15 Settembre, 2002
Piattaforma Confederale CGIL – CISL – UIL CREMONA.La concertazione sociale
Questo deve diventare un obiettivo strategico permanente delle forze politiche, sociali ed imprenditoriali perché condizione necessaria per uno sviluppo socialmente sostenibile del territorio
Piattaforma Confederale CGIL – CISL – UIL
CREMONA
La concertazione sociale
La sottoscrizione del Patto per lo sviluppo
nella provincia di Cremona, deve costituire
l’occasione in cui tutte le forze sociali,
imprenditoriali e le Istituzioni, prendono
atto della necessità di avviare formalmente
la contrattazione sociale nel territorio
per assumere tutte quelle scelte che risultano
funzionali alla realizzazione del benessere
sociale della comunità.
Questo deve diventare un obiettivo strategico
permanente delle forze politiche, sociali
ed imprenditoriali perché condizione necessaria
per uno sviluppo socialmente sostenibile
del territorio.
La situazione attuale evidenzia però l’assenza
di priorità da affrontare al fine di trovare
soluzioni che evitino una crisi del settore
che eroga servizi socio assistenziali ai
cittadini anziani e disabili.
Detta crisi porterebbe ad un inevitabile
abbassamento della qualità dei servizi erogati
a favore della popolazione anziana e disabile.
Questa situazione porterebbe, inoltre, ad
una riduzione oltre che dei servizi, dell’occupazione.
Fino al 31.12.2002, e cioè fino all’applicazione
della Legge regionale n.1 /2003, le strutture
per anziani e disabili della provincia, (eccetto
due poi diventate cinque che avevano anticipato
la scelta della privatizzazione) erano pubbliche.
Questa condizione giuridica, legata all’applicazione
di contratti nazionali pubblici, ha sempre
indotto a considerare quel sistema, un settore
garantista per l’occupazione, quasi esclusivamente
femminile e nella maggioranza dei casi, di
bassa o media qualificazione.
In tre/quattro anni la situazione è andata
visibilmente peggiorando: il sistema di finanziamento
regionale (l’introduzione dei SOSIA in RSA
e l’effetto dell’applicazione a regime dei
D.R.G ospedalieri;) e il nuovo assetto giuridico
privato, hanno ulteriormente evidenziato
le criticità del sistema ed hanno portato
le strutture a misurarsi con bilanci in perdita.
Le difficoltà esistenti nelle singole strutture
non hanno prodotto azioni virtuose di sinergia
territoriale.
Mantenendo questa situazione si corre il
rischio, già elevato, di diminuire la produzione
di servizi.
In questo caso significa mettere in maggiore
difficoltà cittadini deboli e fragili come
gli anziani ei disabili e intervenire negativamente
sull’occupazione, con il pericolo di abbassare
ulteriormente salari già bassi e colpire
prevalentemente l’occupazione femminile.
Le problematiche evidenziate richiedono modalità
d’approccio e strumenti d’intervento innovativi.
Finalità della contrattazione territoriale
provinciale:
·
E’ necessario che le Amministrazioni locali,
in particolare nella fase di approvazione
del bilancio dell’ASL, esprimano con maggiore
forza il loro ruolo di responsabilità, programmazione
e scelta politica
·
E’ decisivo, per il nostro territorio, che
le Istituzioni pubbliche confermino le scelte
politiche e gli investimenti effettuati sui servizi alla persona negli ultimi anni. Va
confermato il ruolo degli amministratori
locali nelle scelte sociali per il benessere
delle comunità, che non può prescindere da
una adeguata politica dei redditi a sostegno
delle famiglie; evitando così di affidare
l’individuazione delle regole relativi all’offerta
dei servizi socio sanitari sul territorio,
all’esclusiva competizione del mercato.
·
Il tavolo della concertazione sociale deve
poter incidere sulle scelte strategiche
La crisi va affrontata da diversi punti di
vista:
il problema economico deve essere connesso
alla riorganizzazione interna delle strutture;
i servizi erogati devono rispondere ad una
logica di rete che salvaguardi costi e qualità
del servizio, dove la produzione del servizio
assume la qualità e l’organizzazione del
lavoro come parti integranti dello stesso.
Gli obiettivi della concertazione sociale
in tema di servizi alla persona con particolare
riguardo agli anziani e ai disabili.
·
Le famiglie non devono sopportare ulteriori
abbassamenti di reddito, né dal punto di
vista salariale, né da quello delle rette
·
La qualità e la quantità dei servizi prodotti
non può diminuire
·
Il risanamento delle strutture e il recupero
di risorse economiche non può passare dall’abbassamento
del costo del lavoro e dal mancato riconoscimento
del lavoro delle badanti
·
Va avviata una profonda rivisitazione dell’organizzazione
del lavoro interna alle strutture per renderla
funzionale alla necessità di razionalizzare
e diversificare i servizi sul territorio.
·
L’offerta deve partire da analisi precise
( finanziate attraverso il Patto per lo Sviluppo)
sugli effettivi bisogni vecchi ed emergenti;
é quindi necessario caratterizzare, specializzare
e rimodulare i servizi erogati.
·
Vanno costruite reti di servizio che prevedano
l’utilizzo comune e l’interscambio tra strutture,
di strumenti e professionalità partendo da
un monitoraggio delle disponibilità esistenti
(con particolare attenzione alla costruzione
di una rete informatica che coinvolga oltre
alle strutture, Azienda sanitaria e Aziende
Ospedaliere di Cremona e Crema
·
Devono essere rivisti i criteri di finanziamento
regionali sulla base di nuovi standard qualitativi,
a partire, da parte della regione, dall’implementazione
del contributo sanitario che attualmente
non arriva alla copertura del 50% dei costi
effettivi, come definito dalla Conferenza
Stato-Regioni.
·
Gli appalti dei servizi devono seguire delle
regole comuni nel rispetto del Contratto
di Lavoro degli operatori, e devono essere
inserite nei capitolati, a tutela delle imprese
corrette e contro la competizione selvaggia.
·
È necessaria l’approvazione di una apposita
legislazione di supporto alle crisi aziendali
del settore, oggi inesistente sia a livello
regionale che nazionale (oppure inserire
il settore fra le categorie di imprese che
usufruiscono degli ammortizzatori sociali).
·
La concertazione sociale deve determinare
i criteri per l’individuazione degli standard
qualitativi da inserire nelle carte dei servizi
delle strutture, sui quali i cittadini potranno
esprimere la valutazione percepita sulla
qualità della prestazione ricevuta.
N.B. Il Tavolo della Concertazione sostiene
le richieste avanzate dalle Organizzazioni
Sindacali per costituire il fondo regionale sulla non autosufficienza.
Gli interlocutori indispensabili:
- ASL
- Aziende Ospedaliere
- Amministratori locali
- Conferenza dei Sindaci
- Uffici di piano
- Curia
- Aziende/ Strutture: Rimane ancora da risolvere
il fatto che l’ARSAC non ha titolarità alla
contrattazione al tavolo del confronto sindacale
- Sindacato
-Terzo settore, Associazionismo,
- Volontariato ( vanno individuate regole
di rappresentanza per garantire la corretta
e fattiva partecipazione al tavolo)
Coordinamento: La provincia
Metodo: Ad ogni punto della piattaforma indicato
dovrà seguire specifico approfondimento tecnico
ed apposito accordo
Tempistica: Va avviato urgentemente il confronto
a livello provinciale
Cremona, 18 marzo 2008
 
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