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 Cronaca

15 Settembre, 2002
Segreteria PD: Sarfatti dichiara la propria disponibilità
Le motivazioni e gli obiettivi della candidatura - Presente a Cremona, venerdì 7 settembre la presentazione della lista *Rinnoviamo la politica*

Venerdì 7 settembre alle ore 21, presso la Sala Conferenze di Palazzo Cattaneo in via Oscasali, 3 a Cremona, presentazione delle decisioni assunte da APD Lombardia e dal suo Presidente Riccardo Sarfatti - che sarà presente alla serata - in vista delle elezioni dell'Assemblea Costituente nazionale e regionale e dei segretari nazionale e regionale del 14 ottobre

Il Comitato promotore provinciale della lista "Rinnoviamo la politica", condividendo le motivazioni che hanno suggerito martedì scorso al Coordinamento regionale dell'APD Lombardia di chiedere con successo al Consigliere Riccardo Sarfatti, portavoce dell’Unione in Consiglio regionale, di candidarsi alla segreteria regionale del Partito Democratico, sente importante l'urgenza di fare argine, con una presenza non conflittuale ma di arricchimento democratico, al forte disagio nel mondo riformista esterno ai partiti tradizionali per almeno tre carenze pesanti nel dibattito in corso: di stringenti analisi che facciano da elementi di partenza per una riflessione profonda sul muro che si è creato tra cittadino e partiti e che è da abbattere; di una seria ricerca, seppure dialettica, sul come costruire un nuovo soggetto politico culturalmente più avanzato, più aperto alla società, capace di dare le risposte più adeguate ad una società in frenetico mutamento e caratterizzato da rinnovate prassi e comportamenti; dello sviluppo di tematiche che siano particolarmente sentite nelle regioni chiave per il futuro dello sviluppo del paese e per le fortune dello stesso centrosinistra, come la Lombardia, collaudato ed antico laboratorio politico nazionale.

Quello che la lista e la candidatura alla segreteria regionale con la loro scelta garantiscono inoltre è la riapertura, almeno in Lombardia, del percorso di contaminazione culturale, che è la grande scommessa per l'innovazione della nuova forza politica e che candidature di sola espressione Ds e Margherita potrebbero svilire. Il Comitato promotore, chiede quindi a tutti coloro che guardano con interesse e partecipazione al processo di formazione del nuovo partito un gesto di generosità e di coraggio dando la propria disponibilità alla candidatura per l’Assemblea Costituente per il Partito Democratico per la lista “Rinnoviamo la politica”. Questa dovrà comprendere 10 nominativi per ognuno dei tre Collegi elettorali della provincia di Cremona (per ulteriori chiarimenti telefonare allo 0372/25659). Tale disponibilità, che dovrà misurarsi in un pubblico sorteggio con quella di altri, è facilmente segnalabile entrando nella home page del sito www.rinnoviamolapolitica.org dove nella parte sinistra potrete trovare il link “CANDIDATI ANCHE TU”.

Cliccando sulla scritta si presenterà una videata che andrà letta e completata con le vostre generalità, che mai saranno usate per fini diversi da quelli legati alla vostra candidatura. Infine, cliccate sul lungo tasto finale “Condivido il Manifesto - Accetto la candidatura - Invio i dati”.

Grazie ed al piacere di vedervi domani, venerdì 7 settembre alle ore 21, a Cremona alla Sala Conferenze di Palazzo Cattaneo di via Oscasali, 3.

Il Comitato promotore provinciale della lista "Rinnoviamo la politica"

***

Sarfatti disposto a candidarsi per la Segreteria regionale lombarda del PD

COMUNICATO STAMPA

Riccardo Sarfatti, presidente dell’Associazione per il Partito democratico – Lombardia, annuncia la sua disponibilità alla candidatura per la Segreteria Regionale lombarda del futuro Partito democratico.

La decisione è maturata dopo il via libera ottenuto dal Coordinamento Regionale dell’Associazione da lui presieduta. In linea con le decisioni adottate nel luglio scorso, relative al progetto di formazione di liste regionali, che privilegino il rinnovamento della politica.

L’annuncio comprende la richiesta a tutte le componenti del centrosinistra lombardo, partiti, associazioni, intellettuali e cittadini, nonché ai candidati alla Segreteria nazionale del Partito democratico, di valutare l’utilità di tale disponibilità, nel quadro attuale del percorso di avvicinamento alla nascita del partito nuovo.

“Partecipazione ed entusiasmo”, ha detto Sarfatti, “devono rimanere le colonne portanti di ogni nuovo ‘stato nascente’. Il lavoro fin qua svolto con l’Associazione per il Partito democratico, vuole testimoniarlo con forza. Continueremo, pertanto, ad impegnarci affinché le Assemblee Costituenti siano composte da un ampio ventaglio di delegati, che vada ben oltre le attuali e tradizionali rappresentanze politiche. In esse non potranno mancare donne e uomini, giovani ed anziani, che rappresentino volti, storie, ed esperienze personali davvero nuovi per la politica”.

“In Lombardia la soggezione verso il formigonismo”, ha continuato Sarfatti, “ha reso difficile la sintonia tra la proiezione di un’avanzata modernità e la compresenza di un grande disagio sociale. Qui, assai più che altrove, l’innovazione della politica è fatto decisivo per il futuro della regione”. Per troppo tempo è stata smarrita la fiducia e la convinzione della capacità di proposta e realizzazione di progetti di ampio respiro, fondati sui grandi valori della cultura democratica e riformista”.

“Oggi sono di nuovo in tanti a guardare verso di noi”, ha concluso il presidente Sarfatti, “sono certo che la Lombardia, in una logica federale del partito nuovo, potrà tornare a svolgere un ruolo di grande laboratorio politico e culturale. Utile a sé stessa e all’intero Paese. In particolare, per la riconciliazione tra centrosinistra ed elettori lombardi, che mi rifiuto di ritenere irrecuperabili ai grandi valori della solidarietà, dello sviluppo, della qualità, della laicità e del merito. Un laboratorio per un progetto alternativo al centrodestra, nella prospettiva di assetti istituzionali rinnovati e in una logica maggioritaria e bipolare”.

***

Riccardo Sarfatti: Perché sono disponibile alla candidatura per la Segreteria Regionale lombarda del futuro Partito democratico

L’accelerazione di Ds e Margherita verso il nuovo Partito Democratico ha vivacizzato il panorama politico italiano e ha creato le condizioni per una forte innovazione nella politica. Un’occasione decisiva ed importante per il Paese, ma vitale per il futuro benessere politico della Lombardia.

Da quasi 15 anni in Lombardia governa il centrodestra e lo stesso avviene per Milano. Una realtà politica che è l’evidente testimonianza di come i grandi processi di trasformazione sociale ed economica siano rimasti, nei fatti, distanti dalla capacità di analisi delle forze del centrosinistra. Rivelando la debole e inadeguata risposta fornita alla domanda proveniente dal mondo del lavoro a quello dell’impresa, dall’artigianato al commercio, dalle professioni al lavoro autonomo, dai servizi al disagio sociale, dalla cultura all’ambiente.

Non avrebbe alcun senso, oggi, perdersi nella ricerca di responsabilità individuali o di parte. Così come non ha alcun senso predicare l’antipolitica e il conflitto permanente con i partiti politici. Nei territori del Nord il problema tocca l’intera collettività del centrosinistra e riguarda, se pure in forme e modi diversi, partiti, associazioni, intellettuali, settori di società civile.

Tra ceto dirigente del centrosinistra e elettori lombardi sono mancati quadri politici capaci di intercettare le esigenze nuove e di portarle all’interno della politica, per dare forza e vigore ad un progetto di sviluppo alternativo e diverso da quello formigoniano e leghista. Troppe volte e troppo spesso è mancata la fiducia e la convinzione nella possibilità di proporre e attuare progetti di ampio respiro, fondati sui grandi valori della cultura democratica e riformista.

Le forze vive del contesto sociale ed economico richiedevano risposte, che dovevano essere date a loro così come a quella progressiva e crescente emarginazione sociale, accentuata dai grandi flussi di immigrazione, prodotti dalla globalizzazione incalzante, ma anche da oggettive necessità di economia interna.

In realtà i quadri politici del centrosinistra sono stati spesso deboli in entrambe le direzioni, troppo concentrati in logiche auto-referenziali, che hanno portato ad attribuire un peso eccessivo alla cura del posizionamento e dei rapporti tra le diverse e frazionate organizzazioni.

In Lombardia la soggezione verso il formigonismo ha reso difficile la sintonia con una realtà caratterizzata dalla stretta compresenza di aspetti di avanzata modernità e di grande disagio sociale. Qui, assai più che altrove, l’innovazione della politica è perciò fatto decisivo per il futuro della regione. Ma anche per il Paese, dato il ruolo e il peso che la regione stessa ha nel contesto europeo e mondiale.

L’attuale fase di nascita del Partito Democratico, con le elezioni del 14 di ottobre e con la formazione delle Assemblee Costituenti, nazionale e regionale, dovrà essere caratterizzata dalle due colonne portanti di ogni nuovo “stato nascente”: partecipazione ed entusiasmo.

Sarebbe imperdonabile sottovalutare il rischio di una scarsa affluenza ai seggi elettorali e, ancor di più, che le Costituenti non siano già esse formate da un ampio ventaglio di delegati, che vada ben oltre le attuali e tradizionali rappresentanze politiche. In entrambe le Costituenti non potranno mancare donne e uomini, giovani e anziani, che rappresentino volti, storie, esperienze personali davvero nuovi per la politica.

Anche il rinnovo dei ceti dirigenti è percorso riformista. Contendibilità delle leadership e loro rinnovamento devono essere la cifra del partito nuovo. Ma sbaglierebbe gravemente chi presupponesse “sostituzioni pesanti” dei ceti dirigenti attuali. Se la responsabilità di quanto successo è responsabilità collettiva, ora la priorità è consentire l’innesto di persone nuove, che portino alla politica gran parte di quanto, per lunghi anni, ne è rimasto fuori. Ci sono le condizioni perché ciò possa realizzarsi col voto popolare del 14 di ottobre, ma non è scontato che ciò avvenga.

Ampia riconoscenza va riservata a DS e Margherita per la storica decisione di andare oltre sé stessi. E altrettanto va fatto nei confronti di Walter Veltroni, che per primo ha fornito la sua disponibilità per la candidatura alla guida del partito. Così come a Rosy Bindi (unica donna nell’intera contesa) e a Enrico Letta, che con pari generosità hanno deciso di animare il confronto, arricchendolo e qualificandolo col loro contributo. Sino ad oggi, però, non è apparsa un’analoga ampia disponibilità per la guida del PD in Lombardia. Appare, anzi, che nella proposta dei dirigenti regionali di un’unica candidatura congiunta, vi sia un ricompattamento, sul piano locale, dei due partiti e delle loro correnti interne. Che non depone a favore di quel percorso di scomposizione e riaggregazione che, invece, è linfa vitale per l’innovazione di una forza politica nuova.

Che ciò avvenga nel territorio che più di ogni altro necessita di un forte segnale di discontinuità, temo possa smorzare quegli entusiasmi che bisognerebbe tenere vivi, per accompagnare il processo innovativo. Pertanto, in linea con le decisioni adottate dall’Apd Lombardia nel luglio scorso, relative alla proposta di formazione di liste che privilegino il rinnovamento della politica, ritengo opportuno di dichiarare, ora, la disponibilità perché, entro il 12 settembre, sia formalizzata la mia candidatura alla Segreteria Regionale del Partito Democratico.

Metto cioè nuovamente a disposizione la mia esperienza, maturata fuori dalla politica, ma poi completamente dedicata ad essa, successivamente alla mia candidatura alla Presidenza della Regione Lombardia, sostenuta da tutte le forze politiche del centrosinistra nelle elezioni regionali del 2005.

Chiedo a tutte le componenti del centrosinistra lombardo, partiti, associazioni, intellettuali e cittadini di valutare l’utilità di tale disponibilità nel quadro attuale. Lo chiedo a quel vasto mondo dei non iscritti agli attuali partiti politici, che sono interessati e desiderosi di fornire il proprio apporto alla politica in una prospettiva di vero e profondo rinnovamento, potendo essere, essi stessi, protagonisti decisivi del cambiamento. Lo chiedo, nel contempo, ai candidati alla segreteria Nazionale del nascente Partito Democratico. Lo chiedo a quelle forze attive operanti nel lavoro, nell’impresa, nella finanza, nelle professioni, che tanta parte possono avere per la effettiva ripresa di uno sviluppo di qualità nei nostri territori, e che sono da tempo lontane da un rapporto con la politica, ma che oggi comprendono le conseguenze negative di questa loro lontananza. Lo chiedo, infine, anche alle forze più coscienti del centro destra, che non si sentono rappresentate né dagli estremismi leghisti e berlusconiani, e neppure dal più sofisticato, ma provinciale formigonismo.

Nell’offrire la mia disponibilità, dichiaro sin d’ora la mia stima in Maurizio Martina, giovane segretario regionale dei DS, che unisce all’esperienza maturata all’interno del suo partito tutta la carica positiva della sua giovane età. Sarò felice di dare a lui tutto il supporto della mia esperienza, senza alcuna riserva mentale o di posizionamenti, che non ho, nel caso che sia egli il vincitore della competizione elettorale. In ogni caso, sulla base di un’autonoma posizione politica, mi adopererò perché si realizzino le condizioni della più ampia garanzia del confronto fra tutte le posizioni in campo.

Sono certo che la Lombardia, in una logica federale del partito nuovo, potrà svolgere un ruolo di grande laboratorio politico e culturale, utile a sé stessa e all’intero Paese, in particolare per la riconciliazione tra centrosinistra ed elettori lombardi, che mi rifiuto di ritenere irrecuperabili ai grandi valori della solidarietà, dello sviluppo, della qualità, della laicità, del merito, in una parola sola della libertà. Intesa come condizione per il mantenimento dell’autonomia e della realizzazione del progetto di ciascuno, per il miglioramento della qualità della vita complessiva, attuale e delle generazioni future. Come laboratorio per un progetto alternativo al centrodestra, nella prospettiva di assetti istituzionali rinnovati e in una logica maggioritaria e bipolare.

 


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