente possibili soltanto transitando sotto il controllo elettronico dei varchi. Per realizzare il disegno di controllo, è stato necessario estendere la ztl anche al primo tratto di via Gerolamo da Cremona, poiché è del tutto evidente che la circolazione libera nel tratto compreso da corso Mazzini a via del Cistello, permetterebbe la totale permeabilità della zona a est di Largo Boccaccino formata dalle vie Cistello, Ceresole, Palatina, S. Gallo e S. Giuseppe. L’estensione della ztl nel primo tratto di via G. da Cremona, è stata comunque accompagnata dalla protezione dell’entrata e dell’uscita dei bambini della scuola materna privata “Sacro Cuore” e della popolazione scolastica dell’Istituto APC e della scuola media “Vida” garantendo comunque il diritto di accesso (limitatamente alla scuola materna) ai genitori per l’accompagnamento dei figli in corrispondenza degli orari di ingresso e di uscita dalla scuola. Va inoltre ricordato che lo spostamento del varco, oltre alle problematiche sopra citate, comporterebbe un costo considerevole in ragione della necessità di collocare gli impianti sotto le beole della pavimentazione stradale. Sarebbe inoltre necessario, in ragione della considerevole larghezza della via, da mettere in relazione al sistema di puntamento e di lettura del sistema, prevedere elementi di arredo urbano e portali che possano rendere operativa la telecamera senza consentire ingressi abusivi. Si deve inoltre tener conto che, il sistema di rilevazione e l’ubicazione dei varchi è stato oggetto di approvazione ed autorizzazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, nonché dalla Sopraintendenza per i beni architettonici (l’approvazione all’installazione di portali in c.so Mazzi da parte della Soprintendenza è quantomeno poco probabile). Le sanzioni rilevate dalla Polizia Locale all’indomani dell’attivazione dei varchi, hanno avuto un picco nella prima settimana, ed un progressivo costante calo fino ad attestarsi ad un valore sostanzialmente costante a partire dalla nona settimana dall’attivazione, l’andamento descritto è speculare a quanto è accaduto in tutte le città anche limitrofe dove sono stati attivati i sistemi di rilevazione degli accessi alla ztl. Le sanzioni comminate dalla Polizia Locale, all’indomani dell’attivazione, devono essere considerate legittime sotto ogni profilo, ivi comprese quelle relative al varco di corso Mazzini. In riferimento alle richieste del consigliere Zanibelli, si osserva che non è nella facoltà di questa amministrazione procedere ad un arbitrario annullamento delle sanzioni del varco di corso Mazzini fino al 30 gennaio, ne è pensabile per quanto detto, procedere al rimborso delle sanzioni amministrative; peraltro un rimborso attraverso accreditamento diretto sulle imposte comunali non sarebbe nemmeno tecnicamente sostenibile. In tema di sanzioni, l’amministrazione ha ritenuto opportuno dare la giusta attenzione e considerazione alle istanze dei cittadini intervenute tramite Federconsumatori. Le istanze dei cittadini sono state oggetto di opportuna valutazione in sede giuntale e nella stessa occasione è stato dato mandato al Dirigente del settore Polizia Municipale, di valutare la fattibilità tecnica giuridica dell’archiviazione di alcune sanzioni per le quali fossero presenti le circostanze esimenti dalla responsabilità individuate dalla legge. Il Dirigente della PM in virtù dei principi delle norme che regolano il procedimento amministrativo nonché dei principi di applicazione delle sanzioni amministrative, si è attivato attraverso la creazione di uno sportello di ascolto dei cittadini interessati dalle problematiche sanzionatorie conseguenti all’entrata in funzione dei varchi, valutando caso per caso le circostanze esimenti proposte dall’utenza. Sono state quindi archiviate limitatamente a un breve periodo di tempo, una serie di sanzioni, circa un migliaio, relativamente a situazioni ove è stata verificata la buona fede dei cittadini a cui sono state notificate plurisanzioni e che hanno avuto contezza della violazione soltanto dopo la ricezione della prima notifica. La valutazione tecnica svolta dal Comando (oblazione della prima sanzione ed archiviazione delle sanzioni successive sino alla prima notifica) non è opinabile da parte di questa amministrazione. Si sottolinea, concludendo, che la scelta operata ha quindi valenza di carattere tecnico, e non politico, a fronte della facoltà, attribuita dalla Legge, di dar corso ad accordi, a seguito di istanza di parte, relativamente a procedimenti amministrativi di natura sanzionatoria.

La mozione, dopo le dichiarazioni di voto, è stata messa ai voti e respinta.


Mozione presentata in data 2 marzo 2010 dal capogruppo del gruppo consiliare Unione di Centro Angelo Zanibelli con cui si chiedono correttivi fiscali e tariffari vari che tutelino maggiormente le famiglie disagiate.

Il Consiglio Comunale, considerato che la famiglia costituisce una delle grandi questioni sociali irrisolte del nostro Paese. In Italia la condizione di povertà è spesso legata al numero dei figli. Una coppia che decide di mettere al mondo un figlio diviene più povera ed è costretta ad abbassare il proprio tenore di vita. Un minore su sette vive sotto la soglia della povertà e nulla viene fatto per sostenere le famiglie che, con i loro figli, garantiscono il futuro del Paese. Siamo l’ultimo Paese al mondo in fatto di natalità perché i figli costano troppo. La famiglia svolge un ruolo fondamentale in funzione anticrisi, fungendo da primo ammortizzatore sociale, da primo argine nei confronti degli effetti drammatici prodotti dalla crisi economica e sociale in atto. La gravissima crisi economica in corso impone l’elaborazione e l’attuazione di politiche a sostegno delle famiglie anche a mediante l’introduzione di criteri innovativi per il calcolo dei contributi da richiedere a fronte dei servizi comunali erogati. L’ISEE è l’indice di “situazione economica equivalente”, ovvero un indicatore che permette di misurare la condizione economica delle famiglie, tenendo conto del reddito, del patrimonio mobiliare/immobiliare e della numerosità dei famigliari a carico. L’ISEE dovrebbe misurare la reale capacità economica della famiglia. In realtà, però, i coefficienti che il decreto legislativo n. 109/1998 stabilisce per “misurare” la situazione economica familiare risultato decrescenti rispetto al numero dei soggetti che compongono il nucleo familiare e non tengono conto delle differenze di età dei componenti, della loro condizione scolare, della presenza all’interno del nucleo famigliare di soggetti diversamente abili e/o anziani non autosufficienti. Per il principio dell’uguaglianza e dell’equità fiscale, l’ISEE dovrebbe misurare la reale capacità economica della famiglia, senza penalizzare quelle con il maggior numero di figli. I carichi familiari a oggi non sono considerati adeguatamente anche per l’impegno che comportano e un riequilibrio nella loro valutazione rappresenta un’ulteriore necessità. Appare, pertanto, necessario promuovere politiche a sostegno delle famiglie con figli introducendo alcune innovazioni concettuali nel calcolo del sistema tariffario per i servizi comunali. Occorre corrispondere all’esigenza di “pesare” in modo più ponderato la composizione del nucleo familiare introducendo un meccanismo più equo e solidale fra capacità contributiva della famiglia e tariffa del servizio erogato. Rilevato che il Comune di Cremona utilizza il sistema dell’ISEE per l’accesso ed il calcolo della capacità contributiva degli utenti che richiedono i servizi a domanda individuale e che, nell’ambito delle diverse discipline regolamentari, vengono proposte agevolazioni e sconti per particolari caratteristiche della composizione familiare. Attesa l’urgenza di adottare un provvedimento quadro che fissi le linee guida per l’introduzione di correttivi destinati a “pesare” in modo ponderato la composizione del nucleo familiare ed a graduare il rapporto fra capacità contributiva e tariffa applicata. Sottolineato che un tale innovativo sistema di calcolo della capacità contributiva familiare sarà utile sarà utile anche per dare risposte più calibrate ai bisogni delle famiglie con figli, con diversamente abili e soggetti non autosufficienti a carico nella misura in cui consente l’introduzione di parametri specifici e differenziati per le singole tipologie familiari. Sottolineato, altresì, che il sistema descritto potrebbe anche essere assunto quale quadro di riferimento anche per commisurare sconti tariffari per le tariffe relative alla tassa dei rifiuti, alle tariffe dell’acqua e dell’energia. Impegna il Sindaco e la Giunta: a rivedere i sistemi fiscali e tariffari di competenza comunale così da tener conto della composizione e degli oneri a carico del nucleo familiare, realizzando un modello di sistema più equo e solidale. A migliorare il sistema di applicazione dell’ISEE a livello comunale per l’accesso ai servizi e per il pagamento delle relative tariffe, al fine di introdurre correttivi che tutelino maggiormente le famiglie con più componenti e tra queste quelle con figli a carico, ma anche le altre famiglie che sostengono importanti impegni di cura, rendendo altresì più eque le modalità distributive e operando per omogeneizzazione sulla base di criteri di proporzionalità. A promuovere, anche con la dovuta attenzione e gradualità l’applicazione sperimentale, che a partire dal corrente esercizio determini e imposti le politiche tariffarie e fiscali, con l’applicazione del quoziente familiare, per una loro stabilizzazione entro il 31.12.2010. A recepire il principio del quoziente familiare nell’ambito delle fonti normative locali riferite ai diversi servizi, demandando, superata la fase di studio sperimentale e previa verifica dei risultati applicativi connessi, ai dirigenti di competenza l’elaborazione, ove ritenuta necessaria, degli specifici eventuali adeguamenti in ordine ai singoli regolamenti comunali interessati.

Dopo un breve dibattito, la mozione è stata approvata all’unanimità.

Ordine del giorno presentato in data 1° aprile 2010 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Elena Guerreschi) in ordine alle dichiarazioni alla stampa dai contenuti lesivi della professionalità dei dipendenti comunali in particolare del Settore Affari Sociali rilasciate dall’Assessore Claudio Demicheli.

Premesso che in data 26 marzo 2010 l’assessore Claudio Demicheli rilasciava dichiarazioni alla stampa dai contenuti lesivi della professionalità dei dipendenti dell’Amministrazione Comunale in particolare del Settore Affari Sociali, sostenendo che “(…) negli uffici comunali che si occupano di assistenza la gran parte di chi ci lavora è orientato a sinistra: sono “rossi” e fanno quello che vogliono (…)”; altri esponenti della maggioranza, della Giunta e della minoranza si sono discostati dalla sostanza e dai toni di tali dichiarazioni; anche le RSU del Comune hanno mostrato preoccupazione per la vicenda, chiedendosi come sia possibile una collaborazione proficua con gli apparati tecnici in considerazione della sfiducia mostrata dall’Assessore, formulando una serie di interrogativi per comprendere pienamente il significato delle dichiarazioni dello stesso e chiedendo l’opinione e l’intervento dell’intera Giunta in merito. Considerato che negli ambienti di lavoro, ed a maggior ragione nell’ambito di un’amministrazione comunale, devono essere rispettati quei fondamentali principi di rispetto della dignità del lavoratore, anche nell’interesse dei cittadini affinché apparato tecnico e politico operino nel modo più efficiente possibile, e che quindi non sono accettabili comportamenti ed esternazioni pubbliche che mettano in dubbio la lealtà, la competenza e la serietà dei dipendenti; con particolare riferimento alle dichiarazioni dell’Assessore in merito alle presunte opinioni politiche dei dipendenti, si sottolinea che la legge 300/1970, all’art. 1 sancisce il diritto dei lavoratori di manifestare sul luogo di lavoro le proprie opinioni ed il proprio pensiero ed all’art’8 fa divieto al datore di lavoro di effettuare indagini sulle opinioni politiche dei lavoratori. Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale dichiara espressamente di censurare le affermazioni ed i comportamenti di cui in premessa tenuti dall’assessore Demicheli; impegna il Sindaco e la Giunta a censurare pubblicamente le dichiarazioni dell’assessore Demicheli prendendo, eventualmente, i provvedimenti necessari; impegna la Giunta a mantenere, per il futuro, comportamenti sobri e rispettosi della dignità e dell’integrità dei dipendenti dell’Amministrazione Comunale.

Dopo che l’ordine del giorno è stato ampiamente illustrato dalla consigliera Elena Guerreschi, si è aperto il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Angelo Zanibelli (UDC), Giancarlo Schifano (Italia dei Valori), Maura Ruggeri (Partito Democratico). Al termine ha preso la parola l’assessore Claudio Demicheli: Il mio attuale ruolo di Assessore alle periferie, ai quartieri e ai rapporti con la cittadinanza, aree e servizi cimiteriali, mi porta ad avere quotidianamente incontri con i cittadini, la mia precedente esperienza decennale di amministratore locale, in qualità di Consigliere di opposizione e membro della Commissione comunale Affari Sociali, della quale conservo informazioni, dati e rendiconti, nonché casistiche individuali e non. Siamo in un periodo in cui a causa della crisi economica tuttora in atto, si vanno accentuando sempre di più fenomeni di disagio sociale quali la disoccupazione, mobilità, mezzi di sostentamento neanche sufficienti a far fronte alle spese minime essenziali, quali l’affitto di casa e l’acquisto di generi alimentari. In merito all’ordine del giorno presentato dal Partito Democratico, ritengo dunque doveroso chiarire alcuni concetti. Credo che le procedure in atto presso i Servizi Sociali siano ancora in grande misura il frutto di impostazioni volute dal centrosinistra e di scelte programmatiche e regolamentari che poco si ispirano ai principi dichiarati dall’attuale maggioranza. Nella mia intervista al quotidiano La Provincia, intendevo riferirmi non certamente al colore politico dei dipendenti del settore, ma alle prassi di fruizione e accesso ai servizi. Alcune innovazioni sono state apportate dal nuovo assetto organizzativo entrato in vigore dal 1° aprile scorso verso il quale ha accennato nel suo intervento sulla stampa l’Assessore al Personale Maria Vittoria Ceraso. L’attuale Amministrazione di centrodestra è stata evidentemente prescelta dall’elettorato anche al fine di proporre soluzioni innovative rispetto al passato. In merito ai Servizi Sociali, la città intera e in particolare le fasce più deboli, si aspettano nuovi criteri di accesso agli stessi, con debita considerazione per coloro che hanno vissuto in questi anni attivamente la nostra realtà territoriale. Un percorso già avviato che deve essere perseguito con la stessa determinazione. E’ lecito quindi attendersi un cambiamento di rotta? Il mio interesse innanzitutto, è rivolto al metodo di lavoro, la politica intesa come attenzione alla POLIS, alla città, all’interesse collettivo, che si concretizza nell’attività dei servizi di tutti i giorni; non avevo e non ho alcuna intenzione di focalizzarmi sui lavoratori del Comune e su qualcuno in particolare. So che l’assessore Amore con competenza e senso di responsabilità sta intraprendendo ogni iniziativa volta a portare le innovazioni e i miglioramenti auspicati dalla comunità, in questo percorso difficile e complicato può contare sul mio pieno sostegno. In conclusione, nessuno ha mai avuto la pretesa di fornire insegnamenti ai nostri dipendenti dei Servizi Sociali dal punto di vista tecnico e professionale; il desiderio che ho espresso è solo quello di essere parte attiva di un cambiamento vero che auspico coinvolga l’intera struttura, in applicazione dei nuovi indirizzi espressi da questa maggioranza con atteggiamenti di trasparenza verso la città che attende i cambiamenti.


Il dibattito si è concluso con l’intervento del sindaco Oreste Perri: A conclusione del dibattito, ritengo di dover esprimere alcune osservazioni in merito alla vicenda che ha interessato l’assessore Demicheli, in relazione alle affermazioni da lui rilasciate alla stampa locale a fine marzo. Mi preme innanzitutto rinnovare la stima e la considerazione positiva nei confronti dei dipendenti comunali, valutazione che avevo formulato già all’inizio del mio mandato e ribadito in occasione dell’approvazione del bilancio 2010. Lo confermo oggi: il loro operato, nel complesso, è svolto con professionalità, competenza e spirito di collaborazione. Questa mia valutazione non esclude la necessità di rivedere strutture e metodi di lavoro interni. Infatti recentemente è stato predisposto un nuovo assetto organizzativo al fine di migliorare l’attività amministrativa, obiettivo da perseguire al di sopra di ogni posizione di natura ideologica o politica. Alle rappresentanze sindacali, di categoria ed interne, che sono intervenute sulla questione, desidero dare assicurazione in ordine al rispetto e all’attenzione che l’Amministrazione doverosamente riserva alle loro istanze e legittime osservazioni. Venendo al merito della questione, Demicheli, Assessore alle periferie e ai quartieri, aree e servizi cimiteriali e rapporti con i cittadini, dopo aver rilasciato le dichiarazioni riportate sui giornali in prima battuta, a seguito di un confronto con me ne ha chiarito lo spirito e rettificato il giudizio attraverso un comunicato stampa. Il giudizio da lui esposto sul lavoro dei dipendenti comunali, in particolare di quelli del dipartimento delle Politiche Sociali, non riguardava certamente l’operato dell’assessore Amore, responsabile di un settore assai complesso e delicato, che sta gestendo con serietà, competenza e spirito di dedizione. Fatte le dovute valutazioni, non intendo né sminuire né sopravvalutare questa vicenda, nel senso che il mio lavoro, quello della Giunta e dell’intera Amministrazione Comunale, deve poter procedere con la necessaria serenità e con quello spirito di collaborazione che fino ad ora ritengo abbia caratterizzato maggioranza e minoranza, anche attraverso dibattiti e confronti costruttivi, mai sterili o solamente provocatori. E’ sempre e solo il bene della città che deve essere il primario obiettivo del nostro lavoro: le divergenze politico – ideologiche non devono costruire un limite, ma una ricchezza per tutti. Desidero assicurare il Consiglio che terrò certamente conto di quanto emerso nell’odierno dibattito in vista delle decisioni che potrei assumere nei prossimi giorni nel rispetto del mio ruolo e delle responsabilità che mi competono, e solo a me competono, e nell’ambito di un confronto con le espressioni politiche che compongono la maggioranza.

Dopo le dichiarazioni di voto, l’ordine del giorno è stato posto in votazione, durante le quale i consiglieri Angelo Zanibelli e Domenico Maschi hanno chiesto il ritiro dell’ordine del giorno a seguito delle dichiarazioni dell’assessore Demicheli e soprattutto del Sindaco. Messo in votazione, l’ordine del giorno è stato respinto: su 34 votanti, 12 consiglieri si sono dichiarati a favore (Partito Democratico e Italia dei Valori) e tutti gli altri si sono astenuti (Popolo della Libertà, Lega Nord, Cremona nel Cuore, Obiettivo Cremona e UDC).


Approvazione delle controdeduzioni all’osservazione presentata avverso l’adozione della variante al Piano di Recupero, di iniziativa privata, relativo alla cascina Caseificio Cavo, sita in via Flores (zona Maristella), presentata dalla società Edilnova s.r.l. e definitiva approvazione della variante al piano.

Il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità le controdeduzioni all’osservazione presentata dalla società Edilnova s.r.l. avverso l’approvazione della variante al Piano di Recupero, di iniziativa privata, relativo alla cascina Caseificio Cavo, situata in via Flores (zona Maristella). Ha approvato, in via definitiva, la variante al Piano di Recupero, di iniziativa privata, relativo alla cascina Caseificio Cavo, situata in via Flores (zona Maristella), presentata dalla società Edilnova s.r.l. L’approvazione della variante al Piano di Recupero di iniziativa privata porterà alla successiva stipula della convenzione urbanistica regolante l’attuazione del piano stesso.

Con deliberazione del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2009 è stata adottata la variante al Piano di Recupero, di iniziativa privata, relativo alla cascina Caseificio Cavo, situata in via Flores (zona Maristella), presentata dalla società Edilnova s.r.l. A seguito della pubblicazione della variante al Piano di Recupero è pervenuta una osservazione al piano stesso, presentata dal Consorzio di Bonifica Dugali. La controdeduzione all’osservazione presentata, predisposta dal Settore Gestione Territorio, comporta la modifica dell’elaborato Bozza di Convenzione alla deliberazione del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2009 di adozione della variante al Piano di Recupero. La legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 e successive modifiche ed integrazioni dispone che i piani attuativi e loro varianti sono approvati dal Consiglio Comunale.

 


       



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