15 Settembre, 2002
Infitrazioni mafiose sul nostro territorio
Durante la seduta del Consiglio Provinciale di ieri, è stata trattata un’interrogazione da Giuseppe Torchio, Giovanni Biondi e Andrea Virgilio sulle infiltrazioni della criminalità mafiosa nel nostro territorio, con particolare riferimento alla ‘ndranghet
Durante la seduta del Consiglio Provinciale
di ieri, è stata trattata un’interrogazione
da Giuseppe Torchio, Giovanni Biondi e Andrea
Virgilio sulle infiltrazioni della criminalità
mafiosa nel nostro territorio, con particolare
riferimento alla ‘ndrangheta.
Anche a causa di una iniziale sottovalutazione
del problema - trattandosi di fenomeni esogeni,
che non coinvolgono le popolazioni locali
neppure a livello di mera manovalanza - l’allarme
delle popolazioni e delle stesse forze dell’ordine
sulle infiltrazioni della mafia, della camorra
e della ‘ndrangheta nel nord Italia è scattato
troppo tardi, quando già la longa manus delle
mafie s’era posata non solo su traffici di
natura illecita (prostituzione, spaccio di
stupefacenti, etc.) ma anche sugli appalti
per le opere pubbliche e su tutto quanto
attiene all’edilizia ed alla costruzione.
Anche a Cremona sono successi alcuni episodi
inquietanti: il sequestro di una dimora storica,
a Robecco d’Oglio, in quanto appartenente
al clan camorristico dei “casalesi” facente
capo a Michele Zagaria (noto come uno dei
trenta latitanti più pericolosi del Paese);
la confisca di una villetta appartenente
a un condannato per mafia a Trescore Cremasco
(dicembre 2009); l’arresto a Spino d’Adda
di Orazio Antonio Picceri, trovato in un
cascinale con una semiautomatica e centinaia
di proiettili o quello a Monte Cremasco di
Salvatore Guerino, accusato di aver partecipato
all’omicidio di Carmela Minniti, moglie del
boss Nitto Santapaola; l’arresto di una famiglia
di imprenditori accusati di usura con vittime
in ben 53 comuni del Cremasco tra il 2006
e il 2008; il ritrovamento sulle rive del
Serio di due contenitori contenenti fucili,
pistole, munizioni, un caricatore e cartucce
di un kalashikov oltre a una bomba “Ananas”,
bomba a mano dagli effetti devastanti.
L’interrogazione ricordava inoltre l’approvazione
da parte del Ministero dell’Interno del Patto
Provinciale per la Sicurezza, con Prefettura,
Forze dell’Ordine, Provincia ed Enti Locali,
con un impegno diretto della Provincia per
2,2 milioni di Euro, e per contro la riduzione
degli organici delle Forze dell’Ordine in
provincia di Cremona, a favore di Milano,
dell’area metropolitana e delle zone ritenute
a maggior rischio della Lombardia; si concludeva
chiedendo se fosse possibile l’istituzione
di un’ unica centrale interforze di cooordinamento
degli interventi, in ragione degli organici
disponibili.
Al vicepresidente con delega alla sicurezza
Federico Lena, che ha ricordato che il numero
di effettivi della Questura è bloccato dal
1989 a fronte di una richiesta di 20 unità,
ha replicato Giuseppe Torchio ricordando
che lo stesso problema riguarda anche l’organico
di diverse stazioni dei carabinieri: per
poter garantire la realtà metropolitana milanese
e le richieste del sindaco Moratti in ordine
alla sicurezza, l’organico di molte stazioni
di campagna è stato ridotto all’osso.
In questi anni, ha proseguito Lena, c’è stata
un’informatizzazione dei corpi di polizia;
non si è risolto invece il problema degli
organici, poiché il numero di agenti assegnati
è legato all’anagrafe dei pregiudicati residenti
o domiciliati. E’ condivisa la preoccupazione
che attorno alla realizzazione delle grandi
opere previste sul nostro territorio si diffonda
sempre più la pratica dei subappalti, da
sempre terreno fertile per le mafie, al sud
come al nord dell’Italia.
Riferendosi alla necessità di organizzare
la centrale interforze, il vicepresidente
Lena ha sostenuto che un progetto analogo
è già allo studio della regione Lombardia.
Secondo Torchio, si potrebbe essere più tempestivi
della Regione, e insistere per partire per
primi offrendo poi alla Regione un modello
di “buona pratica” amministrativa.
 
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