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15 Settembre, 2002
Suinicoltura, lotta al falso made in Italy per ridare reddito alle imprese agricole
Coldiretti Cremona: “L’origine in etichetta fondamentale per uscire dalla crisi”

Suinicoltura, lotta al falso made in Italy per ridare reddito alle imprese agricole
Coldiretti Cremona: “L’origine in etichetta fondamentale per uscire dalla crisi”
“Ottenere, subito, l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta per i prodotti della suinicoltura è il primo, fondamentale, passo per garantire un’equa remunerazione agli allevamenti italiani, ormai da troppo tempo alle prese con una crisi di reddito che mina la sopravvivenza stessa di tante imprese. Indicare l’origine in etichetta, dunque l’allevamento dove i suini sono stati allevati, permette di superare l’inganno che oggi vede spacciata per made in Italy una montagna di cosce di suini in arrivo dall’estero, a danno sia degli allevatori che dei cittadini-consumatori. L’origine in etichetta consentirà al cittadino di compiere una scelta informata e dunque autenticamente libera: dal canto nostro non abbiamo dubbi che le famiglie italiane sapranno scegliere la qualità e la sicurezza italiane, che nascono dai nostri allevamenti. E si porrà così fine alle astuzie di un’industria di trasformazione e di una grande distribuzione che traggono vantaggio dall’assenza di trasparenza, dalla contraffazione legale del made in Italy, continuando a pretendere di acquistare quella che chiamano la ‘materia prima’ a prezzi europei per poi rivedere il prodotto finito a prezzi italiani”. Con queste parole Simone Solfanelli, Direttore di Coldiretti Cremona, torna ad evidenziare il grande valore della battaglia della prima Organizzazione agricola del Paese tesa ad ottenere l’origine in etichetta per tutti i prodotti dell’agricoltura.
Un provvedimento essenziale – ribadisce Coldiretti Cremona – per ridare reddito alle imprese agricole, a partire da quelle suinicole che, com’è noto, stanno attraversando una fase di grande difficoltà.
“La suinicoltura italiana è provata da anni di prezzi bassi delle carni, da una concorrenza estera molto forte, concorrenza che noi consideriamo sleale, in quanto i suini esteri non sono marchiati e non devono rispettare le rigide regole imposte dai disciplinari dei consorzi di tutela in materia di alimentazione dei maiali. Eppure la carne di questi suini arriva in Italia e poi, in assenza dell’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta, viene trasformata e venduta al cittadino come made in Italy. E il cittadino acquista, e paga, quella che crede sia l’autentica qualità italiana” aggiunge il Direttore Solfanelli. “Alle cause della crisi della nostra suinicoltura si aggiunga pure la miopia degli altri attori della filiera – macellatori, stagionatori, grande distribuzione – che preoccupati di massimizzare il proprio profitto riducono progressivamente i margini degli allevatori. Si pensi che per un euro speso dalla massaia per carne o prosciutto solo 15 centesimi arrivano agli allevatori, mentre 85 vengono divisi tra gli altri attori della filiera”.Il comparto (una voce fondamentale dell’agricoltura cremonese: secondo i dati Istat, la consistenza del patrimonio suinicolo in provincia, al 1° giugno 2010, era pari a 1.053.701 unità, con 450 allevamenti) negli ultimi mesi sta vivendo una situazione di grande difficoltà. “I costi di produzione aumentano mentre i ricavi si riducono progressivamente – chiarisce Pietro Scolari, Responsabile dell’Ufficio Economico di Coldiretti Cremona –. Si pensi all’aumento dei costi di produzione legato all’alimentazione dei suini: basti dire che ai primi di settembre il prezzo dei cereali rilevati presso le principali borse merci nazionali (mais nazionale, orzo e frumento) ha registrato quotazioni di quasi il 50 per cento superiori rispetto a quelle rilevate nello stesso periodo dello scorso anno. Anche farina di soia e crusca registrano quotazioni in sensibile aumento rispetto allo scorso anno. Per contro, la carne di suino pagata agli allevatori registra quotazioni più basse rispetto all’anno scorso. Parliamo di una diminuzione di circa il 7 per cento. La quotazione della Camera di Commercio di Cremona ad inizio settembre 2009 prevedeva una remunerazione per la carne di suini di 160-180 kg pari a 1,4 euro/chilo, mentre sempre la CCIAA di Cremona, ad inizio settembre 2010, ha rilevato per la stessa categoria di suini una quotazione pari a 1,300 euro/kg”. “Certo sarebbe utile, per la suinicoltura italiana, il rafforzamento della commissione unica nazionale a scapito delle altre borse merci locali, affinché si possa formare settimanalmente un prezzo che rispecchi davvero la situazione di mercato” chiosa Scolari, aggiungendo che “tra le cause delle difficoltà del comparto vanno annoverati gli oneri burocratici in carico alle imprese agricole, in particolare quelle suinicole, con un conseguente aumento dei costi che vanno ad aggravare i già risicati bilanci delle stesse. Una situazione che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di tante imprese”.
Per Coldiretti Cremona la strada maestra per ridare reddito alle imprese agricole è quella che passa per l’introduzione dell’obbligo di origine in etichetta. Il tutto nel segno del progetto per una filiera tutta italiana: un progetto che si sta concretizzando in una serie di tappe, il cui fine ultimo è combattere il grande male della nostra agricoltura, che sta nella contraffazione illegale e legale del Made in Italy, che determina un doppio furto ai danni degli agricoltori italiani: il furto di identità (nel nostro Paese tre prodotti italiani su quattro di quelli venduti nella grande distribuzione non sono italiani, ma questo nessuno lo sa) e il furto di valore (per ogni euro speso dai consumatori in media solo 17 centesimi vanno agli agricoltori. Il resto si perde in lungaggini e inefficienze della filiera, con la distribuzione organizzata a farla da padrona). L’intento è portare sugli scaffali il cibo autenticamente italiano, pienamente riconoscibile, firmato (e garantito) dagli agricoltori.
Garantito dagli agricoltori cremonesi è il “Salame Cremona IGP”, uno dei prodotti più noti ed apprezzati della nostra agricoltura, autentico made in Italy fin dalla sua origine, sul quale si accenderanno tutti i riflettori nel prossimo fine settimana. Dal 16 al 19 settembre si terrà infatti l’edizione 2010 della Festa del Salame Cremona IGP, manifestazione che – con la regia del Consorzio Salame Cremona – vedrà genuinità, tipicità e gusto invadere le vie e le piazze del centro storico di Cremona, proponendo degustazioni, musica, mostre d'epoca, proiezioni, giochi, dibattiti e visite guidate. 

 


       



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