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15 Settembre, 2002
Un po' di chiarezza e razionalità nel polverone mediatico *Speciale*
La nomina del generale di corpo d'armata Roberto Speciale a consigliere della Corte dei Conti era una 'diminutio', tanto che l'interessato l'ha rifiutata.

La nomina del generale di corpo d'armata Roberto Speciale a consigliere della Corte dei Conti era una 'diminutio', tanto che l'interessato l'ha rifiutata.

Cosi' ieri sera i politici di centrosinistra avrebbero dovuto rispondere agli esponenti del centro-destra che hanno rilevato una contraddizione tra il giudizio negativo espresso dal governo sul comandante generale del Corpo della guardia di finanza ed il contestuale avvio della procedura per la sua nomina a consigliere della Corte dei conti.

Infatti, oltre ai primi referendari della Corte dei conti, possono essere nominati 39 consiglieri non provenienti dalla magistratura contabile, che diventano consiglieri della Corte dei conti su richiesta motivata del Consiglio dei ministri, previo parere del consiglio di presidenza della Corte dei conti, purche' siano funzionari dello Stato con la qualifica di direttore generale o di ispettore generale (in questo secondo caso con non meno di tre anni di anzianita'), oppure siano estranei alle amministrazioni dello Stato che, per attivita' svolta o gli studi giuridico-amministrativo-contabili compiuti, e per le doti attitudinali e di carattere, posseggano piena idoneita' all'esercizio delle funzioni.

Per chi vuole documentarsi, le norme applicabili sono: il decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 1977, n. 385; l'articolo 7, terzo comma, del testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214; l'articolo 2 del decreto legislativo luogotenenziale 14 luglio 1945, n. 430.

Per un generale di corpo d'armata, comandante generale della guardia di finanza, essere proposto dal Consiglio dei ministri alla funzione di consigliere della Corte dei conti (peraltro sottoposto al parere del consiglio di presidenza della Corte dei conti), sebbene si tratti di qualifica equipollente, certamente (con tutto il dovuto rispetto per i consiglieri della Corte dei conti) significa accettare una funzione inferiore e quindi una 'diminutio' rispetto a quella di partenza.

D'altra parte, il Consiglio dei ministri non poteva semplicemente limitarsi a nominare il generale di corpo d'armata Cosimo D'Arrigo alla funzione di comandante generale del Corpo della guardia di finanza, inviando una lettera di licenziamento (diciamo il 'congedo anticipato' o lo 'scivolo') al comandante in carica e qualcosa doveva prospettargli, anche da un semplice punto di vista di 'diritto del lavoro'.

Ne' il Consiglio dei ministri poteva congedare il generale Speciale con ignominia, denunciandolo alla procura militare per qualche delitto, perche' di delitti il generale Speciale non ne aveva commessi: non e' reato essere in disaccordo con il governo, benche' sia lecito che il governo scelga generali con cui va d'accordo.

Ed e' necessario che un generale vada d'accordo con il governo, poiche' in una democrazia il popolo e' sovrano, il Parlamento lo rappresenta e vota la fiducia al governo, quindi il governo deve comandare ed i generali devono obbedire.

Se un cittadino del popolo, o un membro del Parlamento sovrano, o un membro del governo, commette un delitto, il compito di indagarlo e di giudicarlo spetta alla magistratura e non alla guardia di finanza, per cui il generale Speciale 'deve' inviare le notizie di reato alla procura della Repubblica, e 'non deve' avviare iniziative autonome di inchiesta e di formazione di prove (registrazioni, viva voce, ecc.), che competono alla magistratura, di cui le forze armate e le forze di polizia sono solo il braccio esecutivo.

Infine, nulla di tutto questo puo' e deve avere a che fare con i 'servizi segreti', poiche' una cosa e' il segreto dell'indagine in tutte le sue fasi, che compete ad ogni magistratura, una cosa e' il segreto d'ufficio, che compete a molti impiegati e funzionari pubblici, compresi i militari, ed una tutt'altra cosa sono le attivita' dei servizi segreti, che possono andare oltre i normali limiti imposti agli altri apparati dello Stato, purche' nel rispetto del proprio ordinamento e sotto la diretta responsabilita' del governo.

Insomma, qualunque cosa avesse in mente il generale Speciale, anche se in buona fede, ha agito nel modo sbagliato, lasciando adito a far pensare a molti che avesse perso di vista il primato spettante all'organo di governo politico del Paese, magari contando su altri appoggi.

Ma questo il governo non lo ha pensato, aveva il dovere di non pensarlo, quindi ha semplicemente esercitato le sue prerogative ed ha scelto un nuovo comandante della guardia di finanza, tentando di inviare Speciale a fare il consigliere della Corte dei conti: una 'diminutio' che il generale Speciale non ha voluto accettare, interrompendo cosi' di fatto il procedimento di nomina.

Spero quindi che il consiglio di presidenza della Corte dei conti non voglia perdere tempo a prendere in esame la proposta del governo concernente il generale Speciale, visto che manca l'adesione dell'interessato.

cittadino Covello

dalla newsletter *Spaziolibero* 


       



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