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15 Settembre, 2002
Decreto incentivi: intervento della Senatrice Cinzia Fontana
Il decreto reca disposizioni in materia di contrasto alle frodi fiscali, in materia di riscossione tributaria e in materia di ecc.

Decreto incentivi: intervento della Senatrice Cinzia Fontana
Il decreto reca disposizioni in materia di contrasto alle frodi fiscali, in materia di riscossione tributaria e in materia di ecc.
INTERVENTO IN DISCUSSIONE GENERALE SUL "DECRETO INCENTIVI"
Sen. Cinzia Fontana - 19 maggio 2010
È iscritta a parlare la senatrice Fontana. Ne ha facoltà.
FONTANA (PD). Signora Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, ci troviamo ad affrontare la discussione di questo decreto legge in un momento ed in un contesto particolarmente delicato, critico e preoccupante. Il decreto reca disposizioni in materia di contrasto alle frodi fiscali, in materia di riscossione tributaria e in materia di finanziamento di un fondo per incentivi e sostegno alla domanda.
Siamo ormai fuori tempo massimo per soffermarci a commentare la parte che riguarda il sostegno ai consumi e gli incentivi, interventi annunciati in pompa magna a fine 2009, rimandati o ritardati per essere approvati pochi giorni prima delle elezioni regionali, del tutto inadeguati a realizzare una seria politica economia e industriale, con poche risorse per troppi obiettivi, risorse talmente esigue da essere già, in pratica, esaurite. Un vero e proprio spot elettorale dunque che, come ogni propaganda, occulta pezzi di verità come, ad esempio (lo ha accennato la senatrice Fioroni), la sottrazione di risorse destinate al credito d'imposta per ricerca e innovazione, con ciò rovesciando le priorità di questo Paese.
Ma del resto a questo ci avete abituati in questi due anni. La pervicacia con cui avete voluto evitare qualsiasi confronto e discussione di merito sui problemi reali del Paese, sui suoi ritardi strutturali, sulle politiche da mettere in campo per costruire una risposta credibile alla crisi e guidare la ripresa ha, di fatto, paralizzato l'attività di questa Aula, nonostante le nostre continue dichiarazioni di disponibilità e le nostre reiterate sollecitazioni in tal senso.
E così si è consumata la più grave distorsione del ruolo stesso del Parlamento, e sotto il vestito delle tante permesse annunciate e delle molte attese indotte, il nulla, se si esclude la pericolosa assenza di una vera politica per le imprese, per il lavoro e per le famiglie, l'assenza di una politica industriale e di processi di innovazione del sistema produttivo.
Ora però la maschera è caduta e in questi giorni la situazione del Paese si è presentata con il suo vero volto. Tanti richiami, ora, al rigore nei conti pubblici come priorità nell'azione di Governo. Richiami giustissimi sui quali c'è stata, c'è e ci sarà sempre da parte nostra massima condivisione. Questa è stata, peraltro, la bussola che ha contraddistinto le scelte dei Governi di centrosinistra di questi ultimi 15 anni.
Ma il tema del rigore dei conti pubblici si riallaccia all'altro grande tema, quello dell'evasione ed elusione fiscale. In un Paese come il nostro, con almeno 100 miliardi di euro di evasione fiscale, con il suo carico di economia sommersa, di concorrenza sleale, di corruzione, di frode, il tema della trasparenza, delle regole, del contrasto all'illegalità diventa sempre più pregnante.
Mi ricollego allora alla prima parte del decreto-legge oggi in esame, quella cioè che riguarda il contrasto alle frodi fiscali. È una piacevole sorpresa notare che il Governo ha rivisto la sua posizione, dopo aver inizialmente abolito e demonizzato tutte le misure antievasione volute dal Governo Prodi. Non possiamo far altro che apprezzare questo cambio di direzione, dopo che il primo provvedimento del ministro Tremonti nel 2008 fu proprio l'abolizione dell'invio degli elenchi clienti e fornitori, in quanto considerato vessatorio e superfluo. Nell'articolo 1 del decreto-legge al nostro esame almeno quella misura viene reintrodotta: un segno evidente di quanto fosse demagogica e pretestuosa la posizione di allora. Certo, ora non si capisce perché l'adempimento sia parziale e limitato a singoli settori discrezionalmente decisi dall'amministrazione per le sole transazioni con operatori economici domiciliati in Paesi della cosiddetta black list, quasi che vi sia una bilancia di giudizio diversa, con due pesi e due misure differenti; di questo ha però parlato in maniera approfondita il collega Barbolini.
Nel provvedimento risultano esservi anche alcune misure che non vanno certo nella direzione della trasparenza e della chiarezza. Mi riferisco ai procedimenti tributari pendenti presso la Corte di cassazione, estinguibili con il pagamento di un importo pari al 5 per cento del valore della controversia da parte del contribuente che pure risulta vincente nei primi gradi di giudizio. Mi riferisco all'esclusione degli obblighi antiriciclaggio per i gestori di alcune tipologie di giochi, tra cui Lotto, lotterie, «Gratta e vinci» e concorsi pronostici. Mi riferisco ancora al differimento del termine entro il quale l'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato avrebbe dovuto avviare la procedura per l'affidamento in concessione della rete telematica per la gestione del gioco on line: aspetti sui quali abbiamo chiesto chiarimenti in sede di Commissione, richiesta che ribadiamo oggi, e per i quali abbiamo presentato appositi emendamenti, sui quali però, nelle condizioni surreali del Parlamento, sappiamo rischia non esserci alcuna seria discussione.
Siamo tutti consapevoli che saremo chiamati ad affrontare nel breve prove difficili per risanare la finanza pubblica e, contemporaneamente, per coniugare rigore e politiche di sviluppo.
Il senatore Conti ci ha richiamato alla prossima occasione di confronto, che dovrà essere costruttivo e serio; siamo d'accordo, ma - per inciso - spiace dover dire ancora una volta che anche in tal caso sono purtroppo i giornali e le televisioni a dare conto in questi giorni delle misure che il Governo intenderebbe assumere con la prossima manovra. Mi auguro che, effettivamente, si possa aprire quella fase che il senatore Conti richiamava.
Comunque, il Gruppo del Partito Democratico farà la sua parte e formuleremo con responsabilità le nostre proposte e i nostri giudizi, ma credo che sarebbe economicamente, socialmente ed eticamente inaccettabile, iniquo ed insostenibile non mettere al primo posto il tema di una seria ed incisiva lotta all'evasione fiscale, facendo invece ricadere il costo della manovra ancora sui lavoratori, sui pensionati e sulle tante imprese oneste.
Sono risposte che dovrete dare non tanto a noi, quanto ad un Paese che esige e reclama correttezza, giustizia, legalità ed equità; ad un Paese che esige e reclama una classe dirigente e politica all'altezza di questo momento. (Applausi dal Gruppo PD. Congratulazioni).



 


       



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