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15 Settembre, 2002
PRESENTATO IL LIBRO "VICENDE D'EPOCA"
Presenti il Sindaco Gian Carlo Corada, il Segretario Generale del Comune

PRESENTATO IL LIBRO "VICENDE D'EPOCA"

Presenti il Sindaco Gian Carlo Corada, il Segretario Generale del Comune
di Cremona, Vincenzo Filippini, l'on. Luciano Gelpi, Presidente della
sezione Lombardia dell'AGEA (Agenzia per la gestione dell'Albo dei
Segretari Comunali e Provinciali), e Pietro Bonomi, questo pomeriggio,
nella Sala dei Quadri di Palazzo Comunale, è stato presentato il libro
"Vicende d'Epoca -1911-1953 - Un segretario comunale racconta".
Il volume raccoglie le memorie di Gino Bonomi, per quarantadue anni
segretario comunale nei Comuni di Genivolta e Casalmorano. Sarà
piacevole constatare, leggendo le sue testimonianze, come, in contesti
diversi, la situazione, le emozioni, gli stati d'animo ritornino,
rendendo le "vicende d'epoca" una testimonianza ancora attuale. Si
tratta di racconti curati ed attenti, uno spaccato inedito di vita
pubblica locale tra le due guerre del Novecento, scritti da un uomo
ligio al proprio ruolo, ma libero e sensibile.
Gino Bonomi nasce a Trigolo (Cremona) nel 1888 e scompare a Gussago
(Brescia) nel 1980. Dottore in Giurisprudenza, esercita per quarantadue
anni la professione di segretario comunale nei Comuni di Genivolta e
Casalmorano, conciliando in modo singolare il disciplinato ritmo della
professione con l'estrosità di una produzione poetica varia ed originale
legata al Futurismo (figura infatti tra i "Cervelli del Movimento
Futurista" diretto da Filippo Tommaso Marinetti, che ne apprezza il
genio e l'originalità di pensiero, dedicandogli una bella prefazione al
"Romanzo Vegetale" pubblicato nel 1923).
Poeta, scrittore, giornalista, dallo spirito sfrenato ed impetuoso, Gino
Bonomi ama la vita che sente quale desiderio dell'aperto in un diretto
rapporto con la natura ed il suo universo vegetale ed animale del quale
ne è acuto osservatore (l'antologia poetica "Le Istantanee" del 1970 ne
è fedele testimonianza).
Dopo la pubblicazione de "Il Villaggio" (Cremonabooks 2002 -- documento
di vita e d'ambiente della Padania), "Vicende d'Epoca", attraverso una
sfumata ma densa biografia professionale, ci consegna una nuova
testimonianza storica delle difficili e tragiche situazioni vissute
dalla popolazione del nostro territorio durante due conflitti mondiali,
allora che, il susseguirsi di eventi, incertezze e mutamenti politici,
mettevano a dura prova la capacità e l'esperienza del segretario
comunale lasciato spesso unico rappresentante responsabile della vita
pubblica.
"Ed in tali tragici frangenti - scrive il figlio Pietro
nell'introduzione -- che la professione, sconfinando ben oltre il ruolo
istituzionale, diventa missione da compiere con sensibile umanità e zelo
al servizio della comunità, bisognosa di un riferimento concreto, che
mio padre, da uomo libero, ha sempre inteso dare nel corso della sua
lunga carriera rimasta ferma sul primo gradino - che è l'ultimo -- del
grado iniziale della scala ascensionale dell'impiego".

INRODUZIONE AL LIBRO DEL SINDACO GIAN CARLO CORADA

Le memorie che narrano vicende di vita quotidiana scritte non da autori
di professione, ma dagli stessi protagonisti hanno un carattere
inconfondibile che, talvolta, sopperisce allo stile magari un po'
artigianale dell'opera.
Nel caso  di  "Vicende d'Epoca" di Gino Bonomi, oltre all'interesse
documentaristico e di testimonianza dei fatti narrati, rimarchevole è,
invece, pure lo stile accurato, che denota l'esistenza di una cultura
della scrittura coltivata nel tempo e che ha avuto modo di costruirsi
attraverso produzioni letterarie significative.
Gino Bonomi, per 42 anni segretario comunale nei Comuni di Genivolta e a
Casalmorano, è stato infatti anche scrittore, giornalista, poeta e
figura di spicco del movimento "futurista". Quest'ultima connotazione lo
rende particolarmente interessante. Dopo l'adesione al manifesto
futurista, diventa amico di Marinetti che lo elogia ed incoraggia
nell'impresa letteraria: "Il suo spirito è sfrenato - scrive il leader
del Futurismo -. Non corregge, non rilegge. Ciò che dalla sua penna esce
sovrabbondante e diluito non è riducibile, né intensificabile".
Di fatto Bonomi è uno scrittore alacre e fecondo, ha scritto tantissime
opere, molte edite, molte inedite. Nelle espressioni più pure, quelle
più vicine al desiderio primigenio di fare letteratura e di comunicare,
si stempera l'ammiccamento politico al Fascismo, affermandosi la
naturale, umana voglia di comprendere e inserirsi nel proprio tempo: in
questo contesto collocherei Gino Bonomi. Parliamo di un talento libero,
che ha assorbito la lezione marinettiana, ma che non è neppure troppo
distante da Carducci, Gozzano, Corazzini, Palazzeschi: un autore schivo,
che amava scrivere per il piacere di scrivere; un autore non abbastanza
ricordato, sebbene apprezzato dai contemporanei.
Anche per queste ragioni, quando il figlio dell'autore, Pietro Bonomi,
mi ha consegnato il manoscritto del padre, ho ritenuto che sarebbe stato
bello poterlo pubblicare e farlo conoscere, così da rendere giustizia ad
un dirigente pubblico che ha svolto i suoi non semplici compiti in un
periodo storico davvero tormentato, ma per questo senza venire meno al
suo forte senso del dovere, alla sua dedizione.
Ora, grazie alla disponibilità ed alla generosità del Segretario
Generale del Comune di Cremona, Vincenzo Filippini, l'impresa che
all'inizio pareva incerta e di difficile attuazione è stata condotta in
porto. Questo non può che farmi piacere perché con l'interessante
testimonianza di Gino Bonomi -- uno spaccato inedito davvero godibile
della vita pubblica locale tra le due guerre del Novecento scritta da un
uomo ligio al proprio ruolo ma nello stesso tempo sensibile e libero --
si contribuisce ad arricchire le fonti di conoscenza delle vicende della
nostra terra.
Nel ringraziare Pietro Bonomi, amorevole custode delle opere e della
vita del padre, per la tenacia con la quale ha perseguito un giusto
fine, esprimo sincera gratitudine al Segretario Generale Vincenzo
Filippini per il senso civico e l'altruismo di cui ha dato prova nel
destinare parte dei proventi del legato Magni perché questo manoscritto
potesse conoscere l'onore della stampa.
Infine, un doveroso ringraziamento all'on. Luciano Gelpi, Presidente del
Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia Regionale per la Gestione
dell'Albo dei Segretari Comunali e Provinciali, per l'interesse
dimostrato nei confronti di questa iniziativa e per il sostegno offerto
a favore della diffusione del libro.

INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE VINCENZO FILIPPINI

Saluto e ringrazio il Signor Sindaco, l'On.le Gelpi, Pietro Bonomi e
prima di dimenticarmi lo staff del Comune con in primis la dott. Iotta
che ci ha permesso di varare l'opera che presentiamo stasera, ma anche
la Linograf snc di Cremona che ha lavorato con grande professionalità
per la stampa del volume. Non voglio e posso dimenticare anche un certo
signore vissuto nel 19° secolo, Fulvio Magni, che per il grande senso di
rispetto delle istituzioni e della figura centrale del Segretario
Comunale, ha permesso con il suo lascito, mai avrebbe immaginato qualche
secolo dopo,  questa iniziativa.
Oggi è una bella serata credo per tutti noi ma, in particolare, per quel
gruppo di uomini e donne operatori della Pubblica Amministrazione che
sono i Segretari Comunali e Provinciali.
Presentando questa opera  frutto della capacità e intelligenza di un
collega Segretario, Gino Bonomi, celebriamo e rendiamo merito ad una
figura, quella del Segretario, che sin dal 1865 è un protagonista della
vita dei nostri Comuni e delle nostre Provincie.
Alessandro Corso nel " Nuovo commento alla Legge Comunale e Provinciale
del 4  maggio 1898 n. 164 edito a Napoli nel 1900 e che avrà magari
accompagnato il collega Gino nel suo percorso di lavoro, così si esprime
sul Segretario Comunale: è il perno dell'Amministrazione Comunale in
quanto che se al Sindaco corre il dovere di ordinare, provvedere,
disporre, ed alla Giunta e al Consiglio deliberare, al Segretario rimane
il peso del da fare.
Trovo questo passaggio, nella sua essenzialità e semplicità,
mirabilmente esaustivo e chiaro... il peso del da fare.... Quanti di noi
Segretari possono, prendendo spunto da questa frase, ripercorrere le
tappe del loro impegno negli enti in cui hanno operato e stanno
operando, i mille e mille aspetti e momenti di difficoltà, di dubbi, le
giornate e le nottate trascorse tra pratiche, riunioni, incontri.
Il peso del da fare... è quello che si percepisce bene leggendo "Vicende
d'epoca" che ci rappresenta alcuni fotogrammi di una vita spesa
dall'autore a stretto contatto con la gente, i suoi problemi, le
condizioni di vita difficile, le paure, le speranze, la voglia di
sopravvivere, la mitezza delle persone semplici, la drammaticità di
frammenti di vita vissuti quotidianamente in condizioni spesso proibitive.
Ma il peso del da fare accompagna i Segretari Comunali da sempre.
Cambiano gli scenari, mutano i contesti, si sfornano copiose le
produzioni normative spesso sempre più intricate o schizofreniche, ma
credo che il Segretario Comunale sia sempre, soprattutto nei piccoli e
medi centri, un perno dell'ente locale con il peso degli adempimenti da
porre in essere per affrontare problematiche sempre più complesse,
rapporti e relazioni ogni giorno più intricati.
Per questo è sempre più importante che operatori così "solitari" trovino
sempre momenti di incontro e di confronto, una spinta all'aggregarsi in
azioni comuni siano esse di crescita formativa, indispensabile e che non
deve mai mancare, che sindacali, soprattutto in un momento come questo
dove sono molti gli aspetti della professione che possono più dividere
che unire.
Quella del Segretario è una figura che la storia ci ha sempre
rappresentato come uno snodo importante nella gestione di Comuni e
Provincie, il punto di collegamento tra mondi e prospettive diverse
nell'ambito degli enti più periferici e con ciò più vicini alla gente,
titolari di un ruolo in molti aspetti "ibrido", ma in grado di produrre
amministrazione attiva, vera, questa figura dicevo che è stata spesso la
rappresentazione dell'operosità costante e determinante, ma silente,
fuori dai riflettori, ma che la gente ha sempre riconosciuto come uno di
loro, un preciso punto di riferimento.
Gino Bonomi al momento della partenza dopo quattordici anni dal primo
Comune precario, anche in questo vedete non è cambiato granché, per
prendere finalmente possesso della sua nuova casa e del posto questa
volta fisso di Segretario commenta così questa immagine: " Questa povera
gente, assente, timorosa, proibita, intimidita mi sentivo e vedevo
addosso e che mi accompagnava col pensiero!".
Dicevo che è una bella serata per noi Segretari in servizio ma anche per
quei colleghi già in pensione che saluto caldamente e che abbiamo
invitato per condividere con noi questa presentazione.
Credo che i Segretari siano stati, siano e saranno, ne sono convinto,
punti strategici di questo mondo delle Autonomie. Ma per questo abbiamo
dovuto spendere il meglio di noi stessi, nel non sempre facile rapporto
con gli organi politici, nel supportare  scelte a volte rischiose, nel
fornire la massima collaborazione a tutti, ma anche accettare di
cambiare pelle, a formarci anche una cultura della gestione nel rispetto
e in conformità con l'azione amministrativa, a metterci in gioco, sempre.
I risultati poi con la forza delle idee e dell'impegno alla lunga
arrivano. Come, buon ultimo, il disegno di legge Delega del Codice delle
Autonomie varato dal Consiglio dei Ministri il 16 marzo scorso e che
aveva già ricevuto il parere favorevole, importante e decisivo, di
Regioni, Provincie e Comuni nella Conferenza Unificata dell'8 marzo
scorso. All'articolo 2 comma 4 lettera cc) si da l'indirizzo perché vi
debba essere nei Comuni e Provincie un'unica figura apicale che
garantisca la distinzione e il raccordo tra gli organi politici e
l'Amministrazione, nonché il coordinamento unitario dell'azione
amministrativa per assicurare il buon andamento e l'imparzialità
dell'Amministrazione in attuazione dell'articolo 97 della Costituzione.
In altre parole l'attuale figura del Segretario che assomma in sé le
funzioni di Direttore Generale.
Il nostro è un ordinamento comunque complesso e la nostra figura ha
sempre vissuto questo travaglio. Lo sapeva bene Gino Bonomi già al tempo
in cui prestava la sua attività in terra cremonese e ce lo ha comunicato
nei suoi racconti con realismo e freschezza.
Non va nemmeno sottaciuto che la cultura cremonese, i politici e gli
amministratori locali hanno sempre ribadito la centralità del ruolo del
Segretario creando essi stessi le condizioni adeguate perché la sua non
facile attività potesse compiersi in un contesto di garanzia della
dignità professionale.
Di questo dobbiamo sicuramente darne atto e trasmettere questi messaggi
anche alle nuove generazioni di colleghi perchè, lavorando con
caparbietà e nel massimo impegno, possano anch'essi sentirsi sempre più
facenti parte e coinvolti in queste comunità nelle quali hanno la
fortuna di poter esprimere la propria capacità e professionalità.
Nella presentazione, e voglio concludere con questa riflessione, dicevo
che cambiano gli scenari della vita e del nostro scrivere le pagine del
nostro impegno nel lavoro, ma la forza delle idee e lo sforzo per il
bene comune, così ben evidenziati dall'autore di "Vicende d'epoca",
devono trovare in tutti noi, nei rispettivi ruoli ricoperti la forza
propulsiva necessaria per crescere e migliorare sempre offrendo alla
nostra comunità il meglio di noi. Grazie.

Cremona, 22 marzo 2007

 


       



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