15 Settembre, 2002
FINANZIARIA E Piccola e Media Impresa
La legge “…piuttosto di niente
FINANZIARIA E Piccola e Media Impresa
La legge “…piuttosto di niente…”
Il tessuto economico italiano, è risaputo, deve il suo successo alla enorme quantità di piccole e medie imprese operanti in tutti i settori dell’economia le quali sfruttano modelli di sviluppo spesso oggetto di studi da parte dei maggiori studiosi mondiali.
Un grande patrimonio, una grande risorsa da non sottovalutare ma al contrario da sostenere ed incentivare in un momento come quello attuale di congiuntura economica negativa, incerta ed imprevedibile.
L’appuntamento della Legge Finanziaria era visto da questa categoria di operatori economici con fiducia, forse speranza, che il governo riuscisse a trovare la ricetta che potesse confermare le prospettive positive esibite nella stesura del DPEF a giugno 2002, confluite poi nella sottoscrizione del Patto per l’Italia.
Arriva il ddl Finanziaria, arrivano i numeri, arriva la verifica.
Dalle relazioni delle audizioni delle commissioni camerali con le associazioni di categoria più significative, si può evincere come tratto comune la delusione nei confronti delle politiche economiche, fiscali e finanziarie proposte da questa legge.
Gli aspetti maggiormente contestati alla legge dagli operatori sono la scarsa lungimiranza, l’inadeguatezza (oltre che pratica anche morale) di certe misure come il condono, e l’evidente inefficacia a sollevare il paese da questo momento economico, aggravato anche dalla crisi del colosso FIAT.
Gli organismi rappresentativi delle PMI criticano duramente l’irrisoria allocazione di risorse alla Ricerca e all’Innovazione, chiedono maggiori investimenti per il Mezzogiorno, chiedono maggiori investimenti nelle grandi infrastrutture, chiedono il prolungamento della Tremonti bis, chiedono una politica di riduzione fiscale efficace mentre ritengono la proposta della legge inadeguata nel modo e nella misura, tanto da non poterne prevedere benefici, né a livello di incentivo economico e quindi nemmeno a livello di entrate fiscali.
Le PMI chiedono che non vengano posti ostacoli all’accesso al credito e finanziamento come succede nella legge dove i contributi a fondo perduto diventano finanziamenti ad un tasso dello 0,50%; chiedono che siano instaurati dei meccanismi di trasparenza e di tutela nei settori in cui per le PMI ancora non ci sono.
In effetti, in questa legge non si può non riconoscere uno sforzo rivolto a mantenere quanto sancito dal Patto per l’Italia, ma l’entità dei provvedimenti è troppo lieve, quasi uno scherzo, modellato sugli indicatori economici.
Il ddl Finanziaria e le sue evidenti lacune sono motivati dallo stato negativo degli indicatori economici; ma come diceva qualcuno, la domanda nasce spontanea: l’economia va seguita pedissequamente oppure esistono leve che bisogna avere il coraggio di muovere per poterla regolare?
Non è forse dovere primario dell’esecutivo attuare politiche che incidano e modellino la vita del paese?
Per il momento credo ci si dovrà accontentare di questa manovra; per qualcuno “piuttosto di niente….è meglio piuttosto”.
rita garavelli
resp. economia ds cremona
 
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