15 Settembre, 2002
La solitudine dei Sindaci
C'é sempre più distanza tra i diversi livelli istituzionali del Paese, mentre il bene dell'Italia richiederebbe l'esatto contrario.
C'é sempre più distanza tra i diversi livelli istituzionali del Paese, mentre il bene dell'Italia richiederebbe l'esatto contrario. Condivido le considerazioni espresse su 'Cronaca' da Carmine Lazzarini, Sindaco di Castelverde, a proposito delle scelte operate dalla legge Finanziaria 2006.
Troppo spesso le Regioni e lo Stato centrale scaricano sui Comuni le difficoltà economico-finanziarie del Paese. I Sindaci si trovano sempre più soli ad affrontare drammatiche criticità. Tutti i Sindaci, non solo quelli che fanno riferimento al centro sinistra, ma anche coloro che dirigono maggioranze amministrative dello stesso colore politico del governo nazionale.
Con le decisioni assunte in Finanziaria, come diceva Lazzarini, i Comuni si troveranno in grandi difficoltà. Vorrei aggiungere, alle cose giustamente ricordate, altri due esempi, tra i tanti, che danno il senso dei gravi problemi che i sindaci si trovano ad affrontare, quasi sempre in solitudine.
Inquinamento
Cremona e l’intera pianura padana stanno soffrendo l’attacco dell’inquinamento atmosferico. Sempre più spesso i livelli delle polveri sottili sopravanzano quelli consentiti. Come è evidente, non si tratta di un problema ‘burocratico’. Superare i livelli consentiti non significa tanto infrangere una norma amministrativa ma, soprattutto, vuol dire che, in quel periodo, tutti i cittadini sono costretti a respirare inquinanti tendenzialmente patogeni.
Si sa che la risposta al dramma dell’inquinamento risiede in una diversa politica complessiva dell’ambiente e della sostenibilità dello sviluppo. In politiche, anche, che richiedono provvedimenti sia a livello centrale che periferico e che presuppongono interventi con obiettivi a lungo, a medio ed a breve o brevissimo termine.
Sappiamo, ad esempio, che i periodici blocchi del traffico che si verificano nelle nostre città sono interventi palliativi e non servono a risolvere il problema; quando possibile, riescono a mitigarlo temporaneamente. Qualche risultato in più si potrebbe ottenere – pur nei limiti degli interventi non strutturali – laddove il blocco del traffico non si limitasse a questa o quella città, a questo o quel centro storico. Un intervento radicale, pur se sempre a livello temporaneo, potrebbe essere il blocco del traffico – ad esempio, una domenica al mese – sull’intero territorio regionale, o anche in tutta la valle padana. Allora sì che, con ogni probabilità, i livelli di PM10 scenderebbero sensibilmente e forse su una vastissima area. Ma per far questo occorre che le decisioni vengano assunte ai giusti livelli. Non dunque dai singoli comuni, ma dalla Regione in collaborazione con gli enti territoriali. Altri provvedimenti (incentivi e disincentivi, risorse ecc) devono essere assunti a livello nazionale.
Da ultimo non sembri un dettaglio ininfluente ricordare che Cremona – insieme all’intero sud Lombardia – non fa parte della cosiddetta ‘zona critica’ definita dalla Regione e, dunque, non può nemmeno avvalersi dei pur limitati, relativi finanziamenti.
Servizi Sociali
Con la Finanziaria il governo opera un taglio netto al Fondo Sociale, diminuendo di ben 71 milioni di euro gli oltre 141 milioni stanziati nel 2005! L’ammontare delle risorse assegnate al Distretto di Cremona, ad esempio, subisce una riduzione pesantissima: si passa da un finanziamento complessivo di 1.959.346,5 euro del 2005 ad un finanziamento di 1.125.833,79 euro del 2006, pari ad un taglio netto del 42,54%.
E non vorrei si dimenticasse che, quando si parla di tagli al Fondo Sociale, si parla di ridimensionamenti drastici a voci di spesa come assistenza, servizi alle famiglie ed all’infanzia, interventi a favore degli anziani, soprattutto quelli non autosufficienti, o politiche rivolte alle vecchie e nuove povertà. Si parla, cioè, di interventi drastici contro lo Stato sociale, il cosiddetto Welfare State.
Torna in questo caso l’esigenza di fondo della collaborazione tra enti istituzionali. Che è l’esatto contrario del gioco a scaricabarile che, invece, sembra prediletto in questo periodo. Ciò vale anche per altri temi: per la pesantissima questione del trasporto pubblico o per la vitale situazione degli investimenti pubblici, senza i quali difficilmente il Paese riuscirà a risollevarsi.
Questo intendo, quando - insieme a tantissimi altri colleghi sindaci di diverse realtà territoriali e di diversa provenienza politica - lamento ciò che troppo spesso siamo chiamati ad affrontare: trovarci in completa solitudine di fronte alle gravi questioni e, alle volte, ai veri e propri drammi che travagliano le nostre comunità. Soli, e sovente con armi spuntate o addirittura completamente disarmati.
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Nonostante questa situazione - davvero non idilliaca, nella quale potrebbe spontaneamente porsi il problema del ‘chi me lo fa fare?’ – prevale in tanti di noi lo spirito di servizio per le nostre comunità. Prevalgono, in altrettanti, le radici culturali e politiche che promanano dal grande filone riformista italiano. Dalla storia e dalla scuola del riformismo padano, ad esempio, alla quale noi stessi attingiamo, pur volendola sempre raccordare alle nuove condizioni sociali e politiche del terzo millennio.
E’ dal riformismo che prendono le mosse, dunque, la voglia comunque di fare e di costruire e la volontà di far leva su soluzioni innovative, su momenti – questi sì – di vera e propria creatività politico-amministrativa che, a ben vedere, fa tesoro di alcune ‘verità’ del buon senso comune: trasformare i problemi in opportunità, imparando qualcosa di nuovo e di positivo anche dalle contrarietà.
Ed i risultati di questo anno e mezzo di amministrazione si vedono già. Se la situazione data è quella descritta, ecco allora che l’unica possibile soluzione sta nel prenderne atto e nell’affrontarla per quella che è, rimboccandoci le maniche, facendo leva sulla grande disponibilità degli Uffici e dei collaboratori, puntando allo spirito di squadra che deve animare il lavoro di Giunta e del Consiglio, dedicandoci anima e corpo alle realizzazioni contenute nel programma.
Solo così abbiamo potuto realizzare, solo per fare degli esempi, ben 475 posti in più di parcheggio gratuito, il Piano-sosta, i lavori per il Parcheggio sotterraneo e la riqualificazione di Piazza Marconi, il Parco al Po.
Solo così, sempre per limitarmi a degli esempi, abbiamo in parte già potuto recuperare, ed in altra già finanziare e progettare, il recupero di 260 alloggi di edilizia pubblica (più Borgo Loreto), programmare per quest'anno e l'anno prossimo piste ciclabili per 3 milioni di euro ed interventi su strade, marciapiedi, scuole, edifici pubblici per decine di milioni di euro. Solo così possiamo metterci nelle condizioni di prevedere investimenti - in circa tre anni - per oltre 70 milioni di euro.
Solo facendo leva su questo spirito possiamo trovare la forza, e la capacità, di puntare comunque ad una spesa alta e qualificata per i Servizi Sociali, per le Politiche Educative, per l'Università, per la cultura ecc. Per non parlare, poi, di interventi che non prevedono spese per il Comune ma tanto impegno. La 'centralina' ed il raccordo ferroviario della Tamoil, che toglierà dalle strade oltre 2.000 camion al mese e che comincerà a funzionare tra poche settimane, il raddoppio della Katoen; il nuovo impianto di potabilizzazione, sempre per fare solo esempi, sono il risultato congiunto degli sforzi di Comune ed Aziende interessate.
Stiamo dunque facendo ogni sforzo per essere all’altezza delle esigenze: rilanciare la denuncia delle difficoltà e delle scelte, a volte scellerate, alle quali spesso siamo costretti a sottostare ma, di converso, far anche leva sulle nostre capacità e sulle disponibilità che le nostre comunità, messe in rete ed in sinergia, possono generosamente mettere a disposizione.
Gian Carlo Corada
Sindaco di Cremona
 
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