PREMESSA
I grandi, rapidi e complessi mutamenti sociali, demografici, economici e
culturali che negli ultimi anni sono oggetto di studio e di riflessione di tutti
coloro che, a vario titolo, si occupano della famiglia, hanno determinato
l’insorgere di una nuova area di bisogni e di problematicità per la quale è
necessario trovare risposte adeguate.
Il continuo aumento delle separazioni e il conseguente aumento dei nuclei
monogenitoriali, la crescente presenza, anche nella comunità cremonese, di
nuclei provenienti da paesi extra-Cee che, al loro arrivo, si trovano a dover
affrontare una serie di problemi quali il reperimento di una casa e/o di un
lavoro, sono fenomeni che possono determinare, in alcune situazioni e laddove
non esiste una valida rete di supporto parentale o amicale, condizioni di
rischio e di svantaggio per i minori e le loro famiglie. Anche una recente
riflessione da parte degli operatori psico-sociali dell’area “Famiglie con
Minori” sui bisogni evidenziati negli ultimi anni ha messo in rilievo una fascia
di popolazione che risulta oggi particolarmente a rischio di problematicità e
disagio: si tratta di donne sole con bambini che, fra le altre criticità,
si trovano a dover conciliare il ruolo di lavoratrici e di madri.
Nel quadro delle risposte dei servizi sociali, alcune modalità di aiuto e di
sostegno cercano di corrispondere a questo tipo di bisogni.
Nei casi più complessi, laddove accanto a difficoltà nell’organizzare la vita
famigliare, si è riconosciuta una grave incapacità educativa e gestionale
della madre, si è fatto ricorso alle strutture protette in grado di accogliere
sia le madri in difficoltà che i figli.
Quando è possibile far seguire il minore dalla madre presso la sua casa, si
può attivare l’affido “temporaneo”, con il quale famiglie di volontari portano a
vivere con loro i minori assistiti, assumendo compiti di accudimento e di cura
genitoriale solo per alcune ore del giorno e/o per alcuni giorni della
settimana. Si tratta di un apporto sicuramente impegnativo, ma più “leggero”
rispetto all’affido vero e proprio, con il quale i minori vivono stabilmente
nelle famiglie affidatarie per periodi assai più lunghi, anche se vengono
mantenuti i rapporti con la famiglia naturale, presso la quale i minori
ritornano periodicamente.
Spesso l’affido temporaneo è sembrato una soluzione adatta anche per offrire
risposta alle esigenze di quelle donne che hanno eminentemente difficoltà nella
gestione della “quotidianità” familiare, un problema di conciliazione tra
responsabilità di cura e di lavoro: accudire, curare, assistere, seguire i figli
nei momenti in cui sono assenti per lavoro oppure nelle varie e frequenti
“piccole emergenze”, come malattie, orari di lavoro nei quali non è possibile
portare i figli a scuola o collocarli in altre strutture che si prendano cura di
loro... Fino ad oggi, pertanto, molte di queste situazioni sono confluite nella
soluzione dell’affido temporaneo, anche se la valutazione di queste esperienze
ha fatto ritenere improprio il ricorso a famiglie affidatarie in risposta a
questo tipo di bisogno.
Oltre alla soluzione dell’affido, sono a disposizione interventi più
“leggeri” a supporto delle famiglie quali il semiconvitto, i centri di
aggregazione giovanile, i dopo-scuola degli oratori cittadini. Tuttavia queste
modalità di accoglimento dei minori sono risultate non del tutto adeguate a far
fronte a questa tipologia di bisogno, specie quando rappresentano l’unica o la
principale risposta ai problemi di conciliazione presenti in queste famiglie.
Inoltre, in alcuni casi, sempre laddove il genitore presenta eminentemente
alcune difficoltà di tipo organizzativo-gestionale, si è attivato l’intervento
del volontariato: nel territorio cremonese sono diverse le realtà del privato
sociale che rivolgono il proprio operato al sostegno delle famiglie con minori.
Recentemente, in alcuni quartieri cittadini diversi nuclei familiari volontari
hanno aderito al progetto “Famiglie solidali”, offrendo la propria disponibilità
ad occuparsi di minori in quei momenti della giornata in cui i genitori, per
motivi di lavoro, non sono presenti.
Questo prezioso ed efficace intervento ha però mostrato limiti rispetto a
quelle situazioni in cui l’apporto esterno richiede più forte continuità e deve
configurarsi secondo una vera e propria progettualità (tempi, modalità,
definizione e programmazione dei “compiti” del volontario) e/o quando dalla
famiglia in difficoltà viene espressa la necessità di interventi nelle
situazioni impreviste di emergenza, nonché in fasce orarie “scomode” (primissime
ore del mattino o la notte).
Le considerazioni sopra esposte hanno suggerito l’esigenza di pensare a una
tipologia di intervento che, mutuando in parte obiettivi e modalità di
realizzazione dalle esperienze precedetemene illustrate, contribuisca in modo
originale a potenziare la rete delle opportunità di sostegno a questi nuclei
monogenitoriali, affinché possano conciliare la vita familiare e lavorativa ed
evitare il più possibile situazioni di difficoltà e disagio. Partendo dalla
valutazione delle numerose e valide risorse istituzionali e sociali disponibili
sul territorio cremonese, questa nuova forma di supporto appare non solo
realizzabile, ma particolarmente opportuna per dotare di ulteriore flessibilità
e di completezza la complessiva risposta alle famiglie con minori che vivono un
certo tipo di difficoltà.
L’occasione offerta dal progetto di Iniziativa Comunitaria Equal
appare da questo punto di vista assolutamente preziosa, non soltanto perché
consolida le esperienze del lavoro di rete tra le città, ma anche perché
consente di tradurre in pratica positive scelte politiche, che spesso non
riescono a trovare risorse e strategie concrete di realizzazione e, in questo
caso specifico, di sperimentare servizi.
Il progetto, promosso dalla necessità di prospettare un intervento organico e
specifico, che, mettendo in campo nuove risorse e nuove competenze
istituzionali, non solo sostenga e valorizzi i precedenti apporti, ma stimoli
quelli di altri soggetti della comunità, presenterà alcuni elementi innovativi.
Prima di tutto, valorizza le risorse di solidarietà presenti nella nostra
città, chiamate ad accompagnare le donne assistite. Inoltre, assegna grande
importanza al lavoro di rete e alla progettualità condivisa: si
tratta infatti realizzare una specifica ma significativa esperienza di
sussidiarietà, che riguarda la collaborazione fra pubblico,
associazionismo, privato, e di integrazione fra servizi, che
riguarda le modalità di informazione e di comunicazione, la localizzazione della
sede, la tipologia degli operatori professionali coinvolti.
Infine, pur connotandosi come una “sperimentazione”, il servizio non è inteso
come estemporaneo. E’ già attivato, infatti, l‘impegno per reperire le risorse
necessarie per consentire il proseguimento del servizio, secondo le modalità che
sembreranno più opportune, anche dopo la sua fase di sperimentazione.
Presentazione del servizio
obiettivi del progetto: la finalità fondamentale è quella di
costruire dei percorsi di accompagnamento nella quotidianità, in primo luogo
sostituendo la madre per alcune ore del giorno nei momenti in cui lavora, e in
secondo luogo supportandola in modo da migliorare e valorizzare la sua capacità
di svolgere le quotidiane incombenze di cura e di accudimento. Le prestazioni
previste sono eminentemente:
accudimento di minori con l’aiuto di volontari e/o baby-sitter;
ascolto, informazione, orientamento e accompagnamento alle madri
relativamente ai servizi e alle opportunità presenti sul territorio.
a chi si rivolge: il progetto è rivolto a donne sole con figli minori
(da zero a dieci-undici anni, fino al completamento delle scuole elementari),
che per ragioni oggettive, a partire dai loro impegni di lavoro o dalla loro
“fragilità” sociale, sono in difficoltà nell’assolvere i compiti genitoriali di
accudimento e di cura e che, per condizione reddittuale, non possono ricorrere
al mercato privato (baby-sitter), quindi trovano assai difficile conciliare il
ruolo genitoriale con quello lavorativo.
apertura e funzionamento: il servizio nella sua fase sperimentale
sarà attivo da settembre 2006 a giugno 2007.
Il suo riferimento principale è il Centro per le famiglie, sede
del servizio e struttura in cui avverranno i colloqui tra la “mediatrice
familiare” e le mamme, ma soprattutto lo spazio ideale di condivisione,
valutazione e progettazione.
L’apporto principale sarà fornito dall’associazione Il Girasole -
Associazione famiglie affidatarie, che, attraverso l’aiuto prezioso di
un’operatrice coinvolta nel progetto, avrà il compito di definire la
programmazione operativa delle attività delle baby sitter professionali e dei
volontari coinvolti nell’impegno di accudimento. Tali compiti verranno svolti in
stretta collaborazione con la figura di principale riferimento del progetto, la
“mediatrice familiare”.
Peculiarità specifiche:
La metodologia della programmazione e della concreta traduzione operativa
sarà caratterizzata dal lavoro d’équipe, che ha già ispirato il
percorso di progettazione e di coinvolgimento finora compiuto e che avrà come
suo perno la mediatrice familiare, gli operatori del Girasole e del Comune
coinvolti nel progetto.
Altre caratteristiche del servizio:
temporaneità del supporto offerto;
attenzione mirata al minore nell’elaborazione del “progetto individuale” e
nelle scelte complessive, garantite anche dalla supervisione del Servizio
Affidi;
realizzazione di una organica e sempre aggiornata mappatura di tutte
le realtà associative e di tutte strutture, pubbliche o private che in città
svolgono funzione di cura e accudimento per minori (nidi, micronidi,
nidi-famiglia, centri gioco, ludoteche…): è necessario conoscerne il
funzionamento generale, i requisiti di accesso, gli orari, i costi…, in quanto
costituiscono proprio le risorse territoriali a cui in primo luogo far
riferimento. Sarà quindi valutata caso per caso e concretamente sperimentata
l’ipotesi di un loro coinvolgimento nel servizio.
Informazioni
Il Centro per le famiglie è in via Brescia 94 a Cremona.
Telefonare:
il giovedì mattina dalle 9,30 alle 12,30 al numero 0372 433176;
il lunedì dalle 9,30 alle12,30, il martedì e il mercoledì dalle 15.00 alle
18.00 al numero telefonico 334.6604128