Alle ragionevoli richieste dei sindacati le controparti hanno risposto con offerte irricevibili, sia per quanto riguarda gli aumenti salariali, sia per quanto riguarda i diritti e le condizioni di lavoro. In cambio della disponibilità a trattare sugli aumenti, le parti padronali chiedono una ulteriore mano libera sulla flessibilità, cioè su orari e organizzazione del lavoro.

Questo in un paese in cui precarietà e flessibilità caratterizzano in maniera drammatica e sempre più estesa i rapporti di lavoro e la vita delle persone.

In gioco c’è da una parte il tentativo dei datori di lavoro di cancellare nei fatti il contratto nazionale come base comune per regolare i rapporti di lavoro e dall’altra la difesa da parte dei lavoratori dei diritti conquistati in anni di lotte, la loro dignità e la loro autonomia.

Si tratta di lotte e di diritti che hanno contribuito ad elevare la qualità della nostra democrazia. Per questo la vertenza dei lavoratori metalmeccanici riguarda tutti. Una loro vittoria o una loro sconfitta avrebbe conseguenze pesanti, in positivo o in negativo, sulla civiltà delle relazioni sociali e sulla stessa vita democratica del paese.

L’Arci, come sempre, è al fianco dei lavoratori.

Rivolgiamo un appello alla società civile democratica, alle reti dei nuovi movimenti sociali, alle organizzazioni del terzo settore e della cittadinanza attiva, alle comunità, agli Enti e alle Istituzioni Locali affinché si esprima nelle forme più diverse la più ampia e diffusa solidarietà attiva alla lotta dei lavoratori per contribuire a favorire una soluzione positiva di giustizia e libertà della vertenza in corso.

C’è bisogno di un’inversione di tendenza. Al centro vanno rimessi i diritti, un’idea di giustizia sociale, il rispetto della vita e della dignità delle persone.

Mobilitare la Società, Cambiare l'Italia!

ARCI Nuova Associazione - Comitato Teritoriale di Cremona