15 Settembre, 2002
L’odissea dei pendolari cremonesi
Dichiarazioni del Sindaco Gian Carlo Corada e del consigliere regionale Luciano Pizzetti (DS )
Per l'ennesima volta questa mattina cittadini e lavoratori pendolari hanno
dovuto sopportare stress e fortissimi disagi dovuti a pesanti disservizi di
Trenitalia: il treno proveniente da Mantova che doveva giungere a Cremona alle
6,58 non é arrivato.
Ancora un altro, ulteriore, ennesimo guasto lo ha bloccato e non gli ha permesso
di proseguire.
Ho incontrato una delegazione di cittadini giustamente esasperati.
Così davvero non é possibile continuare.
E' arrivato il momento che ciascuno si assuma delle precise responsabilità.
Occorre da parte dei responsabili un sussulto di dignità.
l Comune di Cremona esprime vive proteste e indignazione, e si schiera al fianco
delle centinaia e centinaia di pendolari cremonesi che si sentono continuamente
presi in giro da una situazione che rasenta l'assurdo.
Gian Carlo Corada
Sindaco di Cremona
Disagi ferroviari, Pizzetti: “È un problema di soldi, ma anche di
dirigenza”
Ennesima odissea e percorso a ostacoli, lunedì mattina, per i pendolari
cremonesi. Il treno delle 7 per Milano e quello delle 8 e 20 per Codogno sono
stati soppressi: il primo per il solito guasto al locomotore, il secondo per
mancanza di materiale rotabile. Da non credere accada nella settima potenza
industriale mondiale.
Il convoglio delle 7 è stato sostituito, in ritardo, con un treno corto e
freddo. Un inno alla civiltà! Al posto del regionale delle 8 e 20, invece, è
stato messo a disposizione un pullman insufficiente a trasportare tutti.
Il pullman, però, arriva in ritardo e le coincidenze per Milano saltano. Si
aspetta un’ora nella stazione di Codogno. Al freddo e con sale d’attesa
inagibili ormai da mesi. Si chiede di far fermare il primo treno in transito da
Codogno per Milano. No, non se ne parla. Si poteva prevedere, allora, che il
pullman andasse direttamente a Milano. Neppure a pensarci.
Ora, le risorse per acquistare nuove carrozze e locomotori non ci sono, per
quanto a più riprese promesse. Ma un minimo di attenzione ai diritti dell’utenza
sarebbe dovuto. Anzi, l’attenzione dovrebbe essere ancora maggiore per
alleviare i disagi dovuti a una condizione di linee e materiale rotabile
disastrosa e scandalosa. E invece no. Il gestore ferroviario è asettico.
Arrivi tardi al lavoro? Non è affar suo. Saltano appuntamenti importanti? Non
lo riguarda. Rischi che vada a monte un contratto? Non gli interessa. Viaggi in
piedi e al freddo? Così ti tempri nel corpo e nello spirito. Quello delle
Ferrovie si configura ormai come un comportamento delinquenziale. Un vero e
proprio attentato contro gli utenti. Contro il diritto alla mobilità.
Le responsabilità sono nette e dirette. È un problema di soldi, ma anche di
dirigenza. Chi decide e in base a quali disposizioni? È un problema di
organizzazione e di cultura: i cittadini utenti sono la priorità? È un
problema di contratto di servizio, continuamente disatteso. Non è più un caso
da vertenza provinciale, bensì nazionale. Non è più solo questione
organizzativa, ma di decisioni che penalizzano gravemente un territorio e le
comunità che lo abitano.
Il tema, dunque, è politico, di scelte di governo. Ecco perché né il
Presidente della Regione, né il Ministro delle Infrastrutture possono ancora
sottrarsi dall’intervenire direttamente per risolvere la questione.
Serve un atto straordinario per evitare che continui e gravi disservizi si
trasformino in un danno per le persone e per le imprese, e in un rischio per l’ordine
pubblico.
Luciano Pizzetti
Consigliere regionale Ds-Ulivo
 
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