15 Settembre, 2002
Oscuri miracoli (di Roberto Brunelli su www.unita.it)
Sono tempi oscuri quelli che stiamo vivendo, vien da pensare guardando la tv. Se poi per caso è domenica, sembra di sprofondare in una nuova inquisizione versione catodica .....
Sono tempi oscuri quelli che stiamo vivendo, vien da pensare guardando la tv. Se poi per caso è domenica, sembra di sprofondare in una nuova inquisizione versione catodica, luminescente e postmoderna. Magari ti rimane impigliato il telecomando su Canale 5, dove c'è la «Buona domenica» di Paola Perego, e ti senti avvolgere da uno strano Medioevo in salsa esorciccio condito di orribili balletti e televoto a go go.
Si parlava di miracoli. Due fazioni in campo: una («credi nei miracoli?») capeggiata da quella nota studiosa di storia delle religioni che risponde al nome di Iva Zanicchi, l'altra («non credi nei miracoli?») guidata da una soubrette semisconosciuta che forse al suo attivo ha qualche reality show. Tra i sostenitori della lista Zanicchi, il giornalista esperto di satanismo e stimmate Piero Vigorelli, che con cipiglio diabolico spiegava che non c'è nessun contrasto tra fede e scienza. Tra i «laici» uno degli autori del programma, Cesare Lanza, difensore della moralità del teletrash, il cui teorema è che essendoci molta sofferenza nel mondo non può esserci Dio. Scatta il televoto e, zac!, ovviamente vincono i miracoli con oltre il 90 per cento dei consensi.
Ora, a parte il fatto che in confronto la «Domenica In» baudiana è l'emblema della laicità, non vogliamo affatto entrare nel merito della contesa. Ma rilevare il fatto che qualche canale più in là, su Teletevere, c'era uno che intervistava una ex strega (testuale), la quale si era redenta e anzi era diventata predicatrice per conto dello Spirito Santo. Poco dopo appariva l'uomo delle adunate miracolose, Benny Hinn, che dall'alto del suo incredibile riporto, toccava con la potenza del Signore una tale zoppa non più zoppa grazie al fuoco di Dio e che ora saltellava su e giù roteando le stampelle come faceva Chaplin col suo bastone da passeggio. Giusto appunto poche ore prima, al telegiornale dell'una, si parlava diffusamente del pontefice tedesco, il quale aveva dichiarato qualcosa da cui si capiva che l'embrione è sacro come l'uomo in coma, e pertanto se ne deduceva che l'aborto è una cosa molto brutta, un peccato mortale, un affronto a Dio.
Voi credete che si tratti di episodi isolati? Non è così. È sbagliato pensare che il modello televisivo di «Buona Domenica» sia tutt'altra cosa rispetto alla programmazione di «Trinity broadcasting network» su Teletevere, realizzata dai più spettacolari predicatori ultra kitsch d'America. Così come non è poi molto lontano, da tutto ciò, il Bruno Vespa delle puntate speciali su Padre Pio (anche lui esperto in fatto di miracoli) e su San Francesco d'Assisi, condite anche quelle di popstar e belle donne tutte comprese nella loro ritrovata spiritualità.
Il modello comunicativo, fondamentalmente, è lo stesso: un incessante martellamento che se ne frega della complessità delle possibili opiezioni, e che a forza di battere per via catodica su ogni nostro singolo neurone punta a modificare ogni nostra ipotetica opinione alternativa. In altre parole: se la televisione ci parla tutti i giorni di miracoli, dai maggiori canali nazionali, e ne parla continuamente, incessantemente, tra uno spot e l'altro, tra un balletto e l'altro, tra una puntata del Grande Fratello e l'ultima sanguinosa notizia in cronaca, non sarà che i miracoli son veri? Non sarà che la vita è sacra, che l'aborto è un peccato mortale? Non sarà che anche solo il dubitarne è sbagliato, dato il coro univoco volto a spostare ogni giorno un po' più in là il baricentro delle nostre convinzioni etiche?
Vien da pensare male: secoli di progresso, di pensiero razionale, di emancipazione triturati ogni giorno di più dalla monocultura televisiva per gettarci nelle fauci di un nuovo Medioevo. È solo un eccesso di pessimismo? Può darsi: ma è una reazione più che lecita, dopo un pomeriggio passato a guardare «Buona domenica».
rbrunelli@unita.it
 
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