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15 Settembre, 2002
«Con più tempo» - la rete delle città per la conciliazione
L’occasione offerta dal progetto di Iniziativa Comunitaria Equal

PREMESSA

I grandi, rapidi e complessi mutamenti sociali, demografici, economici e culturali che negli ultimi anni sono oggetto di studio e di riflessione di tutti coloro che, a vario titolo, si occupano della famiglia, hanno determinato l’insorgere di una nuova area di bisogni e di problematicità per la quale è necessario trovare risposte adeguate.

Il continuo aumento delle separazioni e il conseguente aumento dei nuclei monogenitoriali, la crescente presenza, anche nella comunità cremonese, di nuclei provenienti da paesi extra-Cee che, al loro arrivo, si trovano a dover affrontare una serie di problemi quali il reperimento di una casa e/o di un lavoro, sono fenomeni che possono determinare, in alcune situazioni e laddove non esiste una valida rete di supporto parentale o amicale, condizioni di rischio e di svantaggio per i minori e le loro famiglie. Anche una recente riflessione da parte degli operatori psico-sociali dell’area “Famiglie con Minori” sui bisogni evidenziati negli ultimi anni ha messo in rilievo una fascia di popolazione che risulta oggi particolarmente a rischio di problematicità e disagio: si tratta di donne sole con bambini che, fra le altre criticità, si trovano a dover conciliare il ruolo di lavoratrici e di madri.

Nel quadro delle risposte dei servizi sociali, alcune modalità di aiuto e di sostegno cercano di corrispondere a questo tipo di bisogni.

Nei casi più complessi, laddove accanto a difficoltà nell’organizzare la vita famigliare, si è riconosciuta una grave incapacità educativa e gestionale della madre, si è fatto ricorso alle strutture protette in grado di accogliere sia le madri in difficoltà che i figli.

Quando è possibile far seguire il minore dalla madre presso la sua casa, si può attivare l’affido “temporaneo”, con il quale famiglie di volontari portano a vivere con loro i minori assistiti, assumendo compiti di accudimento e di cura genitoriale solo per alcune ore del giorno e/o per alcuni giorni della settimana. Si tratta di un apporto sicuramente impegnativo, ma più “leggero” rispetto all’affido vero e proprio, con il quale i minori vivono stabilmente nelle famiglie affidatarie per periodi assai più lunghi, anche se vengono mantenuti i rapporti con la famiglia naturale, presso la quale i minori ritornano periodicamente.

Spesso l’affido temporaneo è sembrato una soluzione adatta anche per offrire risposta alle esigenze di quelle donne che hanno eminentemente difficoltà nella gestione della “quotidianità” familiare, un problema di conciliazione tra responsabilità di cura e di lavoro: accudire, curare, assistere, seguire i figli nei momenti in cui sono assenti per lavoro oppure nelle varie e frequenti “piccole emergenze”, come malattie, orari di lavoro nei quali non è possibile portare i figli a scuola o collocarli in altre strutture che si prendano cura di loro... Fino ad oggi, pertanto, molte di queste situazioni sono confluite nella soluzione dell’affido temporaneo, anche se la valutazione di queste esperienze ha fatto ritenere improprio il ricorso a famiglie affidatarie in risposta a questo tipo di bisogno.

Oltre alla soluzione dell’affido, sono a disposizione interventi più “leggeri” a supporto delle famiglie quali il semiconvitto, i centri di aggregazione giovanile, i dopo-scuola degli oratori cittadini. Tuttavia queste modalità di accoglimento dei minori sono risultate non del tutto adeguate a far fronte a questa tipologia di bisogno, specie quando rappresentano l’unica o la principale risposta ai problemi di conciliazione presenti in queste famiglie.

Inoltre, in alcuni casi, sempre laddove il genitore presenta eminentemente alcune difficoltà di tipo organizzativo-gestionale, si è attivato l’intervento del volontariato: nel territorio cremonese sono diverse le realtà del privato sociale che rivolgono il proprio operato al sostegno delle famiglie con minori. Recentemente, in alcuni quartieri cittadini diversi nuclei familiari volontari hanno aderito al progetto “Famiglie solidali”, offrendo la propria disponibilità ad occuparsi di minori in quei momenti della giornata in cui i genitori, per motivi di lavoro, non sono presenti.

Questo prezioso ed efficace intervento ha però mostrato limiti rispetto a quelle situazioni in cui l’apporto esterno richiede più forte continuità e deve configurarsi secondo una vera e propria progettualità (tempi, modalità, definizione e programmazione dei “compiti” del volontario) e/o quando dalla famiglia in difficoltà viene espressa la necessità di interventi nelle situazioni impreviste di emergenza, nonché in fasce orarie “scomode” (primissime ore del mattino o la notte).

Le considerazioni sopra esposte hanno suggerito l’esigenza di pensare a una tipologia di intervento che, mutuando in parte obiettivi e modalità di realizzazione dalle esperienze precedetemene illustrate, contribuisca in modo originale a potenziare la rete delle opportunità di sostegno a questi nuclei monogenitoriali, affinché possano conciliare la vita familiare e lavorativa ed evitare il più possibile situazioni di difficoltà e disagio. Partendo dalla valutazione delle numerose e valide risorse istituzionali e sociali disponibili sul territorio cremonese, questa nuova forma di supporto appare non solo realizzabile, ma particolarmente opportuna per dotare di ulteriore flessibilità e di completezza la complessiva risposta alle famiglie con minori che vivono un certo tipo di difficoltà.

L’occasione offerta dal progetto di Iniziativa Comunitaria Equal appare da questo punto di vista assolutamente preziosa, non soltanto perché consolida le esperienze del lavoro di rete tra le città, ma anche perché consente di tradurre in pratica positive scelte politiche, che spesso non riescono a trovare risorse e strategie concrete di realizzazione e, in questo caso specifico, di sperimentare servizi.

Il progetto, promosso dalla necessità di prospettare un intervento organico e specifico, che, mettendo in campo nuove risorse e nuove competenze istituzionali, non solo sostenga e valorizzi i precedenti apporti, ma stimoli quelli di altri soggetti della comunità, presenterà alcuni elementi innovativi. Prima di tutto, valorizza le risorse di solidarietà presenti nella nostra città, chiamate ad accompagnare le donne assistite. Inoltre, assegna grande importanza al lavoro di rete e alla progettualità condivisa: si tratta infatti realizzare una specifica ma significativa esperienza di sussidiarietà, che riguarda la collaborazione fra pubblico, associazionismo, privato, e di integrazione fra servizi, che riguarda le modalità di informazione e di comunicazione, la localizzazione della sede, la tipologia degli operatori professionali coinvolti.

Infine, pur connotandosi come una “sperimentazione”, il servizio non è inteso come estemporaneo. E’ già attivato, infatti, l‘impegno per reperire le risorse necessarie per consentire il proseguimento del servizio, secondo le modalità che sembreranno più opportune, anche dopo la sua fase di sperimentazione.

Presentazione del servizio

obiettivi del progetto: la finalità fondamentale è quella di costruire dei percorsi di accompagnamento nella quotidianità, in primo luogo sostituendo la madre per alcune ore del giorno nei momenti in cui lavora, e in secondo luogo supportandola in modo da migliorare e valorizzare la sua capacità di svolgere le quotidiane incombenze di cura e di accudimento. Le prestazioni previste sono eminentemente:

accudimento di minori con l’aiuto di volontari e/o baby-sitter;

ascolto, informazione, orientamento e accompagnamento alle madri

relativamente ai servizi e alle opportunità presenti sul territorio.

a chi si rivolge: il progetto è rivolto a donne sole con figli minori (da zero a dieci-undici anni, fino al completamento delle scuole elementari), che per ragioni oggettive, a partire dai loro impegni di lavoro o dalla loro “fragilità” sociale, sono in difficoltà nell’assolvere i compiti genitoriali di accudimento e di cura e che, per condizione reddittuale, non possono ricorrere al mercato privato (baby-sitter), quindi trovano assai difficile conciliare il ruolo genitoriale con quello lavorativo.

apertura e funzionamento: il servizio nella sua fase sperimentale sarà attivo da settembre 2006 a giugno 2007.

Il suo riferimento principale è il Centro per le famiglie, sede del servizio e struttura in cui avverranno i colloqui tra la “mediatrice familiare” e le mamme, ma soprattutto lo spazio ideale di condivisione, valutazione e progettazione.

L’apporto principale sarà fornito dall’associazione Il Girasole - Associazione famiglie affidatarie, che, attraverso l’aiuto prezioso di un’operatrice coinvolta nel progetto, avrà il compito di definire la programmazione operativa delle attività delle baby sitter professionali e dei volontari coinvolti nell’impegno di accudimento. Tali compiti verranno svolti in stretta collaborazione con la figura di principale riferimento del progetto, la “mediatrice familiare”.

Peculiarità specifiche:

La metodologia della programmazione e della concreta traduzione operativa sarà caratterizzata dal lavoro d’équipe, che ha già ispirato il percorso di progettazione e di coinvolgimento finora compiuto e che avrà come suo perno la mediatrice familiare, gli operatori del Girasole e del Comune coinvolti nel progetto.

Altre caratteristiche del servizio:

temporaneità del supporto offerto;

attenzione mirata al minore nell’elaborazione del “progetto individuale” e nelle scelte complessive, garantite anche dalla supervisione del Servizio Affidi;

realizzazione di una organica e sempre aggiornata mappatura di tutte le realtà associative e di tutte strutture, pubbliche o private che in città svolgono funzione di cura e accudimento per minori (nidi, micronidi, nidi-famiglia, centri gioco, ludoteche…): è necessario conoscerne il funzionamento generale, i requisiti di accesso, gli orari, i costi…, in quanto costituiscono proprio le risorse territoriali a cui in primo luogo far riferimento. Sarà quindi valutata caso per caso e concretamente sperimentata l’ipotesi di un loro coinvolgimento nel servizio.

Informazioni

Il Centro per le famiglie è in via Brescia 94 a Cremona.

Telefonare:

il giovedì mattina dalle 9,30 alle 12,30 al numero 0372 433176;

il lunedì dalle 9,30 alle12,30, il martedì e il mercoledì dalle 15.00 alle 18.00 al numero telefonico 334.6604128

 


       



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