15 Settembre, 2002
Laboratorio Strategico della Provinci di Cremona mozione dell'opposizione
E’ rischioso limitarsi al “pezzo da novanta” e a cabine di regia tutte interne, è un modello provincia-centrico
Laboratorio Strategico della Provinci di
Cremona mozione dell'opposizione.
E’ rischioso limitarsi al “pezzo da novanta”
e a cabine di regia tutte interne, è un modello
provincia-centrico.
"Capiamo l’esigenza di assicurare “solide
basi scientifiche” su cui impostare i progetti
del Laboratorio Strategico, ma forse qualche
volta sarebbe opportuno
partire dal territorio.
E’ rischioso limitarsi al “pezzo da novanta”
e a cabine di regia tutte interne, è un modello
provincia-centrico che sbiadisce il confronto
e che non
aiuta ad aprirsi.
Sappiamo bene infatti che se la giunta deve
adeguarsi alle direttive del suo presidente,
il territorio non può essere svuotato e uniformato.
Non è sufficiente incontrare le categorie
economiche e sociali in occasione di eventi
come quello recente sull’Expo, o per rincorrere
le emergenze; serve un
coinvolgimento reale, continuo e occorre
soprattutto spirito di servizio.
Abbiamo appena incontrato in commissione
le categorie economiche e sociali per raccogliere
bisogni e proposte; ci chiediamo se termina
tutto qui, con l’
approvazione di un documento di indirizzo
o con qualche altra audizione, perché se
le cose stanno così il coinvolgimento è stato
solo fuffa!
Crediamo pertanto che si riveda l’organizzazione
delle sue strutture di governance salvaguardando
una funzione di regia ma andando oltre gli
assessori e i dirigenti coinvolgendo soggetti
esterni.
Richiamiamo l’Amministrazione a una concreta
applicazione del principio di sussidiarietà,
con una proposta capace di valorizzare al
massimo le idee e le
competenze dei diversi attori locali".
Andrea Virgilio
Capogruppo PD Provincia di Cremona
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Mozione
Oggi le Province hanno l’occasione di attivare
percorsi di governance territoriale caratterizzati
dall’adozione di una logica improntata all’equilibrato
utilizzo di momenti di decisionalità, di
funzionalità, di rappresentanza e di concertazione.
La crisi economica colloca le province come
il soggetto di responsabilità istituzionale
più idoneo a mettere in campo quell’insieme
di strumenti in grado di sostenere dal basso
il rilancio del sistema Paese, partendo proprio
dalle esigenze plurime e differenti dei singoli
territori.
Premesso che
Il Laboratorio Strategico della Provincia
di Cremona prevede un assetto operativo lineare
con un Comitato direttivo con compiti prevalentemente
di indirizzo, affidato ad un organismo interno
all’Ente formato dal Presidente della Provincia
di Cremona (che lo presiede), dalla Giunta
provinciale, dai rappresentanti individuati
dai Circondari e dal Presidente del Comitato
Scientifico.
Il Comitato scientifico presieduto da un
consulente esterno esperto in studi economici
con funzioni di impulso e coordinamento sembra
limitarsi ad essere un organismo di mero
supporto, blindato all’interno dell’amministrazione
provinciale, essendo infatti composto prevalentemente
da funzioni dirigenziali.
Sembra pertanto debole il prezioso contributo
dei soggetti del territorio (enti locali,
categorie economiche, sociali, autonomie
funzionali) ridotti a semplici interlocutori
in occasioni di eventi, di momenti di approfondimento
e comunque collocati all’esterno della Cabina
di regia.
Lo schema di governance proposto appare a
tutti gli effetti centrato sull’amministrazione,
sulle sue priorità e su un modello provincia
– centrico insostenibile per le caratteristiche,
la storia e le relazioni presenti sul nostro
territorio.
Considerato che
sui progetti strategici la Provincia deve
consolidare il suo ruolo di centro di promozione
della concertazione territoriale attraverso
una funzione che acquisisce particolare rilievo
in un contesto (come il nostro) di forte
frammentazione degli enti locali e di netta
identificazione di aree territoriali.
a chi amministra i sistemi locali è sempre
più richiesta una nuova cultura fondata sulla
cooperazione tra gli attori del territorio
e sul dialogo, senza polarizzarsi come centro
di potere o come semplice ente di coordinamento,
ma al contrario trovando il giusto equilibrio
tra decisionismo e concertazione.
è necessario recuperare l’approccio dialogico,
consultivo e di crescita sinergica di progettualità
alla base del Patto per lo Sviluppo, un metodo
aperto che ha contribuito all’acquisizione
di ingenti investimenti aggiuntivi per l’Amministrazione
Provinciale
Si impegna la giunta
ad applicare il principio di sussidiarietà
che prevede una programmazione dal basso,
la valorizzazione del contributo delle amministrazioni
comunali e delle forze economiche e sociali.
a favorire partenariati pubblico-privato
e accordi fra/da Enti locali, parti economiche
e sociali, soggetti pubblici, soggetti privati.
a individuare strutture organizzative più
coerenti a un modello aperto in grado di
includere il contributo dei diversi soggetti
del territorio, promuovere la costruzione
delle relazioni tra gli attori del territorio,
favorire la condivisione delle analisi e
successivamente dei progetti su cui concentrare
gli investimenti.
Andrea Virgilio
Maria Rosa Zanacchi
Giuseppe Torchio
Giovanni Biondi
Rita Milesi
 
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