15 Settembre, 2002
«Dimissioni protette»
Importante iniziativa a favore delle persone dimesse dall’ospedale: un documento approvato dall’assemblea dei sindaci del distretto
L'Assemblea distrettuale dei Sindaci del Distretto di Cremona, presieduta dal
Sindaco Gian Carlo Corada, ha approvato il documento "Dimissioni protette e
continuità delle cure a sostegno della
domiciliarità" ASL -- Comuni Distretto di Cremona.
Come hanno avuto modo di spiegare il Presidente Corada e la dottoressa Paola
Mosa, Direttore Servizio ASSI Distretto ASL di Cremona, le molteplici
problematiche dell'età senile richiedono di essere affrontate in una logica di
integrazione dei servizi sociali, sanitari e socio-sanitari collegati in un
sistema a rete che ha come nodo centrale l'anziano e la sua famiglia. La
famiglia diventa anzi l'attore principale di questa politica innovativa e
qualificata che valuta la fragilità non più come condizione del singolo, ma come
problematica del nucleo famigliare. Risulta pertanto fondamentale favorire una
maggiore integrazione tra l'area socio-sanitaria, il sistema dei servizi sociali
e l'area dei servizi ospedalieri.
In quest'ottica si inserisce il protocollo "Dimissioni protette e continuità
delle cure a sostegno della domiciliarità", che vede la promozione di azioni
rivolte a target specifici di popolazione e/o di bisogni.
La dimissione dall'ospedale rappresenta, dal punto di vista clinico, la
conclusione della fase acuta della malattia ed il conseguente passaggio dalla
gestione della salute del cittadino al professionista che ne è titolare, cioè il
medico di Medicina Generale. Questo passaggio si sta caratterizzando per un
trattamento delle acutezze sempre più breve, con conseguente dimissione sempre
più precoce che richiede, da parte delle strutture dei servizi presenti sul
territorio, un subentro tempestivo di attività per assicurare una continuità
delle cure.
Per dimissioni protette si intende quindi l'organizzazione di interventi
integrati di tipo sociale, sanitario e socio-sanitario mirati a rafforzare
l'autonomia dell'individuo e del suo contesto famigliare, e a mantenere il più
possibile la persona nel proprio ambiente di vita.
La dimissione protetta ha lo scopo di accompagnare la persona nel passaggio
dall'ospedale al territorio, per limitare i disagi ed ulteriori sofferenze e nel
contempo permettere alla famiglia di essere supportata nella gestione del
paziente e nell'organizzazione delle sue risorse.
Questa progettualità si fonda dunque sul presupposto della permanenza della
persona nel proprio ambito domiciliare e nella rete delle relazioni affettive e
sociali garantite anche dalla presenza di servizi territoriali.
I destinatari privilegiati di questa fase iniziale di sperimentazione sono gli
anziani ricoverati in reparti ospedalieri, esposti a maggior rischio di
fragilità psico-socio-sanitaria e per i quali si renda necessario un percorso di
accompagnamento nella dimissione. Per queste persone si prevede la possibilità
di un rientro al proprio domicilio e non, invece, il passaggio diretto in
strutture residenziali, coinvolgendo in questo percorso l'Azienda Ospedale, il
medico di Medicina Generale, l'assistente sociale territoriale, l'Ufficio di
Piano e l'ASL (Consultorio famigliare integrato).
 
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