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15 Settembre, 2002
CENTRO COMMERCIALE, LA NUOVA CITTA’, IL “NON LUOGO”.
(peggio di Bertoldo, aggiro, pel centro città e su li quotidiani…se ne odon d’ogni!)

CENTRO COMMERCIALE, LA NUOVA CITTA’, IL “NON LUOGO”.
(peggio di Bertoldo, aggiro, pel centro città e su li quotidiani…se ne odon d’ogni!)
Direttore, sono “nervuus”, tremendamente “nervuus” per tutta una serie di circostanze-motivi che stanno letteralmente affossando non solo le botteghe del nostro centro, anche e soprattutto il nostro bel centro storico. Soprattutto! E non è una notizia falsa o tendenziosa se affermo che: “…hai voglia, caro Mantovani (delle Botteghe del centro…che quasi divengono “oscure”!) tentare di produrre un impossibile quanto improbabile “salto mortale, carpiato, rovesciato, con doppio avvitamento all’indietro” per aggiudicarti il primato del “tuffo delle vendite”; la realtà sta da ‘n’altra parte”. Vediamo insieme. Immensi edifici, chiamati centri commerciali (figli della società dei consumi), hanno fagocitato il negozio “della porta accanto”. E’ un’organizzazione spaziale, una sorta di nuovo punto di aggregazione sociale (io“ci” dico, però, in negativo). La battaglia tra centro commerciale e città non può essere combattuta ad armi pari. STA TUTTO RACCHIUSO IN CODESTA ENUNCIAZIONE L’OGGETTO DEL CONTENDERE! Sono luoghi magnetici, sono “cattedrali nel deserto”, anche punti di ritrovo per intrattenere rapporti sociali (ma va la, raccontala ad un altro!), spesso asfittici, impersonali…i centri commerciali. Mentre la città, ricca di storia, di cultura, di arte, di fascino, dotata di svariate attività e di servizi è inesorabilmente schiacciata nella morsa del traffico, dell’inquinamento e del caos. Una città comunque pur sempre amata ove il senso di affiliazione si sviluppa attraverso i mercati cittadini piuttosto che le eco-domeniche, quando la gente scende volentieri per le strade e le piazze, assaporando “l’aria aperta”. Una città però che viene spesso schivata perché incapace di reggere alla comodità del centro commerciale (merci in abbondanza, self-service, orario continuato, convenienza, parcheggio, l’ambiente caldo d’inverno quanto fresco d’estate). Direttore, ma secondo voi può un centro commerciale sostituire la città tradizionale, intesa come “centro di attività socio-culturali e fulcro del commercio?” Il centro commerciale è un luogo di consumo, punto. Dunque è un “NONLUOGO”. E’ uno spazio in cui si passa, non si fa che passare, in cui non si fissano radici, insomma un poco come una ”toccata e fuga”! A me “mi” viene sempre più di pensare che il centro commerciale sia come una città simulata nella quale si tenta di far capire che “questo è il centro” che “questa è la città”. Non andate in “centro città” perché qua troverete lo stesso calore, la stessa familiarità che solo la città (per fortuna) è in grado di trasmettere ai suoi visitatori. Ed allora “cheddevonofare” i poveri bottegai del centro storico (e non solo di quello)? ‘Na bella incognita, direttore. Se poi, come a Catanzaro, il centro commerciale costruisce una chiesa da destinare alla parrocchia quale punto di aggregazione per famiglie…beh allora concludo col dire “tutti sotto lo stesso tetto”. Volgo (se mi riesce) al finire con brevi considerazioni. Favorire maggiori parcheggi in città anche gratuiti, togliere drasticamente non indispensabili concessioni di passi carrai, strisce gialle per la sosta, favorire il potenziamento degli autobus (magari “a gratis”), la bicicletta, adottare l’orario continuato o la protrazione d’orario (ma non è “mica” semplice!), soprattutto metter in campo iniziative del tipo “domeniche ecologiche”, avvenimenti d’attrazione. E poi…e poi calmierare i prezzi, SANTO PATRONO, va la! Abbiamo una immensa invidiata risorsa a Cremona: la Galleria 25 aprile. Ebbene, riscaldiamola, perbacco!!! Trasformiamola oculatamente in un centro commerciale all’aperto, con attrazioni…”chennesò “, creiamo in centro un ”percorso all’acquisto”, una sorta di “carta vantaggi”, di “compri due e paghi tre”!!!…viva Dio (sottile l’ironia). Ma dove albergano, direttore, quei “geni e sregolatezze” di tantissimi nostri avi che hanno reso famosa Cremona nel mondo? Forse nei nostri politici, nei “bottegai” del centro? Concludo: i centri commerciali sono la soluzione ideale per la vita frenetica di oggi, quasi impossibile da sostenere quotidianamente, ma la città ha un suo fascino particolare, una sua tradizione, una sua attrattiva, una sua passeggiata, un suo affetto, una sua devozione, un suo sentimento di appartenenza che mai potrà essere sostituito da un anonimo, benché sfavillante di luci ed accogliente di colori natalizi centro commerciale. Qual è dunque la sfida, direttore? Che se inizialmente era il centro commerciale l’alternativa alla città, ora è quest’ultima che dovrà divenirla ad ogni costo, rinsaldando a pieno l’interesse e coinvolgendo a pieno titolo i suoi frequentatori. “Epperchè” no: ambire anche ad una concorrenza ad armi pari! Analisi frettolosa la mia, se volete anche articolata, soprattutto doverosa, “eccimancherebbealtro”. Buone Feste a voi direttore, a tutti gli uomini di Buona Volontà, soprattutto a tutti quelli che la Volontà ce l’avrebbero…per recarsi nei centri commerciali o presso le botteghe del centro. Purtroppo a loro “gli” sta mancando la terra (le risorse finanziare) da sotto i piedi ed allora…”sicutera in principio”. Io credo!
giorgino carnevali

 


       



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