15 Settembre, 2002
Parti uguali fra disuguali.
Di Ermanno Gorrieri-recensione di Francesco Bova
Parti uguali fra disuguali. Povertà,disuguaglianza e politiche ridistributive nell’Italia di oggi.
Di Ermanno Gorrieri
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La Biblioteca dell’Operatore Sociale
Rubrica quindicinale di recensioni librarie - a cura di Francesco Bova
Sindacalista, tra i fondatori della CISL,
deputato e nel 1987 ministro del Lavoro nel
VI Governo Fanfani, esperto di politica sociale
Ermanno Gorrieri ha recentemente pubblicato per il Mulino
“Parti uguali fa disuguali. Povertà, disuguaglianza
e politiche redistributive nell’Italia di
oggi” , pp. 165 Euro 9,50. Il libro, che si apre
con una provocatoria citazione tratta dalla
Lettera a una professoressa di Don Milani
“Nulla è più ingiusto che far le parti uguali
fra disuguali”, è un saggio non solo sul
fenomeno della povertà che attanaglia, anche
nelle regioni del Nord, sempre più un gran
numero di famiglie italiane, ma è anzitutto
una rilettura critica delle politiche sociali
e delle proposte e delle azioni degli ultimi
governi del Centro - Sinistra per contrastare
la povertà e per aumentare i livelli di benessere
sociale.
Le analisi di Gorrieri sono utili per interpretare
alcuni errori compiuti dal Centro - Sinistra
sia quando ha applicato dogmaticamente il
criterio dell’universalismo senza selettività
con uno Stato sociale erogatore a pioggia
di beni e servizi per tutti, sia quando è
approdato a disinvolte forme di neo liberalismo,
con eccessi consumistici, che non hanno certamente
aiutato i ceti meno abbienti. E sono puntuali
anche per interpretare il nuovo corso delle
politiche sociali del governo Berlusconi,
con le manovre riduzionistiche e privatistiche
dei ministri Tremonti, Sirchia, Maroni e
Moratti che aggravano le forme di disuguaglianza
e di esclusione sociale. Sono proprio la
scuola pubblica, la sanità pubblica, la previdenza
obbligatoria e i servizi socio -assistenziali,
le quattro grandi conquiste delle democrazie
europee, che oggi con il programma berlusconiano
rischiano di non garantire più la “riduzione
della disuguaglianza fra i cittadini di fronte
alle necessità e agli eventi della vita”.
Gorrieri cita tra gli altri Romano Prodi
e le sue 88 tesi che rappresentavano la piattaforma
dell’ulivo nel 1995, per ribadire la necessità
di concepire lo Stato sociale “come casa
comune di tutti e non solo dei poveri, cercando
di un equilibrio nuovo tra servizi per tutti
e selettività, reso necessario dalla scarsità
delle risorse e dall’emergere di nuovi bisogni”.
Se appare più semplice individuare e definire
la povertà assoluta e le cosiddette povertà
estreme, risulta complesso interpretare e
trovare efficaci rimedi alle povertà silenziose,
ovvero a quelle famiglie che hanno la casa,
un lavoro e che conducono apparentemente
una vita normale, ma che dispongono di mezzi
inadeguati per vivere dignitosamente. Cresce
il numero dei lavoratori poveri, i cosiddetti
working poor, e la condizione di povertà
colpisce una fascia orizzontale della società.
Secondo Gorrieri sono necessarie politiche
di redistribuzione dei beni per aumentare
la qualità della vita che devono superare
le culture del conservatorismo compassionevole
e il pur generoso esercizio della solidarietà.
Il primo obiettivo di una politica contro
le disuguaglianze è quello di assicurare
a tutti pari opportunità, rivalutando la
cultura della responsabilità in una società
che aveva esasperato il principio che tutto
deve essere risolto dallo Stato. Ci vuole
ragionevolezza, è necessaria una concezione
“mite” dei diritti, come direbbero Bobbio
e Zagrebelsky, per rifondare un moderno ed
efficace sistema di protezione sociale. Un
sistema basato sul principio di equità sociale
e non su quello del capitalismo compassionevole
o dell’egualitarismo. Diritto e solidarietà
devono coniugarsi e trovare equilibrio con
il senso di responsabilità, che attiene al
rigore e non alle politiche lassiste che
premiano l’elusione fiscale.
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-In allegato copertina libro
-nella foto Francesco Bova 
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